Dopo gli arrivi in salita all’Abetone e a Campitello Matese, oggi finalmente è arrivata la prima vera tappa dura di montagna di questo Giro d’Italia. 145 chilometri con partenza da Marostica e arrivo a Madonna di Campiglio. Si proprio quella, l’ultima salita dominata dal pirata Marco Pantani al Giro d’Italia, prima di quel maledetto giorno in cui lo fermarono. A tagliare con le braccia alzate la linea del traguardo è stato Mikel Landa, corridore dell’Astana, nonché gregario di lusso del capitano Fabio Aru. Lo spagnolo ha preceduto di 2 secondi il russo della Katusha Yuri Trofimov, di 5 secondi il leader della classifica generale Alberto Contador e di 6 secondi Fabio Aru.
Al quinto posto un sorprendente Steven Kruijswijk, portacolori del Team LottoNL-Jumbo, arrivato al traguardo con 38 secondi di ritardo dal vincitore di giornata. Andrey Amador centra il sesto posto nella classifica di tappa con un ritardo di 42 secondi. Poi a seguire Leopold König a un minuto, Tanel Kangert a 1 minuto e 10 secondi, Alexandre Geniez a 1 minuto e 49 secondi. Chiude la top ten un ottimo Damiano Caruso, che è riuscito a restare a lungo con i migliori, arrivato al traguardo con un distacco di 2 minuti e 13 secondi. Dopo una cinquantina di chilometri dall’inizio della tappa, un gruppetto di corridori, tra cui Giovanni Visconti, Beñat Intxausti, Ilnur Zakarin e Carlos Alberto Betancur (bravo anche oggi a inserirsi nella fuga di giornata) ha tentato la fuga da lontano. Ma il gruppo non ha lasciato grandi spazi ai fuggitivi, probabilmente anche a causa della presenza di un Visconti che resta comunque un uomo di classifica. Nella discesa de La Fricca, la Tinkoff-Saxo della maglia rosa ha mandato in avanti Sergio Paulinho, a cui l’Astana ha immediatamente risposto con Diego Rosa. Ma è sulla salita del Passo Daone che la squadra kazaka ha preso in mano la corsa e ha iniziato a fare selezione. Sin dalle prime rampe della salita alcuni nomi illustri hanno alzato bandiera bianca.
Il tasmaniano Richie Porte si è staccato e ha dato definitivamente l’addio (se non lo si era già capito ieri) alle speranze di far classifica in questa edizione del Giro. Il corridore della Sky è arrivato infine al traguardo con oltre 27 minuti di ritardo. Pochi chilometri più avanti è stato il simpatico colombiano della Etixx-Quickstep, Rigoberto Uran, a rinunciare alle sue velleità di centrare il podio finale. “Ciccio” ha mostrato di non avere le forze per reagire al forcing della squadra di Vinokurov, e il rifiuto di parlare con i giornalisti al traguardo lascia trasparire tutta la delusione del colombiano. Il suo ritardo alla fine è stato di 8 minuti. L’Astana è andata forte in salita tanto da isolare la maglia rosa Contador, rimasto senza compagni di squadra quando ancora mancavano 2 km al GPM di Passo Daone. Ma la squadra kazaka ha fatto selezione anche in discesa. Una discesa tecnica e difficile. La strada stretta ha fatto prendere molti rischi ai corridori, ma per fortuna si è registrata solo una caduta che non ha portato alcuna conseguenza. Nell’ascesa a Madonna di Campiglio però è stato il pistolero a mostrare tutto il suo strapotere in questo Giro. Non ha lasciato spazio ad attacchi, che comunque sono arrivati solo ai -5 km dal traguardo. Ha gestito tutto da grande leader e solo alla fine ha concesso a Mikel Landa di andare a prendersi la vittoria di tappa. Mentre non ha concesso assolutamente nulla al suo diretto rivale Fabio Aru. Anzi con la terza posizione conquistata all’arrivo, proprio sul sardo, Alberto incrementa il suo vantaggio di altri 4 secondi, in virtù dell’abbuono.
Un raggiante Mikel Landa, incalzato dai giornalisti che vogliono sapere se le gerarchie in casa Astana cambiano in virtù della giornata di oggi, ha risposto che lui resta a disposizione del suo capitano Fabio Aru. Non nega che centrare il terzo posto finale nella classifica generale e conquistare così il podio di Milano sarebbe una soddisfazione enorme per lui, ma si è detto ben disposto a rinunciarci se questo vuol dire far vincere Aru.
Ancora più raggiante è Alberto Contador, con la sua maglia rosa. Il pistolero madrileno ha dimostrato tutta la sua superiorità in una salita che per lui ha un sapore molto particolare. Non ha mai nascosto, infatti, che Marco Pantani è stato per lui una fonte di grande ispirazione e che onorarlo su questa salita per lui era molto importante. Evitando diplomaticamente le allusioni al fatto di aver concesso la vittoria allo spagnolo dell’Astana ha solo ribadito di non poter lasciare andare Fabio Aru, che lo segue in classifica.
Ancora una volta la classifica generale cambia a seguito degli sconvolgimenti dovuti alla dura tappa di oggi. Ma non nelle primissime posizioni, dove Alberto Contador continua a tenere la maglia rosa consolidando il suo vantaggio su Aru, secondo a 2 minuti e 35 secondi. Andrey Amador, ormai capitano del Movistar Team, occupa la terza posizione con un ritardo di 4 minuti e 19 secondi, tallonato dal vincitore di tappa Mikel Landa a 4 minuti e 46 secondi dalla maglia rosa. Leopold König, in quinta posizione a 6 minuti e 36 secondi, eredita la fascia di capitano del team Sky da un Porte ormai fuori classifica.
La classifica a punti per la maglia rossa resta ancora invariata con Elia Viviani seguito a pari punti da Giacomo Nizzolo. Beñat Intxausti ha consolidato il suo primato nella classifica dei GPM con il quarto posto conquistato nella salita di Passo Daone. Al secondo posto ora lo segue Mikel Landa che precede di un solo punto Simon Geschke, seguito da Kruijswijk e Betancur. La maglia bianca è sempre più saldamente sulle spalle di Fabio Aru visto che Davide Formolo è a oltre 14 minuti di ritardo.