Il ciclista statunitense Tejay Van Garderen, terzo nella classifica generale del Tour de France 2015, si è ritirato a 70 km dall’arrivo della diciassettesima tappa, la Digne Les Bains-Pra Loup, di 161 km. Van Garderen, che aveva un ritardo di 3’32” dalla maglia gialla Chris Froome, è andato in difficoltà già nel primo GPM di giornata, a causa della forte andatura impressa dal Team Sky, preoccupato da possibili scatti degli uomini di classifica. Il ciclista statunitense della è riuscito a rientrare nel tratto pianeggiante ma si è staccato nuovamente sul Col de la Colle-Saint-Michel, ed è sceso dalla sella in lacrime, rincuorato dal direttore sportivo della sua squadra, la BMC Racing Team, Yvon Ledanois. Van Garderen aveva accarezzato a lungo un podio in questa edizione del Tour de France, dopo i due quinti posti ottenuti nelle edizioni 2012 e 2014; tuttavia l’attacco influenzale che l’ha colpito gli ha impedito di portare a termine un Tour de France nel quale era stato grande protagonista.
La diciassettesima frazione del Tour de France 2015, la prima sulle Alpi, deve ancora terminare ma ha già regalato un colpo di scena: Tejay Van Garderen, terzo in classifica generale e in piena lotta per un posto sul podio di Parigi, è stato costretto al ritiro. Il ciclista statunitense della , fin qui ottimo interprete della Grande Boucle e supportato da una squadra che si è dimostrata all’altezza della situazione, ha dovuto alzare bandiera bianca per colpa di un attacco influenzale che gli ha causato continui mal di testa. In difficoltà sin dalla prima salita di giornata, Van Garderen ha perso subito contatto dal gruppo della maglia gialla, ancora piuttosto nutrito, quando mancavano più di 120 chilometri all’arrivo. Il corridore 27enne ha provato a tenere duro, aiutato dai compagni di squadra che si sono fermati a dargli man forte nel tentativo di farlo rientrare, ma è stato inutile: a 70 chilometri dal traguardo Van Garderen, è sceso dalla bici ed è salito sull’ammiraglia BMC, abbandonando così, mestamente, il Tour de France 2015.
Un vero peccato per Van Garderen, che mai come quest’anno meritava un piazzamento di prestigio nella più celebre grande corsa a tappe del mondo, ma già nelle stagioni precedenti aveva dimostrato di essere un gran talento. Nato nel 1988 a Tacoma, negli Stati Uniti, cresce nel vivaio della Rabobank (squadra olandese attiva fino a tre stagioni fa) e passa professionista nel 2010 con la maglia dell’HTC-HighRoad. Sin dal primo anno tra i pro, Van Garderen dimostra di avere una particolare attitudine nei confronti delle corse a tappe: arriva terzo al Giro del Delfinato, corsa che di disputa prima del Tour de France, lottando ad armi pari con un mostro sacro come Alberto Contador. Data la sua giovane età, Tejay non viene convocato per la Grande Boucle, dovrà aspettare l’anno successivo, il 2011, prima di esordire sulle strade del Tour: l’inesperienza gli impedisce di fare classifica ma avrà modo di imparare come si sta in un gruppo composto da quasi 200 corridori, ad evitare tutti i pericoli e a dare una mano a Mark Cavendish nelle volate. Sempre nel 2011 si mette in evidenza nella Volta ao Algarve, corsa che si disputa in Portogallo, e al Giro di Svizzera quando si classifica secondo nella cronometro di apertura, battuto solo da un certo Fabian Cancellara.
Ma è solo questione di tempo prima che arrivi il salto di qualità: nel 2012 Van Garderen viene ingaggiato dalla BMC, la squadra di Cadel Evans, vincitore del Tour 2011: il campione australiano ha bisogno di un corridore giovane e valido che lo supporti e Tejay ha tutti i requisiti necessari per esserlo. Da scudiero di Evans, però, Van Garderen avrà la possibilità di fare corsa a sé, anche perché il suo capitano non riuscirà a ripetere l’exploit di 12 mesi fa e così gli viene data la possibilità di curare la classifica: a Parigi Van Garderen si piazzerà quinto in classifica generale, vincendo inoltre la maglia bianca di miglior giovane, a 24 anni. Parteciperà anche ai giochi olimpici di Londra, senza però riuscire a ottenere un piazzamento di rilievo. Nel 2013 è atteso alla conferma, ma deluderà le aspettative, ormai cresciute, uscendo di classifica sulle prime grandi salite. Cercherà di rifarsi nella tappa che arriva in cima all’Alpe d’Huez, Van Garderen si avvantaggia e sembra avere la vittoria in pugno, ma nel finale cede di schianto e viene superato negli ultimissimi chilometri dal francese Christophe Riblon, dovendosi accontentare della piazza d’onore. Nel 2014, con un altro anno d’esperienza in più, le cose vanno decisamente meglio: approfittando dei ritiri eccellenti di Froome e Contador, Van Garderen scala la classifica e nella cronometro conclusiva supererà Romain Bardet, eguagliando così il quinto posto del 2012. Inoltre, assieme alla BMC, vincerà la cronosquadre iridata.
Nel 2015 Van Garderen si comporta benissimo al Giro del Delfinato, arrivando secondo alle spalle di Chris Froome per pochissimi secondi, lanciando così il suo guanto di sfida per la maglia gialla. Il Tour comincia bene per lui, nella prima settimana evita cadute, forature, ventagli e soprattutto non perdendo mai contatto dai big. Inoltre, la BMC si aggiudica la cronometro a squadre e lo stesso Van Garderen sfiora la maglia gialla. Anche nell’arrivo in salita di Pierre-Saint-Martin, escludendo la prestazione mostruosa di Froome, Van Garderen si difende piuttosto bene nei confronti di Quintana, Valverde e Contador, ma già sull’arrivo di Mende arrivano i primi segnali negativi, quando si stacca non solo da Froome, Quintana, Valverde e Contador, ma anche da Nibali, già fuori classifica. La speranza di Van Garderen è che il giorno di riposo gli permettesse di recuperare un po’ di energia in vista delle quattro tappe alpine, ma così non è stato per colpa di un’influenza che lo ha messo KO.
Tuttavia, Van Garderen ha ancora l’età dalla sua: a 27 anni non si è ancora al top della maturità agonistica e il ciclista americano ha ancora due o tre stagioni per poter migliorare ulteriormente e raggiungere l’apice delle proprie prestazioni. Tejay non ha ancora ottenuto podi nei grandi giri, ma siamo sicuri che un giorno ci riuscirà grazie alla determinazione e alla grande forza d’animo che ha dimostrato di avere in questi anni.