La vicenda di Arianna Manzo ha tenuto banco nella mattinata di oggi, giovedì 11 novembre 2021, nel corso della trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane”, condotta da Eleonora Daniele. Una storia dolorosissima, iniziata nel 2005 e che potrebbe risolversi, come annunciato dall’inviato Edoardo Lucarelli: la Regione Campania, in particolare il presidente De Luca, avrebbe chiesto un incontro e fatto promesse alla famiglia. Ricordiamo che la piccola Arianna, poco dopo essere nata, aveva una bronchiolite iniziale, ma in ospedale le fu somministrato un farmaco assolutamente sconsigliato per i neonati, un sedativo che avrebbe determinato danni gravissimi, rendendola sorda, ipovedente e tetraplegica.
Eugenio, il padre della giovane 16enne, ha asserito: “Lottiamo da 17 anni per ottenere giustizia e crediamo sia arrivato il momento del risarcimento”. Il primo grado ha stabilito 3 milioni di euro come risarcimento, ma per ora non sono mai pervenuti quei soldi: “In tutti questi anni abbiamo fatto una lunga causa dal 2011 al 2019, poi altri due anni di Appello… Ma niente”.
ARIANNA MANZO, L’AVVOCATO DELLA FAMIGLIA: “TRATTIAMO, MA SENZA SCONTI ECONOMICI”
L’avvocato della famiglia di Arianna Manzo, presente in studio a “Storie Italiane”, ha affermato: “Nel corso del giudizio di secondo grado, la Corte d’Appello di Salerno ha istruito una commissione tecnica d’ufficio extraregionale per capire se quanto era stato riconosciuto in primo grado fosse effettivamente condivisibile, quindi se ci fosse la responsabilità dei sanitari dell’ospedale Cardarelli. Il 5 novembre scorso è stata depositata la relazione definitiva. Il presidente De Luca ha dimostrato grande apertura e nei giorni successivi ci ha invitato a sederci attorno a un tavolo: io ho chiesto quindi di indicare il giorno preciso nel quale incontrarci, perché finora le troppe parole non hanno trovato riscontro”.
Intanto, il “Cardarelli” “ci ha invitato a un incontro per il 23 novembre con la direzione generale. Da parte nostra, massima cautela: siamo disponibili ad accettare una transazione che possa ricalcare esattamente la sentenza di primo grado. Diversamente, la trattativa non potrà vedersi formalizzata: se si intendesse sottoporre un’offerta minimamente inferiore a quella riconosciuta dal tribunale, a questo punto attenderemmo la sentenza di secondo grado”.