Torino batte Catania 4-1. Finisce con una goleada la partita dell’Olimpico, Giampiero Ventura ritrova il sorriso che aveva perso e la sua squadra sale a quota 15 punti in classifica superando il Milan e – almeno temporaneamente – il Cagliari. Oggi non c’è stata partita: il Catania deve assolutamente risalire la corrente onde evitare di crollare troppo presto, per il momento resta ultimo e senza uno spiraglio di luce per far sperare in tempi migliori. Il gol di Leto ha contribuito a ridare interesse a una partita altrimenti in ghiaccio dopo mezz’ora; ma a dirla tutta all’inizio del secondo tempo l’interesse nel risultato finale era già finito, e solo i propositi di goleada del Torino hanno mantenuto un barlume di attenzione su una gara altrimenti noiosa e a senso unico. Quando gioca così il Torino vale anche più dell’attuale dodicesimo posto in classifica. Resta qualche problema di concentrazione, come quando i granata subiscono il 2-1 e rischiano di vanificare tutto; ma il potenziale offensivo è per distacco il migliore delle squadre di medio rango, e questo fa decisamente la differenza. Così non si va da nessuna parte, anzi: si va direttamente in Serie B. Squadra molle, che certamente risente di assenze importanti ma che non ha assorbito le cessioni estive e non ha ancora trovato una strada per uscire dalle difficoltà. Forse il problema non era Maran; mezzo voto in più per una sorta di reazione dopo il gol di Leto. Prende un mezzo abbaglio quando caccia Ventura, che sembra avercela più con i suoi giocatori e la situazione in sè (almeno, questa è la sua spiegazione); nel complesso però arbitra bene una partita non troppo impegnativa.
Nel secondo tempo abbassa la saracinesca e impedisce al Catania di riaprire la partita in maniera definitiva.
Dietro non passa nessuno, e tanto basta: oggi gli si chiedeva quello.
Ordinaria amministrazione in una partita nella quale gli avversari pungono poco.
Il gol è il giusto premio per una stagione fin qui molto positiva, rispecchiata dalla prestazione di oggi.
Solita presenza sulla fascia, anche se questa volta non spinge come in altre occasioni.
Si vede che è inserito nei meccanismi: fa quello che gli chiede Ventura, e vista la scarsa opposizione si vede anche in zona gol. Sempre prezioso.
Anche lui, che sta studiando alla scuola dei “registi adattati”, gioca una partita giudiziosa e propositiva.
Non brillantissimo, ma quello che deve lo fa con costrutto. (74′ BRIGHI sv)
Poco nel primo tempo, ma quando accende la luce è devastante. Mette sulla testa di Moretti il pallone del 3-1, poi sfiora due volte il gol nel finale.
Dimostra che la categoria è quella giusta: sta diventando bomber di razza anche in Serie A. Gol di freddezza e talento, come al solito regala un lavoro enorme in aiuto alla squadra. ()
Non aveva mai segnato in serie A: ne fa due dimostrandosi opportunista vero, facendosi trovare pronto quando c’è bisogno di mettere la palla in porta. ( Entra per blindare la vittoria: missione compiuta)
Prende quattro gol quasi senza reagire, ma la colpa non è propriamente sua.
Sufficienza solo perchè rifiuta di uscire nonostante l’infortunio. Un gladiatore, ma gioca sotto il par.
Uno della sua esperienza non può commettere errori del genere in periodi tanto delicati. Mette subito la gara sui binari dell’impossibile o quasi.
Inadeguato: gli entrano da tutte le parti, peccato perchè aveva mostrato qualità.
Perde il contrasto fisico con Cerci in occasione del secondo gol, non si riprende più.
Uno come lui dovrebbe avere passo e qualità per emergere dalle difficoltà. Invece, non ci riesce mai.
Forse uno dei meno peggio, quantomeno in risalita rispetto a certe prestazioni negative. Tuttavia, paga ancora l’ombra di Lodi sul Massimino. ()
E’ lui che serve El Kaddouri per il raddoppio, tentando il recupero. De Canio poi lo toglie subito, non dandogli tempo di rimediare.
( Unico merito: serve la palla del 2-1 a Leto, poi inizia a giocare quando la partita è finita)
Un altro che di fatto non entra in campo. De Canio si adegua: fuori dopo mezz’ora.
( Il gol è casuale, ma almeno tira in porta facendo capire che serve quello. Rimane sulla soglia della sufficienza, ma nemmeno va oltre)
Perso tra le maglie granata, lui stesso cerca il giocatore brillante del primo anno a Catania, senza sapere dove sia finito.
Non si vede praticamente mai: quando le cose vanno male, la gioventù può non servire. Si rifarà.
Marcatori: 10′ Immobile (T), 34′ El Kaddouri (T), 50′ Leto (C), 59′ Moretti (T), 61′ El Kaddouri (T)
Padelli; Darmian, C. Bovo, E. Moretti, D’Ambrosio; Basha, Vives, Farnerud (74′ Brighi); Cerci, Immobile (81′ Meggiorini), El Kaddouri (65′ Glik). A disp.: Berni, L. Gomis, S. Masiello, Pasquale, Maksimovic, Bellomo, Barreto. All.: Ventura
Andujar; P. Alvarez, Legrottaglie, Gyomber, Capuano; Plasil, Tachtsidis (83′ Freire), Guarente (36′ Barrientos); Castro (36′ Leto), Maxi Lopez, Keko. A disp.: Frison, Ficara, Monzon, Peruzzi, Rolin, Spolli, Biraghi, Petkovic. All.: De Canio
Arbitro: Tommasi
Ammoniti: Gyömbér (C), C. Capuano (C), Bovo (T), D’Ambrosio (T), Leto (C), P. Alvarez (C)