Sul Corriere dello Sport di oggi compare la testimonianza di uno scommettitore di professione che viene chiamato Mister X per mantenere l’anonimato. Dalle sue parole riguardanti l’inchiesta della Procura di Cremona che ha scatenato un polverone nel mondo del tennis italiano si evince che la storia sarebbe ormai sorpassata; si parla di tanti anni fa. “Conosco tutti i personaggi nominati, anche se non ho mai cercato di corrompere nessuno” afferma. E sostiene poi che, per esempio, Daniele Bracciali non si sia mai venduto un incontro: “Era stato presentato da un amico a uno di questi personaggi ma quando gli è stato proposto di fare l’affare ha cercato di dire di no in maniera diplomatica”. Dalla testimonianza di Mister X si evince che l’epoca aurea delle scommesse sul tennis è ormai passata: “Tra il 2005 e il 2008 ci saranno state centinaia di partite combinate. Noi del giro le conosciamo tutte e se ne è pure parlato, ma il problema è trovare le prove. Nessuno è andato in galera nemmeno per una in cui si sono giocati milioni di euro: si sa che c’erano dietro tre russi”. Ci sarebbero anche dei nomi illustri, magari non campionissimi ma giocatori da Top 30 del ranking ATP – anche tra le donne – “e conosco personalmente uno che ha fatto più soldi con le scommesse che con i montepremi, c’è anche chi si è messo in tasca soldi per vincere solo un set”. Russi, polacchi, “magari gli italiani, i ‘furbetti del quartiere’ che si mettono d’accordo per vincere un set a testa e si giocano poi il terzo”. Anche adesso? Sì, secondo Mister X; ma soltanto nei Challenger, cioè i tornei minori. “I controlli sono aumentati anche sui siti di scommesse e hanno tutti paura”. Con un altro distinguo. “Quando oggi sento parlare di mafia e malavita organizzata mi viene da ridere: certo qualcuno si fa la propria rete, ma si tratta di giri indipendenti che nascono per fregare qualche bookmaker. In mezzo c’è anche gente che ha perso tanti soldi; altro che geni del male”. Insomma, niente di che a sentire queste parole; ma l’indagine è in corso.
Si allarga il caso delle scommesse nel mondo del tennis. Vengono fuori altre conversazioni e nel registro degli indagati della Procura di Cremona si iscrivono altri nomi; per esempio quello di Filippo Volandri, tennista tuttora in attività e che sarebbe stato il peggiore, come da una conversazione tra Manlio Bruni e Enrico Sganzerla – lo riporta anche il Corriere dello Sport – che poi nel dettaglio parlerebbero di certi incontri che il fiorentino avrebbe “sistemato”. Quello che la Procura ritiene di aver capito è che Roberto Goretti, attuale direttore sportivo del Perugia, avrebbe presentato Bruni a Daniele Bracciali; e il tennista toscano sarebbe stato il tramite per far entrare altri giocatori nel giro. Compare anche una chat nella quale Bruni rassicura Bracciali a quel tempo in odore di multa e squalifica: I veri ladroni non li prendono. Con tre no mi, tra cui quello di Volandri e anche un Nikolay che sarebbe Davydenko, già nella Top Ten del ranking ATP e oggi oltre la duecentesima posizione. Intanto Volandri ha risposto alle accuse, o comunque alla comparsa del suo nome nel registro degli indagati: Sono sorpreso ha detto soprattutto perchè senza uno straccio di prova ci sono tanti nomi buttati nel calderone. Io sono tranquillo anche se mi girano molto le scatole, perchè come al solito ti ritrovi dentro una cosa ma poi nessuno parla di quando ti scagionano. Sarò stato fortunato, ma nessuno mi ha mai avvicinato per vendere una partita; non esiterei a denunciare la cosa allATP se me ne accorgessi, ma devo dire che non vedo tutta questa criminalità nel mondo del tennis. E poi unaccusa: Perchè si parla solo di noi italiani? Forse perchè siamo più deboli e facili da colpire?. In ogni caso linchiesta procede, e ci saranno ulteriori sviluppi.
