Oggi l’Inter, di ritorno dalla vittoriosa trasferta di Kiev, celebra, sul proprio sito internet, i cento anni dell’ex presidente Angelo Moratti, nato il 5 novembre del 1909 e scomparso il 12 agosto del 1981. Per raccontare meglio il personaggio che fatto grande il Biscione, abbiamo intervistato, in esclusiva per ilsussidiario.net, Mario Corso, attuale osservatore nerazzurro e campionissimo della leggendaria Grande Inter che ha avuto come presidente proprio il compianto Angelo Moratti.
Signor Corso, oggi si celebrano i 100 anni dalla nascita del presidente Angelo Moratti. Lei è stato un suo giocatore per molti anni, che ricordo ha?
Per me è stata la persona più importante dopo i miei genitori. Io sono arrivato all’Inter giovanissimo, a 16 anni e lui mi ha accolto e mi ha cresciuto sia come uomo che come calciatore.
Il Moratti presidente che rapporto aveva con i giocatori, e soprattutto con lei che veniva considerato un suo “pupillo”.
Un personaggio incredibile, bravo, altruista, capace, dotato di grande professionalità e di grande carisma, un presidente completo. A mio parere, tra tutti i presidenti che ho conosciuto, sia all’Inter che in altre squadre, è stato sicuramente il migliore, il più bravo. Facevo parte del gruppo dei “pupilli” perché, come ho detto prima, sono arrivato giovanissimo all’Inter e lui mi ha in un certo senso “adottato”. Comunque con tutti i giocatori aveva un ottimo rapporto, sapeva essere “cattivo” quando doveva ed essere altrettanto buono in altre circostanze, ogni giocatore con lui si è sempre trovato in grande sintonia e sapeva sempre di essere protetto dal presidente.
Quanto ha contribuito la figura di Angelo Moratti nella costruzione e nei successi della “Grande Inter”?
Direi tutto, cento per cento, anzi lasciamo il tre per cento ad Allodi, Herrera e ai giocatori, per il resto penso abbia fatto tutto lui.
Lei ha avuto la fortuna di lavorare sia con Angelo Moratti che con il figlio Massimo. Quali analogie e differenze ci sono tra i due?
Differenze non ce ne sono tante, l’unica cosa è che il presidente Angelo era della categoria degli Agnelli, mentre il presidente Massimo Moratti è più tifoso, partecipa di più alla vita del giocatore stesso, diciamo che è più "umano", però in tantissime cose si somigliano molto.
Ricorda qualche momento particolare del suo rapporto con Angelo Moratti?
Il presidente metteva tutti a proprio agio, ricordo in particolare il momento in cui vincemmo le prima Coppe dei Campioni. Da Angelo Moratti abbiamo ricevuto solo cose positive.
Parlando dell’Inter attuale, ieri c’è stata la fondamentale vittoria contro la Dinamo Kiev. Un "regalo" anticipato alla memoria di Angelo Moratti.
Questa data è un po’ triste perché ci ricorda un grande personaggio, però la vittoria dell’Inter in coincidenza con la commemorazione del presidente spero possa essere di buon auspicio per il cammino europeo di questa squadra che fino ad ora non ha mai brillato in Europa.
Secondo lei quanto può incidere una vittoria come quella di Kiev sul cammino europeo dell’Inter?
E’ difficile fare l’indovino, sicuramente vittorie di questo genere, fatte in questa maniera, con un grande carattere, possono convincere i giocatori che sono veramenti forti e che possono essere competitivi al massimo in Europa. Può essere la carica giusta.
No, io penso di no, non centrano nulla. Sono due personaggi diversi che si somigliano nella personalità, nel carisma e nella voglia di mettersi in mostra, ma gestiscono in modo diverso il gruppo, anche perché sono cambiati i tempi, adesso gestire la squadra è più difficile perchè ci sono tanti giocatori, Mourinho è bravo e lo gestisce bene. Prima invece la squadra era quella, c’erano pochi giocatori, non c’erano tante responsabilità, la formazione difficilmente la cambiavi…
In quale giocatore nerazzurro si rivede Mario Corso?
Un giocatore non vale l’altro, ognuno ha le proprie caratteristiche. Oggi ci sono ottimi giocatori all’Inter, ma io avevo altre caratteristiche.
(Claudio Ruggieri)