Roma, via Allegri. Oggi, nella sede della Federcalcio, sarà un pomeriggio di fuoco: da una parte la Lega Calcio con Beretta, Lotito, Briamonte e Lo Monaco, dall’altra l’Associazione Italiana Calciatori (AIC) con Campana e Grosso. Obiettivo: trovare un’intesa sul contratto collettivo scaduto a giugno e scongiurare così lo sciopero dei calciatori, paventato per il weekend del 11-12 dicembre.
Sono molto poche le possibilità che si giunga ad un accordo: restano poche ore per siglare un’intesa che non si è riusciti a trovare in una decina di incontri diluiti negli ultimi 4 mesi ma, nonostante questo, Abete, numero uno della FIGC, resta fiducioso (“oggi l’accordo è alla portata” ha dichiarato ai cronisti). Infatti proprio Abete ha in tasca un’ipotesi di accordo tra le parti, frutto di un capillare lavoro di sintesi tra le proposte giuntegli nell’arco degli ultimi giorni, e le parole di Maurizio Beretta, presidente della Lega di A, fanno sperare che questo ultimo tentativo non sia stato ordito invano (“Verificheremo – ha aggiunto Beretta – la bozza di contratto punto per punto. Con buon senso e responsabilità da parte di tutti, si dovrebbe lavorare per un accordo che sia soddisfacente per entrambe le parti”), cosicchè si possa giungere ad un accordo.
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In caso di mancata intesa l’AIC confermerà la presa di posizione ribadita ieri a Milano nel consiglio direttivo: sciopero contro i trasferimenti forzati, per dire no ai fuorirosa e per una maggiore flessibilità di contratto.
Le parole di Sergio Campana, numero uno dell’AIC, rilasciate ieri ai cronisti, sono indicative della fermezza con cui il sindacato dei calciatori affronterà la giornata di oggi: "Non abbiamo la vocazione per fermare il campionato, ma la Lega sta seguendo una strategia politica, vuol togliere i diritti acquisiti dai calciatori e dare lezioni".
Un accordo che teoricamente, quindi, nessuno vuole, ma che molto probabilmente si farà e che troverà in una maggiore tutela dei diritti dei calciatori e nel sostegno ai club nell’ottica dell’equilibrio finanziario i punti d’incontro che accontenteranno le parti in causa.