Cinquecento partite nei campionati professionisti di calcio. Enrico Chiesa è nato a Genova il 29 dicembre 1970 e a trentotto anni gioca ancora, nel Figline, in prima divisione e domani contro il Varese scentrerà questo importante traguardo. Del resto Chiesa è stato uno degli attaccanti più importanti della storia recente del calcio. Dalle giovanili della Samporia alla prima squadra, al Parma, con cui ha anche conquistato una Coppa Italia e una Coppa Uefa, alla Fiorentina, alla Lazio al Siena. E ancora la maglia azzurra, e i ricordi di una carriera vissuta da protagonista per un atleta ancora innamorato del suo lavoro alla soglia dei quarant’anni.
Chiesa, che emozione proverà domenica?
Grandissima, giocare cinquecento partite nei campionati professionisti non è da tutti. E’ il coronamento di una carriera che mi ha dato veramente tanto.
Alla soglia dei quarant’anni cosa la spinge ancora a andare avanti?
La passione, l’amore per il calcio. Sono innamorato di questo lavoro fino in fondo.
Quando smetterà?
Non lo so. Per ora mi godo ancora questi momenti. Anche col Figline in prima divisione è ancora un’emozione stupenda.
Che differenza c’è con la serie A?
E’ molto differente certo, ma è sempre football e cerco di affrontarlo nel modo migliore possibile.
Tanti ricordi, domani c’è Juventus – Fiorentina, un match che sarà rimasto impresso nel suo cuore…
Certamente per Firenze non è una partita uguale alle altre. Adesso è ancora più bella visto che la Fiorentina è cresciuta molto rispetto alle ultime stagioni. Io ho un ricordo fantastico proprio di un Juventus – Fiorentina quando a Torino contribuii al 3-3 finale con due gol decisivi per il pareggio.
E poi tante squadre di vertice…
Sì, c’è stata la Sampdoria dove ho iniziato a giocare e dove ho imparato a giocare. Sono di Genova e sono sampdoriano. E’ la squadra dei miei inizi a cui sono molto legato per ragioni affettive.
E il Parma?
A Parma abbiamo vinto una Coppa Uefa e una Coppa Italia nel giro di una settimana. Sono stato il miglior marcatore della squadra gialloblù nelle Coppe europee con 16 gol.
E poi la Lazio, il Siena, la Nazionale. Tanto calcio di prim’ordine…
Ho giocato in piazze importanti, ho gustato veramente il mondo del pallone. Vorrei essere ricordato non soltanto come un grande calciatore, ma come uno che sa trasmettere la passione e i valori di questo sport.
Chiesa è uno che non s’arrende mai…
E’ semplicemente uno innamorato del suo mestiere. C’ è sempre tempo per appendere le scarpe al chiodo…
(Franco Vittadini)