La partita tra Verona e Chievo si chiude con la vittoria degli ospiti per 0-1, grazie al gol di Lazarevic nei minuti di recupero. In pochi avrebbero immaginato il successo del fanalino di coda, ma la formazione messa in campo dal nuovo tecnico Eugenio Corini è stata capace di affrontare i cugini del Hellas nel migliore dei modi. Le premesse della vigilia vengono subito smentite nei primi minuti: la gara parte a marce ingranate, i ritmi s’impennano sin dalle prime battute e appare subito evidente quale sia la squadra più in difficoltà. Il pubblico di casa non riconosce i propri beniamini che tanto avevano impressionato in questo avvio di stagione e perciò i clivensi provano a gestire il pallone. Una partita molto confusa dal punto di vista dell’impostazione del gioco, sebbene la forza di volontà dei ragazzi di Corini abbia prevalso e inciso sul risultato finale.
Il tanto atteso derby del Bentegodi non è stata una partita ricca di emozioni, fino a pochi secondi dalla fine va in scena uno spettacolo che non regala colpi di scena in grado di catturare l’attenzione del pubblico. Nel primo tempo non si contano occasioni da gol nette, eccezione fatta per la rete annullata a Cesar a 4 minuti dall’inizio per posizione di fuorigioco. Nella ripresa le due squadre si scoprono e i continui cambi di fronti, per quanto riguarda il possesso palla, permettono alle due formazioni di rendersi pericolose nel settore offensivo. Il Verona prova a spingere ma è il Chievo a punire sui titoli di coda.
Stando alle rispettive posizioni in classifica, nessuno si sarebbe aspettato questo momentaneo ribaltamento delle gerarchie. Nel primo tempo il centrocampo dei padroni di casa concede troppo agli avversari a causa dei ripetuti errori di Donati e Jorginho; Toni non è decisamente in giornata e crea poco movimento, Gomez idem. Nella ripresa i ragazzi di Mandorlini provano a pungere sin dai primi minuti portandosi spesso e volentieri sul fondo ma gli attaccanti non sono mai in grado di impensierire Puggioni.
La gestione Eugenio Corini comincia a dare i suoi frutti sin dalla prima partita. Il tecnico del Chievo è uno conosce bene questo tipo di gare e invita i suoi a chiudere tutti gli spazi nella zona nevralgica del rettangolo di gioco, il centrocampo. La linea a 5 è impenetrabile e induce continuamente i giocatori del Hellas all’errore. Nella seconda frazione di gioco gli spazi si aprono anche nelle fila degli avversari e perciò è il Chievo a rendersi pericoloso in diverse occasioni. Ovviamente i tifosi del Chievo si augurano che la vittoria di oggi non rappresenti un fuoco di paglia e se la squadra continuerà in questo modo potrà uscire dalle sabbie mobili del fondo classifica in tempi brevi.
Risulta sufficiente l’operato dell’arbitro che parte alla grande fischiando un fuorigioco dopo appena 4 minuti sul gol irregolare di Cesar. Chiaramente bisogna anche dare merito ai guardalinee che si sono concentrati al massimo sin da subito. Tuttavia non è stata una partita particolarmente difficile da arbitrare, basti pensare che alla fine dei 90 minuti si registrano solamente due fuorigioco.
Il parziale tra Verona e Chievo finisce 0-0. Chi pensava che sarebbe stato un monologo daparte dei ragazzi di mandorlini si è sbagliato di grosso. La nuova gestione del Chievo ragata Corini comincia col piede giusto. Finalmente i clivensi cominciano a dare segni di vita a partire dalla fase di non possesso palla. Il 4-5-1 orchestrato dal tecnico funziona alla grande: l’Hellas fatica a trovare i varchi nella difesa avversaria grazie alla copertura degli spazi da parte dei centrocampisti del Chievo, che fino a questo momento sono stati i veri protagonisti del match. Rigoni trascina i suoi compagni senza avere fretta di verticalizzare mentre dall’altra parte Donati e Jorginho continuano a commettere troppi errori. Una partita prevalentemente giocata a centrocampo, in cui i ritmi di gara si sono impennati si dai primi minuti di gioco. Nonostante la cattiveria agonistica messa in campo dai vari giocatori, il fair play domina i primi 45′ minuti di gioco; da segnalare le ammonizioni prima di Moras e poi di Thereau. Toni non sembra in giornata, il veterano dell’Hellas non si muove molto negli ultimi 30 metri e di conseguenza tutta la squadra fatica a colpire gli avversari. Ci sono state complessivamente poche occasioni da gol, nessun vero tentativo che abbia impensierito i due portieri. L’unico episodio da segnalare è un gol annullato a Cesar per posizione irregolare dopo una palla buttata in area da Thereau su punizione.
