Antonietta Gargiulo, la donna sopravvissuta alla strage del marito e alla morte delle due figlie chiede il riconoscimento del caso come femminicidio

Antonietta Gargiulo, sopravvissuta alla strage di Cisterna di Latina e all’uccisione delle due figlie da parte del marito carabiniere che voleva eliminare tutta la famiglia per poi uccidersi, sarà tra i protagonisti della trasmissione Chi l’ha visto?, che tornerà sul caso per contribuire all’appello sul riconoscimento del femminicidio di cui Antonietta doveva essere la prima vittima.



Da madre, ma soprattutto da donna costretta a vivere per anni con la paura della violenza, aveva denunciato infatti varie volte il sistema che non ha protetto adeguatamente la sua famiglia dalla minaccia di quell’uomo che continuava ad essere libero ed armato anche quando era fuori servizio nonostante le segnalazioni di disagio psichico, le aggressioni e i comportamenti abusivi che sono stati sminuiti senza intervenire. Le due bambine Alessia e Martina potevano essere salvate, se solo fossero stati attivati protocolli adeguati alla situazione di rischio, e ora, come se non bastasse, le istituzioni continuano a negare che il dramma sia un tentato femminicidio, avvenuto nell’ambito di una sistematica violenza di genere, definendolo una tragedia imprevista.



Antonietta Gargiulo (Foto: Screenshot Youtube)

Antonietta Gargiulo: “Ho scelto di vivere per le mie figlie, ma sono una vittima di tentato femminicidio”

A Chi l’ha visto? l’appello di Antonietta Gargiulo per il riconoscimento del femmincidio che ha colpito non solo la donna, fortunatamente sopravvissuta alla strage, ma soprattutto Alessia e Martina, uccise dal padre carabiniere a colpi pistola, con la stessa arma che gli era stato permesso di tenere anche fuori servizio, come ritorsione per la separazione imminente. L’uomo, Luigi Capasso, l’aveva aggredita nel garage di casa nel 2018, sparandole all’addome e al volto, pensando che la moglie sarebbe morta a breve, è salito poi nella camera delle due bambine colpendo anche loro, una mentre dormiva nel letto e l’altra mentre stava preparando lo zaino per la scuola per poi suicidarsi.



Antonietta si è svegliata in ospedale e una volta saputo della morte delle figlie non voleva collaborare con i medici, fino a quando, come ha raccontato in una intervista: “Ho scelto di vivere per loro, è come se avessi sentito le voci che mi dicevano “mamma devi vivere“”. Da quel momento ha deciso di lottare non solo per sensibilizzare in merito alle violenze di genere, ma anche per ottenere giustizia dalle istituzioni.