A “C’è tempo per…” è intervenuto in qualità di ospite il giornalista Andrea Vianello, che ha raccontato su Rai Uno nel salotto televisivo di Anna Falchi e Beppe Convertini la disavventura capitatagli nel 2019: “Ho avuto un ictus quasi un anno e mezzo fa. La sera prima ho condotto ‘Rabona’, sono andato a dormire e il mattino successivo mi sono svegliato con un mal di testa che avevo già dalla serata precedente. Non riuscivo a muovere la mano né parlare. Sono riuscito soltanto a chiamare mia moglie, che è stata bravissima, fredda, ha chiamato i soccorsi. Il 118 mi ha portato in ospedale e mi hanno operato d’urgenza”. In seguito all’intervento, Vianello si è risvegliato, accorgendosi che qualcosa non andava: “Non riuscivo a parlare, ma ero felice di essere ancora vivo. Certo, è stato un momento complicato, soprattutto quando i medici mi hanno detto che probabilmente le parole sarebbero tornate, ma non sapevano dirmi quando e in quale modo”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
ANDREA VIANELLO: “HO AVUTO PAURA DI NON FARCELA”
Andrea Vianello ha quindi ampliato il suo racconto, rivelando come il percorso per tornare a parlare correttamente sia stato tortuoso e affatto privo di difficoltà: “Le parole sono tornate a poco a poco, lavorando tanto in un centro di riabilitazione. La logopedia mi ha restituito le parole che non avevo più. Diciamo che ho avuto una seconda mamma che giorno dopo giorno, per tanti mesi, mi ha aiutato a riprendere confidenza con le parole”. Il giornalista, tuttavia, ha confessato che, perlomeno nella prima parte di questo tragitto, non ha voluto vedere la sua famiglia: “Avevo paura di farmi vedere debole dai miei figli Maria Carolina, Goffredo e Vittoria. Mi sentivo come sfigurato”. Poi, dopo un mese e mezzo dal primo intervento, c’è stato il rischio che si dovesse sottoporre a un’ulteriore operazione e, dunque, ha avuto paura. “Pensavo di non farcela, però quando ti trovi in quelle situazioni non puoi fare altro che affrontarle, come accade a tutti i malati”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
ANDREA VIANELLO A “C’È TEMPO PER…”
Andrea Vianello tra i protagonisti di “C’è tempo per…“, il nuovo programma condotto da Beppe Convertini e Anna Falchi su Rai Uno. L’ex direttore di Rai3 torna in tv dopo la recente intervista rilasciata a Pierluigi Diaco a “Io e te” in cui ha raccontato della sua nuova vita dopo l’ictus. Un anno e mezzo fa circa, il giornalista e conduttore televisivo è stato colpito da un ictus quasi mortale da cui si è ripreso grazie ad un lungo percorso di riabilitazione che l’ha portato anche a parlare di nuovo. “Ora non vedo l’ora di riprendere il lavoro, ma non voglio perdere quello che ho compreso in questi mesi. Non voglio più perdere tempo nelle stupidate. Siamo portati a ripetere gli stessi errori, ma cercherò di ricordarmi tutto” – ha detto il giornalista che ha voluto raccontare questo momento così difficile della sua vita nel libro “Ogni parola che sapevo” pubblicato per Mondadori. Un libro – verità che ha raccontato così: “fare il libro era una necessità e una terapia perché volevo scrivere e non ci riuscivo. L’ho fatto da solo, senza usare nemmeno la correzione automatica. È stata dura ma è stato anche bello. Mentre scrivevo purtroppo io e mio fratello abbiamo anche perso il nostro papà, è stato un anno duro. E ho finito di scrivere il libro anche per lui, perché era un progetto che lo aveva reso felice”.
Andrea Vianello: “Chi ha avuto un ictus è un uomo più forte di prima”
Un lungo percorso di rinascita quello affrontato da Andrea Vianello dopo il terribile ictus. Un cammino che ha intrapreso grazie al supporto incondizionato della moglie Francesca che definisce “una donna straordinaria e molto forte, chissà perché venti anni fa ha scelto proprio me”, ma anche grazie a tutti i medici e gli operatori sanitari della Clinica Santa Lucia di Roma dove ha seguito un percorso di guarigione. “Ero un cretino a dire che non volevo restare un uomo a metà. Chi ha avuto un ictus è un uomo intero, anzi è più forte di prima” – ha sottolineato il giornalista e conduttore precisando – “quando ti succede una cosa come questa si può usare quello strano periodo in cui l’abisso ti guarda per capire le priorità della vita”. Non solo, parlando proprio dell’ictus ha detto: “è una parola che fa paura, ha sopra un tabù, come l’ha avuto per tanti anni la parola tumore”. Vianello, infatti, non nasconde come l’ictus faccia paura a tutti, ma parlando della sua storia ha detto: “sono stato fortunato, ci ho messo un pò di tempo, ma ho ripreso a parlare, anche se non sono la voce più veloce del west. Il danno ancora c’è, ma è una malattia che oggi si può prevenire, poi si può curare e c’è la riabilitazione: la medicina ha fatto grandi passi avanti”.