Chi sperava nello scudetto, ora deve fare retromarcia. La Juventus non è ancora pronta per competere con il Milan. La gara contro il Napoli sarà il vero banco di prova per carpire le reali ambizioni della Vecchia Signora. La presenza di una dirigenza forte ha, comunque, dato tranquillità a tutto l’ambiente. Questa analisi trova uno sponsor d’eccezione nel giornalista Piero Ostellino, che, nell’intervista concessa in esclusiva a ilsussidiario.net, spiega in che modo far crescere la Juventus. L’editorialista del Corriere, appassionato alla vita bianconera, suggerisce alcuni nomi per il futuro: fra questi Bale e il centrocampista turco del Borussia Sahin.
Ricorda anche la necessità di vendere Buffon per fare cassa, ma scegliendo già il suo possibile sostituto. Così come deve fare per il successore di Toni, che rappresenta solo una risposta in una situazione di emergenza. La ricetta è di non spendere tanto per spendere, ma di puntare su giocatori forti e su talenti da valorizzare.
Ha meno punti della passata stagione, ma paradossalmente questa Juve è apparentemente più tranquilla. Concorda con questa analisi?
L’arrivo alla Juve di questa dirigenza, di Andrea Agnelli, di Marotta e di Del Neri ha stabilizzato la situazione. In particolare il ritorno degli Agnelli ha ridato la necessaria capacità gestionale. Da questo punto si deve partire.
Chi ha parlato di tricolore all’inizio della stagione deve fare marcia indietro?
Era prematuro parlare di scudetto. In estate nessuno della dirigenza aveva fatto un esplicito riferimento a questa ipotesi. Andrea Agnelli ha sempre detto che la Juve non si pone limiti (come esige la sua storia), ma questo non significa che i limiti si possano superare. Adesso bisogna solo ricostruire. Gli errori del passato e gli infortuni, ultimo quello di Quagliarella (che garantiva i gol) incidono molto. Ci vuole tempo, non bisogna avere fretta: non si deve comperare tanto per comperare; meglio spendere più soldi per un solo giocatore che abbia una prospettiva.
Può farci qualche nome?
Bale, il terzino sinistro (lo considero ala sinistra) del Tottenham. Ha 22 anni, costa, ma per 10 anni sarà un grande giocatore. Serve la capacità degli osservatori di selezionare giocatori utili. Guardo tutto il calcio europeo: ho visto il turco 22enne centrocampista del Borussia Dortmund Sahin: possibile che nessuno in Italia abbia pensato a lui? Bisogna puntare ai giocatori grandi in potenza e allo stesso tempo investire in talenti come Fabregas o Bale.
Come si spiega l’acquisto di Luca Toni?
Toni è l’emergenza. Non è mai stato grande: è macchinoso e lento. A gennaio non si poteva fare altro. Resta sempre un buon giocatore, ma è evidente che è a tempo determinato. Non c’era altra soluzione. Se poi è costato troppo (avrei preferito un prestito), sono soldi buttati. Da questo momento in poi la Juve deve già pensare al sostituto di Toni, che però non deve avere più di 25 anni. Bisogna ponderare gli acquisti, soffermandosi sui giocatori tra i 22 e i 25 anni.
Fra gli errori del passato, figura anche il salario oneroso di Amauri. Difficile che una squadra possa garantirgli uno stipendio da 4 milioni di euro a stagione…
Amauri non è mai stato una grande giocatore: a 28 anni non si diventa grandi giocatori. E’ un buon giocatore pagato troppo e con un ingaggio elevato. La società deve avere chiari i costi di acquisto e i costi di gestione (come ridurre gli stipendi). I costi di acquisto devono essere giustificati dal valore del giocatore, vedi come il caso di Bale o Fabregas. Poi è necessario puntare sui giocatori utili come Pepe.
Nei costi di gestione rientra anche la posizione di Buffon, che a giugno molto probabilmente saluterà il gruppo. E’ d’accordo?
Anche in questo caso la politica precedente di Moggi e di Giraudo è sempre stata chiara, basta ricordare l’episodio Zidane. Questo è il momento di vendere per incamerare dei quattrini oppure non lo si vende più e si sceglie di tenerlo fino al termine della carriera. Se c’è bisogno, si sacrifica un campione che ha un ingaggio superiore. Questa deve essere una strategia politica societaria. Con tutto il rispetto possibile per Buffon, che resta un grande, va venduto. Si tiene Storari per un anno o due e si punta su un giovane come Mirante. Sarà difficile trovare un altro Buffon (un fenomeno) che a un certo punto ha dato tutto quello che doveva dare: non potrà dare di più di quello che ha dato in passato.