La riforma del ciclismo non è stata adottata con il consenso di tutte le parti in campo. Questa è la critica che la Cpa (Cyclistes professionnels associés), l’associazione dei ciclisti presieduta da Gianni Bugno, ha sollevato rispetto a quanto affermato dall’Uci (l’Unione ciclistica internazionale) sulla volontà dell’Aso di far uscire dal World Tour le corse che organizza, fra le altre Tour, Vuelta, Parigi-Roubaix e Liegi-Bastogne-Liegi, con la possibilità di creare un proprio circuito parallelo a quello dell’Uci decidendo per ogni corsa quali squadre invitare. Poi c’è il discorso della licenza per le squadre che passerebbe da annuale a triennale, il desiderio da parte dell’Uci di introdurre corse nuove a partire dal 2017 nel World Tour (clicca qui per leggere di più). Insomma per ora le varie parti non sono d’accordo, come ha sottolineato lo stesso Gianni Bugno. Per saperne di più, abbiamo sentito proprio lui in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Cosa la rende perplesso di fronte alla riforma del ciclismo adottata dall’Uci? Purtroppo non tutti sono d’accordo sulle decisioni prese dall’Uci e questo mi sembra il problema più grande da risolvere.
La Cpa, l’associazione dei ciclisti professionisti da lei presieduta, ha detto che molte parti in causa non hanno accettate le riforme dell’Uci… In effetti è così perché l’Aso, che organizza molte corse tra cui Parigi-Roubaix, Tour e Vuelta vorrebbe fare un suo calendario Hors Categorie, in cui non avrebbero un posto garantito di diritto le diciotto squadre che fanno parte del World Tour.
Cosa non convince l’Aso che vorrebbe uscire dal World Tour? Proprio il fatto che non c’è un accordo tra l’Uci e la stessa Aso, questa è la faccenda più spinosa da risolvere.
Ci sarebbero troppe corse? No, l’Uci vorrebbe fare un circuito chiuso di corse.
Cosa cambia per le varie squadre passando dalla licenza annuale a quella triennale? Niente, non cambierà assolutamente nulla.
In cosa invece non sarebbero tutelati i diritti dei corridori? Diciamo che il fatto di non avere la certezza di poter correre gare come quelle organizzate da Aso se non facessero più parte del World Tour non deporrebbe certamente a favore della loro carriera.
Che alternativa propone di fronte alle decisioni dell’Uci? Quella di trovare un consenso generale fra le varie parti.
Secondo lei si arriverà a un consenso totale fra le varie parti in causa? Speriamo che questo succeda, che si possa arrivare veramente a un accordo. (Franco Vittadini)