Arrivato a Milano come una rock star, Ronaldinho ha già incontrato alti e bassi nei suoi primi mesi in rossonero. La Gazzetta dello Sport lo ha intervistato oggi, facendo così un bilancio di questo primo periodo di esperienza italiana. A partire dalla soddisfazione per il gol nel derby, finora il momento migliore della sua stagione: «E’ stato uno dei gol più belli e importanti della mia carriera. Mi auguro soprattutto che sia il primo di una lunga serie con la maglia rossonera. Dopo la partita ho ripensato ad altre grandi sfide che ho giocato: Gremio-Internacional, Paris St.Germain-Marsiglia, Barcellona-Real Madrid. Bello decidere una gara così importante: è un`emozione intensa. Ho ripensato anche allo slalom e al gol segnato al Bernabeu con il Barca». Per il Gaucho il calcio italiano è «differente dalla Liga, molto tattico», ma non è vero che i difensori picchiano tanto: «Non in modo particolare, non c`è violenza. Il calcio italiano è duro, ma leale. E poi è molto competitivo».
L’asso brasiliano ha poi parlato, inevitabilmente, della sua condizione fisica: «Spero di tornare in poco tempo il numero uno del mondo. Sto lavorando intensamente per questo. Sto vivendo un periodo di adattamento alla nuova realtà. Difficile fare percentuali anche perché il mio rendimento è alterno: una volta gioco bene, quella dopo gioco meno bene. Devo trovare continuità e per riuscirci sto lavorando sul mio fisico. Tra dieci giorni starò molto meglio. Quando sarò in forma non ci saranno più problemi di posizione: potrò giocare dappertutto. La mia unica preoccupazione è ritrovare la condizione. Sono contento di quello che ho dato finora al Milan: aver fatto tre partite in una settimana è davvero importante».
Ronaldinho si è ambientato da subito sia con l’allenatore che coi compagni. «L`allenatore mi aiuta molto. Mi spiega quello che vuole da me e mi fa sentire importante. Ricky lo conosco da tanti anni, Clarence è uno dei migliori giocatori del mondo». Poi i rivali, a partire da Mourinho che «è tra i più bravi allenatori del mondo, lo rispetto e lo ammiro. L’Inter è campione in carica, quindi è giusto ritenerla la prima candidata al titolo. Però il Milan può superarlo. Sarà un bel duello». Chi merita il Pallone d`oro? «Uno tra Messi, Kakà e Cristiano Ronaldo. Io tifo per Kakà, che è mio compagno, e poi per Messi, che lo è stato. Quest`anno ho giocato poco e vinto nulla. Ma nel 2009 se starò bene sarò tra i favoriti».
Poi Ronaldinho ha spiegato la rottura col Barca: «Era semplicemente finito un ciclo. Avevamo vinto tutto e quello che è accaduto dopo fa parte della vita». Nel finale, un pensiero per i tifosi rossoneri: «Non faccio promesse, tranne quella di dare il massimo. Però li voglio ringraziare per l`affetto che mi hanno dimostrato fin dal primo giorno».