Verona
Incolpevole sulla rete subita al 92′, si dimostra reattivo nelle rare occasioni in cui gli avversari provano a pungere.
Mister Mandorlini lo reinventa terzino e lui lo ripaga al meglio. Abile in fase difensiva e riesce a portarsi sul fondo con estrema facilità.
Ordinato in fase difensiva e opera bene nelle rare occasioni in cui viene chiamato in causa.
Oggi è il pilastro della difesa del Verona, recupera moltissimi palloni riesce a servirne altrettanti ai suoi compagni, ben 46.
Il terzino sinistro viene preferito a Cacciatore e la sua prestazione non è delle migliori. Nel primo tempo non si porta quasi mai sul fondo per effettuare il cross, nella ripresa ci prova timidamente ma nel complesso la sua prestazione non è sufficiente.
Quella sceso in campo oggi è sembrata la sua brutta copia: molti passaggi sbagliati in fase d’impostazione e pochi spunti per far ripartire al meglio le manovre in attacco.
Decisamente insufficiente la prestazione del centrale di centrocampo, gli manca l’estro per imbeccare i compagni del reparto offensivo e non riesce mai a seguire il ritmo della partita.
Capisce subito che il Chievo riesce a chiudere al meglio tutti i varchi e così cerca di ritagliarsi uno spazio vitale sulla corsia di sinistra dove prova a duettare coi compagni per andare al cross.
E’ l’unico del settore offensivo che riesce realmente a impensierire le retrovie avversarie. Tanta corsa e sacrificio tuttavia vanificati dalla poca lucidità dei compagni di reparto.
Il sempreverde oggi non è in splendida forma, il suo gioco di sponda non riesce ad attecchire in una partita in cui Dainelli ha decisamente la meglio in ogni duello.
Se le sortite in fascia sono uno dei suoi pezzi più pregiati del repertorio, oggi non riesce mai a entrare in partita e quelle volte che cerca il pallone lo perde con estrema facilità. Non pervenuto.
Probabilmente non si aspettava una tale organizzazione di gioco da parte del Chievo. Le manovre offensive, che hanno come terminale Luca Toni, vengono ben presto neutralizzate e non riesce a trovare alternative in grado di impensierire gli avversari.
Chievo
Non è stata una partita estremamente impegnativa per lui. Viene spesso chiamato in causa sui calci da fermo degli avversari e risponde nel migliore dei modi.
Un avio di gara abbastanza incerto ben presto recuperato dalla buona prestazione della ripresa.
Impeccabile sotto ogni punto di vista. Conosce bene l’ex compagno di squadra Luca Toni, sembra conoscere ogni suo movimento e neutralizza tutte le sue iniziative. Un lavoro pulito.
A parte un brutto errore in fase di costruzione del gioco la sua gara risulta nel complesso sufficiente.
Oggi il terzino senegalese è una diga insuperabile sulla fascia sinistra, vanifica ogni tentativo di Gomez.
Parte da sinistra per trovare lo spazio necessario nella trequarti avversaria nel corridoio centrale e duetta in diverse occasioni con Thereau.
Sicuramente l’uomo partita. Entra al 60′ al posto di Sestu, impensierisce da subito le retrovie avversarie e, a pochi secondi dalla fine, mette a segno il gol che regala alla squadra 3 punti più che fondamentali.
Una partita decisamente convincente la sua, e lui che in ben due occasioni si porta vicino al gol. Prima con un gran tiro da fuori area e poi grazie a un assist di Lazarevic.
E’ la mente del centrocampo di Eugenio Corini, amministra la meglio il gioco e invita i suoi alla calma nei momenti di difficoltà.
Lotta con cattiveria agonistica, sebbene non sia molto preciso a impostare recupera molti palloni preziosi. E’ suo l’assist vincente.
Si da un gran da fare sulla corsia laterale ma sembra correre a vuoto. Non entra mai nel vivo delle azioni, l’unica emozione che regala è un tiro da fuori area che tuttavia viene deviato in angolo da un difensore del Verona.
Come al solito svaria da una fascia all’altra sulla trequarti avversaria per farsi passare la palla dai compagni. Si crea da solo l’occasione da gol più limpida della serata partendo in velocità da centrocampo.
Il tecnico, ex giocatore di entrambe le squadre, organizza al meglio la partita e capisce e crea una vera e propria diga nei pressi del centrocampo limitando l’iniziativa degli avversari basata sulle ripartenze veloci.