Ormai è risaputo che nel mondo del calcio i contratti sono fatti per non essere rispettati. A questa regola non possono certo sfuggire gli allenatori, in particolare quelli dei grandi club chiamati a vincere e a soddisfare le esigenze dei presidenti e dei tifosi. Ecco perché Carlo Ancelotti, Josè Mourinho, Claudio Ranieri e Luciano Spalletti condividono il medesimo destino, quello di non poter dormire sugli allori. Ancelotti, dopo non aver raggiunto nella stagione passata l’obiettivo Champions e una volta consumato il bonus Intercontinentale, non può più fallire. Quest’anno il Milan aveva come obiettivo principe quello di vincere scudetto e Coppa Uefa. Infortuni a parte, la dirigenza non è certo soddisfatta del lassismo che domina a Milanello, dove in molti frangenti il tecnico sembra non avere proprio il polso della situazione. La campagna acquisti è andata nella direzione opposta a quella avanzata da Ancelotti: Ronaldinho e Sheva non erano in cima ai suoi pensieri. La stessa tifoseria è satura e il cambio di allenatore potrebbe rinnovare la fiducia nell’ambiente, magari pescando fra i giocatori che hanno fatto grande il Milan (Van Basten o Donadoni, più difficili la scelta di Rijkaard, vista la presenza di Ronaldinho, o l’ipotesi interna con Tassotti). E Ancelotti? E’ pur vero che vuole raggiungere l’obiettivo-record di panchine di Nereo Rocco, ma è altresì vero che potrebbe fare le valigie per accasarsi a Roma o per finire alla corte di una nazionale (magari africana).
A Roma Spalletti potrebbe essere stufo di essere l’eterno secondo in campionato e di vedere gli altri alzare i trofei, vuole quindi capire quali sono le risorse economiche di un club che nell’ultimo periodo non ha saputo investire a sufficienza. Le probabili partenze di Mexes, Cicinho e Perrotta potrebbero accelerare i saluti del tecnico ex Udinese. Massimo Moratti è un estimatore dichiarato di Spalletti e del suo gioco, ma certo ha in casa uno come Mourinho. Il tecnico portoghese non ha alternative alla vittoria in Champions, vero traguardo dell’Inter. Ad oggi Moratti non è troppo contento del rendimento della squadra in Europa, ma l’Inter ha pur sempre superato il turno ed è prima in campionato. Certo se non dovessero arrivare le vittorie… Mourinho potrebbe lasciare clamorosamente, anche perché la società di via Durini non sopporta le infinite polemiche scatenate dall’allenatore lusitano. Non sopporta, inoltre, alcune scelte, in primis il trattamento riservato a Balotelli, considerato un gioiello da salvaguardare. Per non parlare di Quaresma e Mancini, due acquisti che stentano a decollare. Per cercare un’operazione simpatia l’Inter potrebbe virare anche su Cesare Prandelli, allettato dall’idea di avvicinarsi a Brescia e soprattutto dalla possibilità di misurarsi ad armi pari con le grandi squadre d’Europa.
A Firenze per proseguire il progetto Corvino potrebbero finire Marino dell’Udinese (in Friuli può subentrare Giampaolo del Siena) o Gasperini, che sta ottenendo dei grandi risultati a Genova. Entrambi hanno la capacità di saper lanciare i giovani. Non può certo stare tranquillo Ranieri, al quale la dirigenza ha chiesto di migliorare la posizione della passata stagione e soprattutto di fare un lungo cammino in Champions. La sintonia tra tecnico e società non è totale come del resto è stato dimostrato. Anche in questo caso il nome di Prandelli sarebbe gradito alla piazza. In passato si è parlato anche di Donadoni. Infine alla finestra c’è ancora Zaccheroni, che potrebbe rientrare in realtà di media classifica, vedi Genoa o Samp. Da non sottovalutare nemmeno l’onda anomala di Napoli: se arriva la qualificazione in Champions, De Laurentiis molla Reja e si butta su un allenatore al vertice. Magari Spalletti.
(Luciano Zanardini)