Lazio-Frosinone termina 2-0 in favore dei padroni di casa. I gol portano la firma di Keita Balde Diao e Filip Djordjevic, migliore in campo; deludono Cataldi e Lucas Biglia. Tra gli ospiti bene Soddimo e Dionisi; male Daniel Ciofani.
La Lazio ospita allo stadio Olimpico il Frosinone, fresco dei primi tre punti della sua storia in Serie A. I biancocelesti, dopo il pesante ko subito al San Paolo contro il Napoli, si sono risollevati centrando due vittorie consecutive in campionato: oggi Pioli cerca il terzo successo per scacciare tutte le ombre di inizio campionato. Veniamo subito alle formazioni ufficiali con la Lazio che si schiera con il 4-3-3: Hoedt e Gentiletti formano la coppia centrale difensiva mentre in mezzo al campo spazio al trio composto da Parolo, Biglia e Cataldi; in attacco Djordjevic è affiancato da Krishna e Felipe Anderson. Partono invece dalla panchina Candreva, Onazi e Matri. Il Frosinone risponde con un accorto 4-4-2 con Soddimo e Paganini esterni e Dionisi-M.Ciofani coppia offensiva; Gucher e Chisbah sono i due mediani.
L’inizo è tutto di stampo biancoceleste con la Lazio che si rende pericolosissima tre volte in appena 10′. Inizia Lulic (6,5) che su una perfetta sponda aerea di Djordjevic (6) lascia partire un tiro potente dal limite dell’area che termina alto sopra la traversa di Leali (6). Il portiere del Frosinone si rende invece protagonista al 9′ sulla bordata di Felipe Anderson (6) schiaffeggiando in corner la conclusione del brasiliano. Proprio dagli sviluppi di questo calcio d’angolo gli uomini di Pioli sfiorano il vantaggio con un colpo di testa di Gentiletti (6,5): Kishna (5) mette dentro, Leali esce in ritardo e il difensore è libero di staccare nel cuore dell’area avversaria. La mira non è però delle migliori e l’occasione sfuma in un nulla di fatto. Il Frosinone si fa vedere poco dopo quando Pavlovic (6) scalda i guantoni a Marchetti (6) con una battuta dai 30 metri: è però un fuoco di paglia perché gli ospiti non riusciranno a creare altre chance. Al 36′ Pioli è costretto al primo cambio forzato: Marchetti lascia il posto a Berisha a causa di un taglio sotto l’occhio sinistro rimediato in uno scontro di gioco. Nel finale Kishna va a un passo dal gol: break di Biglia (6), Cataldi (5,5) crea lo spazio per l’inserimento di Kishna (5,5) che, con un tiro di punta, non centra il bersaglio grosso. Primo tempo che termina a reti inviolate.
Un derby è sempre un derby: Lazio-Frosinone non avrà lo stesso blasone di Lazio-Roma ma l’atmosfera che si respira all’Olimpico è comunque frizzante. I primi 45′ scorrono piacevoli e corredati di un numero discreto di palle gol. L’atteggiamento mostrato è quello giusto ma gli uomini di Pioli peccano di concretezza in zona gol. Il più costante tra i biancocelesti. Accompagna sempre l’azione sulla fascia mancina e mette in mezzo cross invitanti. Pochi inserimenti senza palla e idee troppo confuse per lui. Non riesce ad essere efficace. Sarà dura restare in trincea per 90′. La squadra di Stellone pecca di eccessiva passività. Lotta come un leone e sbaglia pochi palloni. La sua presenza in campo non si nota. Non fa niente per agevolare la manovra offensiva dei suoi.
A causa di un taglio sotto l’occhio sinistro rimediato a inizio gara, la sua gara termina avanti tempo. Ha il tempo di deviare in corner una punizione insidiosa di Pavlovic (dal 36’BERISHA 6 – Determinante su Dionisi e Soddimo nella ripresa; esce male sulla traversa colpita da Blanchard).
Finisce ko nella ripresa. Nell’ora di gioco in cui era in campo non ha disputato un match convincente (dal 60’KONKO 5,5 – E’ arrugginito e si vede. Riesce però a limitare i danni senza concedere troppo).
Nell’unico uno contro uno avuto con gli avversari nel corso del match viene bruciato malamente da Dionisi. Conferma il solito, enorme, difetto: è troppo lento.
Nel primo tempo va vicino al gol. Non commette errori particolari in fase difensiva.
In una parola: eroico. Risulta il migliore del primo tempo e resta in campo fino al triplice fischio nonostante un problema fisico.
Il ragazzino non disputa un buon match. Pochi inserimenti senza palla e idee ridotte al minimo.
Il capitano è troppo nervoso. Ammonizione a parte, non riesce ad impostare la manovra in modo pulito come sa fare.
La sua partita assomiglia a quella di Cataldi: a differenza del collega migliora però con il passare dei minuti. Nel finale, per necessità si ritrova a fare il terzino. Si divora un paio di gol.
Il brasiliano mostra diversi acuti interessanti ma pecca di concretezza nel momento decisivo.
Tanto lavoro sporco per l’attaccante di Pioli che grazie al suo pressing e ai suoi movimenti dà un grande contributo alla squadra. Appoggia a Keita l’assist del vantaggio e chiude il match con la rete del 2-0. Migliore in campo.
Inizia sbagliando un numero spropositato di palloni. Si riprende e va vicino alla gioia personale ma non basta per evitare l’insufficienza (dal 60′ KEITA B. 7 – Man of the match. La sua rapidità taglia in due la difesa del Frosinone. Sblocca la partita con un gol pesantissimo).
La vittoria arriva grazie ad una sua intuizione: l’inserimento di Keita. Ma l’allenatore biancoceleste si prende un bel rischio spendendo in un’ora tre sostituzioni: nel finale, complice un problema capitato a Lulic, la Lazio ha di fatto giocato in inferiorità numerica.
Un solo errore rilevante e tante parate decisive. Bravissimo nella ripresa a neutralizzare i tentativi di Parolo e Keita; non può niente sui due gol presi.
Da quella parte ha Lulic che è un brutto cliente. Il terzino riesce comunque a non scomporsi giocando un buon match.
Esordio in Serie A più che positivo. Non era facile mostrare la sua personalità contro un avversario complicato come la Lazio.
Partita eroica fino al gol di Keita. In quella circostanza lascia al neo entrato la possibilità di calciare. Sullo 0-0 colpisce la traversa.
Impensierisce Marchetti a inizio gara ma per ampi tratti di match non si nota (dall’86’ N. CASTILLO – SV).
Corre come un matto e tappa ogni buco che si viene a creare dalle sue parti (dal 74’TONEV 5,5 – Non incide come avrebbe sperato Stellone).
Insieme a Gucher forma una buona diga di centrocampo.
Leggermente più impreciso del proprio compagno di reparto.
Un motorino instancabile. Va vicino al gol nella ripresa con una giocata da applausi (dall’84’ VERDE – SV).
Non riesce a dare un grande contributo alla propria squadra.
Il migliore dei suoi. Colpisce un palo clamoroso e manda in tilt la lenta difesa avversaria.
I suoi giocano un primo tempo troppo passivo; ok nella ripresa. Avrebbe meritato di tornare a casa con almeno un punto.
(Federico Giuliani)