BONUS PSICOLOGO/ Crepet: misura fuori tempo massimo, inutile e forse dannosa

- int. Paolo Crepet

Da ieri è possibile fare domanda per ottenere il bonus psicologo per chi ha sofferto il lockdown. Una misura economicamente limitata e con gravi rischi

classifica università italia (LaPresse)

Da ieri, 25 luglio, andando sul sito dell’Inps si potrà fare domanda per ottenere il bonus psicologo. Di cosa si tratta? È un sostegno economico, inserito con molta fatica nel Pnrr, pensato per tutti coloro che, a causa dell’emergenza pandemica e della conseguente crisi socio-economica, si trovano in una condizione di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica, e che siano nella condizione di beneficiare di un percorso psicoterapeutico.

Tutto bene dunque? Non esattamente, a cominciare dal sostegno economico vero e proprio. Chi un po’ se ne intende sa che un percorso di terapia psicologica è estremamente costoso, la mutua dà la possibilità di fare cinque sedute a carico della sanità, ma cinque sedute non sono assolutamente nulla, trattandosi di percorsi che spesso durano tutta la vita. Così tantissime persone rinunciano. Per quanto riguarda il bonus, invece, il beneficio è riconosciuto una sola volta alle persone con un reddito Isee valido e non superiore a 50mila euro. Le persone con Isee inferiore a 15mila euro (fino a 50 euro per ogni seduta) potranno contare su un importo massimo di 600 euro; quelle con Isee compreso tra 15mila e 30mila euro su un importo di 400 euro, e per quelle con Isee superiore a 30mila ma inferiore a 50mila il beneficio è di 200 euro. Stiamo parlando di cifre che significano due, al massimo tre sedute, dunque nulla.

C’è poi l’approssimazione con cui si dovrà scegliere un professionista che, come ci ha detto in questa intervista lo psicologo Paolo Crepet, specializzato in problematiche educative giovanili, “è una scelta fondamentale, ma chi la farà? Sulla base di quali considerazioni? Attenzione, perché con un ragazzo, a cui si rivolge soprattutto questa misura perché i giovani sono stati i più colpiti dal lungo lockdown, basta sbagliare una parola e si ottengono risultati devastanti. È una misura che potrebbe rivelarsi molto pericolosa. Ci aveva già pensato Macron ed è stato un fallimento”.

Bonus psicologo, una terminologia inquietante: secondo lei è una misura davvero necessaria? Sarà di aiuto?

È una misura fuori tempo massimo, inutile e potenzialmente dannosa.

Perché?

Chi è che sceglie lo psicologo, sulla base di quali qualità del professionista? I rapporti con gli adolescenti li conosco su me stesso in quanto esercito con loro da decenni e sono delicatissimi, basta sbagliare una parola e si creano rotture e danni gravi. L’adolescente è un cristallo, basta sbagliare una parola per giocarsi la relazione.

La legge prevede ci sia un albo di professionisti, che danno la loro disponibilità, da cui scegliere. Non è abbastanza affidabile?

Ma chi decide che deve mandarti dallo psicologo? Lo zio, il papà? Sembra di assistere a una scena da armata Brancaleone. Ti mandano dallo psicologo o dallo psichiatra, che non si sa chi è; io faccio lo psichiatra, ma non siamo tutti uguali. Cominciamo a dire: chi è lo psicologo, che formazione è, che esperienza ha. C’è una superficialità inaccettabile in tutto questo.

Tra l’altro la somma messa a disposizione è alquanto bassa, sapendo quanto costa una seduta terapeutica, no?

Appunto, è una mancetta dello Stato, di questo Stato che deve sempre gettare briciole anche quando stiamo parlando di casi di sofferenza insostenibile. Dovevamo pur trovare una sorta di cioccolatino da regalare ai ragazzi… Questo bonus nessuno capisce da chi viene dato.

Da tempo le scuole hanno il cosiddetto sportello psicologo, un professionista che segue i ragazzi. Come giudica quell’esperienza?

In molti casi quelle persone sono state dei disastri come insegnanti e i genitori lo sanno. Non voglio generalizzare, ci sono anche bravi professionisti, ma molti si sono comportati in mondo terribile. Non si dica che lo sportello psicologo nel suo complesso sia stato di aiuto. Se un professionista è bravo ti dà una mano, se non è bravo ti distrugge. Chi vuole correre questo rischia alzi la mano, io non la alzo.

Anche il preside della facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano Alessandro Antonietti è critico, dice che si sarebbe dovuto pensare ad altre modalità: ma quali?

Non mi sorprende che lo sia, chi è un serio professionista non può non esserlo. Ad esempio si sarebbe dovuto istituire centri di aiuto per l’adolescenza, che sono una cosa diversa della chiacchierata di 40 minuti. Di questo stiamo parlando. Come detto questo bonus potrebbe essere molto pericoloso.

(Paolo Vites)

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