In attesa di ulteriori notizie e indagini sulla bufera scommesse nel mondo del tennis, si è fatta sentire anche la FIT. La Federazione Italiana ha chiesto alla Procura di Cremona che le siano presentati gli atti dell’inchiesta; “se saranno accertati si tratta di fatti gravissimi e noi siamo parte lesa”, queste le prime dichiarazioni riportate da Sky Sport. Come detto dalle indagini sarebbero emersi i nomi di Daniele Bracciali e Potito Starace in relazione con personaggi già noti alla Procura per l’inchiesta sul calcioscommesse. Da vedere ora a cosa porterà lo sviluppo delle indagini.
Linchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse allarga il suo raggio di azione e va a colpire anche il mondo del tennis. La prima parte dellincidente probatorio fatto su pc, tablet e smartphone degli indagati ha infatti rivelato alcune chat di Skype, cancellate ma riemerse dai dispositivi elettronici; naturalmente si sta ancora parlando di indizi e non di fatti conclamati, ma ci sono conversazioni che effettivamente dicono molto. Due i nomi che in particolare fanno capolino tra le righe: quello di Daniele Bracciali, classe 76 e capace di raggiungere per due volte il terzo turno a Wimbledon, e quello di Potito Starace, oggi 33 anni, nessun titolo ATP (quattro finali perse) e due volte al terzo turno del Roland Garros. Due dei cinque tennisti (gli altri: Giorgio Galimberti, Alessio Di Mauro e Federico Luzzi) che tra 2007 e 2008 erano stati multati e squalificati per aver scommesso su alcune partite di tennis (ma di altri giocatori) e su incontri di poker. I due sarebbero poi entrati in un giro di scommesse condotto in particolare da due persone, già note alla procura perchè inserite nel registro degli indagati: Massimo Erodiani, titolare di unagenzia di scommesse, e Manlio Bruni ovvero il commercialista bolognese di Beppe Signori. Nomi come detto conosciuti nellambito di questa inchiesta; il Corriere dello Sport riporta brani di alcune conversazioni, per esempio quella tra Erodiani e tale Corradino in riferimento alla finale del torneo ATP di Casablanca 2011. Starace perse 6-1 6-2 contro lo spagnolo Pablo Andujar; i precedenti erano 5-0 a favore del tennista campano e per questo motivo le quote a favore dello spagnolo erano significativamente alte. Nella conversazione si parla anche della semifinale tra Andujar (diventato Ansimar) e Albert Montanes. Ma cè anche uno stralcio di chat tra Bracciali e Bruni, che un tale Goret (ancora senza identità) avrebbe provveduto a far conoscere, nella quale si parla di un incontro tra il tennista toscano e lamericano Scoville Jackson a Newport (luglio 2007). Per non rischiare è indispensabile che tu vinca il primo set e, se possibile, andare un break avanti nel secondo gli dice Bruni, e Bracciali risponde che gli è stato riferito come lavversario sia scarso, e quindi ci sia il rischio che qualcuno possa scoprire linghippo. Siamo solo allinizio dellinchiesta, ma emergono particolari: sarebbe coinvolta anche una certa Mara (il Corriere dello Sport ipotizza che possa trattarsi di Mara Santangelo, ma il cognome non compare mai e quindi non se ne può essere certi), mezza rotta come scrive Bruni in una conversazione, rivelando anche che Simone Bolelli sarebbe stato difficile da trattare perchè il suo coach Claudio Pistolesi, evidentemente avvicinato, non era daccordo. Di più: in una conversazione del 3 novembre 2007 Manlio Bruni scriveva a un amico parlando di una mancata vincita su un match di Novak Djokovic (allora diciannovenne) dicendo che tramite lallenatore di Mario Ancic era stata contattata la fidanzata per una cena, senonchè il serbo aveva fretta di arrivare a Shanghai per il torneo seguente. Insomma, una bella bufera; per ora i fatti risalgono a tre anni fa ma linchiesta ha appena iniziato a scavare. Restiamo in attesa di eventuali novità.
(Claudio Franceschini)