La card che dovrebbe costituire il lasciapassare dei tifosi in trasferta fa discutere e, nonostante i diversi mesi di incubazione, non è ancora entrata nel cuore dei supporters e degli addetti ai lavori. Scettico è apparso anche Daniele De Rossi che, dalla conferenza stampa del ritiro della Nazionale al Sestriere, ha detto la sua: “sono contrario alla Tessera del tifoso, perchè non mi piacciono le schedature. E poi, in alcuni casi viste le ultime vicende servirebbe anche la tessera del poliziotto”. “Non credo sia la soluzione del problema – ha aggiunto Capitan Futuro -. Certo, se un ultras va in giro con un coltello e colpisce un’altra persona non è uno normale, non sta bene: ma non sta bene neanche un poliziotto che prende a calci un ragazzetto che non c’entra nulla”.
Il centrocampista della Roma e della Nazionale, riferendosi all’esodo giallorosso in occasione di Chievo-Roma, ribadisce: “sono convinto che un pomeriggio come quello, con 30.000 persone al seguito, non lo potremmo vivere più. Non trovo giusto schedare un tifoso prima che lanci un fumogeno o si azzuffi. Ovviamente chi lo fa va punito severamente. Se la tessera servisse a risolvere i problemi, d’accordo: ma se schediamo tutti i tifosi della Roma e 10.000 vanno a Napoli, io penso che le tensioni e il rischio di incidenti ci sono lo stesso”.
Non mancano le repliche alle schiette dichiarazioni di Capitan Futuro. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni dichiara che il centrocampista di Ostia “non è un ‘quisque de populo’, è uno che andrà a rappresentare l’Italia ai Mondiali di calcio, è uno che ha seguito, che manda dei messaggi. Ci stiamo sforzando di mandare messaggi positivi ai tifosi, è ovvio che ogni reazione contraria su questo tema io la guardo e cerco di capire perchè, che conseguenze può avere e che cosa è utile fare”. “Nessuna preoccupazione, sono opinioni che vengono espresse e che io naturalmente non condivido, ma che -conclude Maroni- non comportano nessuna variazione nei programmi e nelle decisioni che abbiamo preso”.
Durissima invece la presa di posizione del capo della Polizia, Antonio Manganelli. "Quello che mi indigna – dichiara il prefetto – è la volgare strumentalizzazione di un’occasionale episodio, certamente riprovevole, oggi al vaglio della magistratura, che mette sullo stesso piano delinquenti violenti e poliziotti che darebbero anche la vita per difendere tutti, perfino persone che fanno dichiarazioni del genere". In serata giungono anche le parole di Giancarlo Abete, presidente della Figc, che si è messo in contatto telefonico con il calciatore spiegando di non condividere le sue valutazioni, richiamandolo al rispetto per l’impegno delle forze dell’ordine e del loro ruolo.
Qualche ora dopo arriva la marcia indietro di Daniele De Rossi che, attraverso una dichiarazione all’Ansa, chiarisce i termini della questione: "mi rendo conto di aver usato un’espressione infelice e me ne scuso, le generalizzazioni sono sbagliate". "Non volevo mettere in discussione il ruolo delle forze dell’ordine – dice De Rossi – ho grande rispetto per l’impegno di tanti agenti che ogni domenica lavorano per garantire la sicurezza nel calcio’.