Si gioca questa sera alle ore 21 Nigeria-Spagna, terza e ultima giornata del gruppo B di Confederations Cup. Si decide il primo posto nel gruppo (in contemporanea c’è Uruguay-Tahiti): a Fortaleza l e Furie Rosse avranno un grande vantaggio, perchè sarebbero scavalcate dalle Super Aquile solo qualora dovessero perdere con quattro gol di differenza. Francamente difficile che succeda, mentre è altamente probabile che la Nigeria concluda questa sera il proprio torneo, perchè l’Uruguay gioca contro Tahiti e l’unica speranza di qualificazione è una vittoria contro la Spagna che preservi però la differenza reti (per ora +4, mentre la Celeste è a 0 ma questa sera può facilmente goleare). Arbitra Aguilar, di El Salvador.
“Contro la Spagna può succedere di tutto”. Così Stephen Keshi presenta la partita contro le Furie Rosse. “Possiamo raggiungere qualunque risultato, dipende da quanta volontà avremo. Dovremo desiderare ardentemente la vittoria e ovviamente sperare anche in un po’ di fortuna. Di sicuro, non posso mettere in discussione la lealtà e il livello di impegno dei ragazzi”. Dopo la passeggiata di salute contro Tahiti e la sconfitta di misura contro l’Uruguay, la Nigeria gioca la partita decisiva, purtroppo però contro la squadra peggiore. E lo fa senza Oduamadi: il laterale di proprietà del Milan si è infortunato contro l’Uruguay, probabilmente sarà comunque a disposizione ma non partirà titolare e difficilmente lo vedremo in campo. Il suo posto lo prende Babatunde, esterno del 1992 che gioca in Ucraina nel Kryvbas. Come al solito le speranze sono riposte nei calciatori con esperienza europea: Obi Mikel sarà in mezzo al campo a dettare i tempi, insieme a lui sono confermati Ogu e Mba. Linea difensiva, davanti ad Enyeama, che prevede i terzini Ambrose (piace al Liverpool) e Echiejite, già in gol contro Tahiti, e i due centrali Omeruo (gioca nel Chelsea) e Oboabona. Musa e Ideye completano il tridente offensivo: in assenza di Oduamadi, all’attaccante esterno del CSKA Mosca è chiesto lavoro extra per cercare di bucare la retroguardia spagnola, puntando sulla velocità.
Come detto Oduamadi ci sarà, ma dovrà accettare di non poter scendere in campo. Gli altri che potrebbero dare una mano sono gli “europei” Ogude e Ujah, oltre a Edjide; l’attaccante Akpala, che gioca nel Werder Brema, è pronto a dare il suo contributo. Si tratta di una nazionale molto giovane, l’elemento con più presenze, a parte il portiere Enyeama, è John Obi Mikel che è solo un 1987 ma ha già messo insieme quasi 50 presenze.
Non ce ne sono, a meno che Oduamadi non rimanga fuori del tutto.
Per la Spagna il proscenio è andato ad Andres Iniesta, a riposo contro Tahiti (ha giocato il quarto d’ora finale): “Il modo migliore di rispettare i tuoi avversari è quello di giocare meglio che puoi e non rilassarti”, ha detto tornando sul 10-0 inflitto ai polinesiani. E ancora: “E’ bello che il nostro calcio piaccia ai brasiliani, noi cerchiamo sempre di pensare a giocare e divertirci”. Vicente Del Bosque “festeggia” oggi i 10 anni da quando è stato esonerato dalla panchina del Real Madrid: sette titoli per lui con le Merengues in tre stagioni e mezza, gli stessi trofei che la squadra ha vinto nella decade senza di lui, che era considerato vecchio e sorpassato. Il CT, che con le Furie Rosse ha vinto un Mondiale e un Europeo, dimostra di essere un freddo calcolatore: contro Tahiti ha fatto giocare la formazione B (il solo Sergio Ramos era reduce dalla prima gara contro l’Uruguay ed è stato sostituito all’intervallo), questa sera rimanda in campo i suoi titolari. Con la chicca finale: in porta c’è Victor Valdes, terzo portiere in tre partite. Così, tutti i 23 calciatori portati in Brasile avranno giocato almeno un minuto di questa competizione. Arbeloa e Jordi Alba sulle fasce, Sergio Ramos e Pique e centrali, la linea a quattro è equamente divisa tra Barcellona e Real Madrid. Dalla cintola in su è invece un dominio blaugrana: il centrocampo è quello dei successi di Guardiola e Vilanova, Xavi-Sergio Busquets-Iniesta. Davanti a loro, ad affiancare la punta Soldado (Del Bosque prima di partire per il torneo aveva detto che avrebbe fatto giocare un vero numero nove) ci sono Fabregas e Pedro. Otto giocatori su undici sono del Barcellona: niente male.
Tornano a sedersi in panchina, come se nulla fosse, calciatori come Torres, Villa, Silva, Mata, Javi Martinez. Non sono riserve, sono titolari che partono da fuori solo perchè a calcio si gioca in undici, e lo stesso si può dire anche di Santi Cazorla, e di Azpilicueta e Raul Albiol che in qualsiasi altra nazionale sarebbero titolari. Chi soffre maggiormente di questa situazione è il tandem Torres-Villa, fondamentale nei successi del 2008 e 2010 e ora relegato a comprimario del nuovo che avanza. Anche loro però, che hanno dato vita a una sfida del gol contro Tahiti (finita 4-3 per l’attaccante del Chelsea) avranno il loro spazio da qui alla fine della Confederations Cup-
Molto probabilmente la semifinale sarà contro l’Italia; per quella gara rischiano di non essere a disposizione Pique e Cazorla, il primo ammonito contro l’Uruguay, il secondo contro Tahiti. Come abbiamo visto, Del Bosque ha ampie garanzie in panchina per sostituire gli eventuali squalificati.
1 Enyeama; 5 Ambrose, 22 Omeruo, 2 Oboabona, 3 Echiejile; 4 Ogu, 10 Obi Mikel, 19 Mba; 7 Musa, 8 Ideye, 15 Babatunde. All. Keshi
A disp: 16 Ejide, 23 Agbim, 6 Egwuekwe, 9 Akpala, Muhammad, Kwambe, Ogude, Ujah, 18 Eze, 21 Benjamin, 20 Oduamadi
Squalificati: –
Indisponibili: –
12 Victor Valdes; 17 Arbeloa, 3 Pique, 15 Sergio Ramos, 18 Jordi Alba; 8 Xavi, 16 Sergio Busquets, 6 Iniesta; 10 Fabregas, 14 Soldado, 11 Pedro. All. Del Bosque
A disp: 1 Casillas, 23 Reina, 5 Azpilicueta, 2 Raul Albiol, 19 Nacho Monreal, 4 Javi Martinez, 20 Cazorla, 21 David Silva, 13 Mata, 22 Jesus Navas, 9 Torres, 7 David Villa
Squalificati: –
Indisponibili: –
Arbitro: Aguilar (El Salvador)