Se Gennaro Delvecchio si è ritrovato all’improvviso in migliaia di formazioni del Fantacalcio in tutta Italia, il merito è anche di Walter Mazzarri. Con il tecnico livornese, infatti, l’attuale giocatore dell’Atalanta, divenne uno dei più ambiti centrocampisti del cosiddetto listone. Perché? Semplice: segnava. E tanto per essere un mediano. Stagione 2008-09, Delvecchio è alla Sampdoria. In panchina siede per il secondo anno consecutivo Mazzarri, arrivato sesto nel campionato precedente, che decide di cambiargli ruolo. Da centrocampista a mezza punta. Risultato? Delvecchio firma 6 gol in 28 partite di campionato. Il suo record in serie A. “Fu la mia annata più positiva in assoluto – rivela Delvecchio in esclusiva a ilsussidiario.net -. Forse la posso paragonare solo con il campionato 2006-07 con Novellino. Ma di Mazzarri ho anche il ricordo del 6° posto dell’anno prima”.
Qual è la qualità di Mazzarri che ha apprezzato di più alla Sampdoria?
Il modo di comunicare con i giocatori. Walter è sempre aperto, disponibile con tutti, ci tiene a chiarire e spiegare ogni cosa. Nella gestione del gruppo è davvero formidabile. Infatti la cosa che per me ha contraddistinto quelle stagioni insieme è proprio il bel rapporto che avevo con lui.
In più Mazzarri è uno che di calcio ne capisce: come la trasformò in goleador?
In serie B e nell’anno con Novellino alla Sampdoria avevo già segnato parecchio per un centrocampista. Lui mi chiese di inserirmi ancora di più negli spazi. A volte addirittura mi schierò mezzapunta, anche se avevo sempre precisi compiti in fase di copertura. E cioè infastidire il playmaker avversario. Andò bene e con lui segnai anche a Inter e Milan…
Chi tatticamente fa il suo lavoro nel Napoli attuale?
Direi Hamsik, che non è una punta, ma è più che un centrocampista. Soprattutto per la sua abilità nel trovare i varchi giusti nelle difese avversarie e fare gol.
Assomiglia questo Napoli alla Sampdoria di quegli anni?
Gli uomini sono molto diversi. Noi avevamo in Cassano l’uomo su cui puntare. Correvamo tutti per Antonio, che spesso risolveva le partite con una sua giocata, ma che a volte non era in giornata e perciò ti ritrovavi a giocare praticamente in 10. Nel Napoli di oggi invece corrono tutti e tutti insieme. Merito sicuramente del mister. Lavezzi è la stella della squadra, ma avete visto quanti chilometri si fa?
Se lo aspettava un Napoli così in alto in Primavera?
Devo dire che gli azzurri meritano assolutamente la posizione che occupano in classifica. Anche se credo che nessuno in Italia potesse immaginare di vedere il Napoli a 3 punti dalla vetta a questo punto del campionato. Lo stesso discorso vale per l’Udinese.
Quanto c’è di Mazzarri in questa stagione magica dei partenopei?
Decisamente molto. L’allenatore conta tanto. È lui che inculca ai giocatori idee e valori. Se un tecnico è bravo a trasmettere il suo pensiero alla squadra, allora non può che ottenere buoni risultati.
Mazzarri bravo comunicatore, eppure si dice che non abbia moltissimi amici nel mondo del calcio. E anche con i giornalisti i rapporti a volte sono stati un po’ freddini…
Lui dice molto più frequentemente dei suoi colleghi quello che pensa. E questo può dar fastidio a qualcuno. Soprattutto agli altri allenatori. Ma la sua forza è proprio credere in quello che fa. Non può rinunciare alle sue convinzioni, al suo progetto. E secondo me fa bene ad agire così.
Fisicamente le squadre di Mazzarri sono preparate per arrivare sino in fondo al 100%?
Sicuramente. Il Napoli può arrivare sino a maggio ancora in buone condizioni di forma. Questo perché Walter comunica tanto con i giocatori. Capisce le situazioni, le esigenze della sua squadra: se qualcuno è stanco, se un altro è carico. E questo è importante.
Tu chi tifi nella volata scudetto?
Dico la verità: mi spiace per Walter, cui faccio il miglior in bocca al lupo, ma sono rimasto troppo legato al Milan, con cui ho disputato una tournee in America. Un’esperienza grandiosa, che mi ha fatto conoscere una società fantastica fatta di campioni e belle persone. Ecco, mi sento ancora di appartenere alla galassia rossonera in qualche modo. E perciò per lo scudetto tifo Milan.
I rossoneri restano favoriti anche se non sembrano brillantissimi ultimamente?
Sì. Il Milan è la squadra più forte. Dietro c’è l’Inter, che ha un gruppo compatto e abituato a vincere. Il Napoli lo vedo minimo terzo. Anche se le sorprese non finiscono mai…
Una battuta sull’Atalanta per finire: che società sta costruendo Percassi?
Sinceramente, sono rimasto straordinariamente colpito dal progetto del presidente. Un uomo che ha a cuore la sua città e la passione per il calcio. L’entusiasmo è diffuso, vogliamo subito conquistare la serie A. Ma il piano non si ferma lì: tornare nella massima divisione è solo la prima tappa. Credo che a Bergamo vogliano davvero fare le cose in grande…
(Marco Guidi)