Il bonus casa 2025 si conferma ma con le condizioni oramai note: l’applicazione del cinquanta per cento di detrazione Irpef oppure al 36% qualora si trattasse di una seconda casa. Ma proprio per via di questa netta differenza che sorge spontaneo chiedersi: e se si stabilisse la residenza dopo i lavori?
Il problema sarebbe dunque riconducibile all’ultimo taglio previsto in Manovra 2025, differenziando la detrazione fiscale al 50% oppure al 36% in base alla prima o alla seconda casa. Al fine di scongiurare malintesi riguardo alla “residenza obbligatoria per mantenere il benefit più elevato” Confedilizia ha proposto ai contribuenti di far fede alla circolare dell’Ade del 2023, con un caso simile accaduto per il Superbonus.
Bonus casa 2025 con residenza obbligatoria? Cosa sappiamo
La paura di chi vorrebbe godere del bonus casa 2025 al 50% di detrazione Irpef (destinato soltanto alle prime case) è di essere obbligato a trasferirvi la residenza – e lasciarla per un tempo di tempo specifico – nell’immobile oggetto dell’intervento edilizio.
Oppure il caso ancor più penalizzante che vede un cittadino italiano comprar casa, eseguire i lavori di ristrutturazione con l’agevolazione fiscale ed essere impedito a trasferirvi la residenza per i lavori in corso, e dover rassegnarsi alla detrazione minore (quella al 36%).
Per godere dell’incentivo fiscale è indispensabile assicurarsi che gli interventi siano ammessi dalla Leggi. Essi possono riguardare sia la manutenzione ordinaria sia quella straordinaria, comprensiva di ristrutturazione, lavori di risanamento oppure restauro.
Un problema “celato” nella Manovra 2025
Uno dei problemi più penalizzanti del bonus casa 2025 è la nuova distinzione tra l’aliquota al cinquanta e al trentasei per cento. La normativa infatti, prevede che la maggior percentuale di detrazione può essere richiesta soltanto dai proprietari dell’immobile interessato o da chi gode del diritto di reale proprietà ed essa è adibita come appartamento principale.
Dunque non sapendo (perché non è specificato) quando è possibile spostare la residenza al fine di considerarla “prima abitazione”, si prevede un numero spropositato di aliquote conteggiate come “seconde case”, e dunque con la detrazione più bassa al 36%.