Caos in Brasile con il Paese spaccato sugli arresti domiciliari a Bolsonaro: cosa succede e quali scenari, USA attaccano Lula. “È in atto una dittatura”
BRASILE SPACCATO A METÀ DOPO GLI ARRESTI DOMICILIARI (RISTRETTI) ALL’EX PRESIDENTE BOLSONARO
I riflettori sulla situazione particolarmente incendiaria presente in Brasile li avevamo “intravisti” negli scorsi giorni con la vicenda controversa e particolare dell’arresto avvenuto a Roma della deputata campionessa di preferenze della destra brasiliana Carla Zambelli: ora però con la conferma degli arresti domiciliari a Jair Bolsonaro – l’ex Presidente accusato di aver tentato un golpe dopo la sconfitta alle Elezioni 2022 – ecco che gli scenari in Brasile si fanno ancora più tesi contro la presunta commistione tra magistratura e Presidenza Lula.
La scintilla che ha fatto nuovamente esplodere la tensione tra le strade di Brasilia e Rio de Janeiro (ma non solo, ndr) è la decisione del giudice Alexandre de Moraes – che guida il caso Bolsonaro in Corte Suprema – di restringere ulteriormente le pene detentive rispetto a quanto già prospettato per il procedimento in corso. La massima corte di giustizia dello Stato del Brasile ha così emesso ieri l’ordine di arresti domiciliari in quanto avrebbe violato le misure restrittive imposte dopo il primo ordine esecutivo nelle scorse settimane.
Dalle comunicazioni sui social (usando gli account dei tre figli, ndr) alle interviste, fino a partecipare ad alcune manifestazioni in suo sostegno come avvenuto in maniera evidente la scorsa domenica a Rio de Janeiro stando al telefono con il figlio, oppure a Brasilia a fine luglio proprio in mezzo alla gente. La giustizia brasiliana è convinta che Bolsonaro sia a capo di un’organizzazione criminale che mirava al colpo di Stato contro Lula, addirittura meditando l’uccisione del giudice de Moraes. Di contro invece la destra dell’ex Presidente contrattacca su Governo e magistratura, accusandoli di mettere il Brasile a forte rischio per il suo sistema democratico. Bolsonaro rischia fino a 43 anni di carcere se venisse confermata l’accusa della Procura. .
CORTE SUPREMA CONFERMA L’ARRESTO, FORTI LE CRITICHE USA: COSA STA SUCCEDENDO
Come ha detto il figlio Flavio Bolsonaro raggiunto dalla CNN dopo la notizia degli arresti domiciliari al padre, in Brasile da oggi «si è ufficialmente in una dittatura»: stesso iter avanzato anche dal fratello Eduardo, altro deputato brasiliano, «con oggi il Brasile non ha più una democrazia». Le proteste lanciate dalla piazza assieme al partito della destra brasiliana arrivano direttamente negli Stati Uniti dove più volte la Presidenza Trump ha criticato ferocemente le politiche messe in atto da Lula contro l’ex Presidente Bolsonaro.
Il giudice de Moraes è già stato sanzionato dagli USA in quanto «violatore dei diritti umani», ma ora con la richiesta di arresto per Bolsonaro mette seriamente a rischio la libertà di espressione delle opposizioni, «minacciando la democrazia». Con già lo scontro in atto sul tema dazi tra Brasile e Stati Uniti (messi al 50% da Trump), il Governo Lula subisce ora le accuse in merito alla gestione del caso Bolsonaro: secondo l’Ufficio per gli Affari esteri americano, il Brasile sarà sanzionato per la condotta compiuta contro un leader di opposizione al Governo.
Il processo Bolsonaro rischia di spaccare ulteriormente un Paese già in bilico dal punto di vista della tenuta sociale e della crisi economica: la sinistra accusa l’ex leader di aver contraddetto i limiti della sua carcerazione preventiva (non ha indossato il braccialetto elettronico in più occasioni e ha utilizzato i media per fare propaganda), con il giudice suo accusatore che aggiunge in queste ore come Bolsonaro «agito illecitamente rivolgendosi ai sostenitori e procedendo materiale per far fare loro pressione sulla Corte Suprema». Da oggi, con la decisione dei domiciliari, all’ex Presidente è vietato ricevere visite tranne che da avvocati e familiari, a meno che non siano autorizzate dal giudice de Moraes, riporta l’ANSA.