Una risposta ai dubbi, alle critiche, ai venti di crisi post-Leverkusen: la seconda vittoria consecutiva della Lazio, che porta gli uomini di Pioli vicini alle posizioni nobili della graduatoria, è un’imposizione di cuore e di grinta, meritata nonostante la strenua lotta del Verona di Mandorlini, troppo debilitato dalle assenze per non risentirne. In gol prima Helander, poi Biglia su rigore e quindi, sulla sirena, Parolo su punizione.
Non si può condannare la squadra, nonostante i limiti e la partita troppo difensiva: le assenze e l’infortunio a gara in corso anche di Gomez hanno reso il lavoro di Mandorlini quasi proibitivo.
Che carattere! Il momento buio poteva far precipitare le cose e tramutarsi in crisi vera: bravissimo Pioli, assieme alla squadra, a rilanciare e uscire dall’angolo. Inizia probabilmente ora la nuova stagione biancoceleste.
Non convincono alcune decisioni nelle rispettive aree di rigore, a dire il vero molto complicate da valutare. Può fare meglio, in ogni caso.
Come parcheggiare il pullman davanti alla propria porta e vivere felici: parafrasando, questo è stato il primo tempo di Hellas Verona-Lazio, con i padroni di casa ultra difensivi ma fortunati e premiati dal gol del vantaggio di Helander.
Privo di Toni e Pazzini per infortunio, Mandorlini (voto 6) si adatta e costruisce una partita decisamente bloccata, con Sala (voto 6) e Jankovic (voto 6,5) a fare i terzini aggiunti più che le ali nel 4-3-3: Pioli (voto 6) si trova dunque davanti una muraglia gialloblu e affida a Felipe Anderson (voto 6) le chiavi della manovra d’attacco, anche se i lanci e gli assist migliori sono di Parolo (voto 6,5), senza trovare però in Djordjevic (voto 5) e Milinkovic-Savic (voto 5,5) dei terminali adatti.
Molto positivo per spinta e intraprendenza sulla destra Basta (voto 6,5), un pò meno presente Lulic (voto 5,5). La sensazione è che Kishna (voto 6), entrato solo a tratti nella manovra in maniera convinta, possa essere l’arma giusta con i suoi cross, anche da trequarti; nel Verona, nonostante l’avvio tutt’altro che sicuro, promossa la coppia centrale Moras-Helander (voto 6), anche a causa delle mancanze di Djordjevic.
Minimo sforzo (offensivo), massimo risultato. Primo tempo quasi interamente dedicato a chiudere ogni spazio ai biancocelesti, con il “regalo” della difesa laziale agli avanti veronesi sulla punizione di Viviani
E’ lo specchio dell’anima lottatrice del Verona odierno, con corsa a perdifiato sulle tracce di Basta e tante chiusure preziose
La traversa, che per sua fortuna diventa gol con il tap in di Helander, è peccato di mira più che sfortunta, vista la distanza. Come tutti i compagni e stride essendo lui la prima punta nello schema di Mandorlini molto più impegnato in difesa che in attacco
Il pareggio sarebbe stato risultato assai più veritiero, ma non basta come giustificazione. Deve trovare il modo di essere pericolosa in zona Rafael, giocare costantemente negli ultimi 30 metri avversari rischia altrimenti di diventare una beffa
Mette in porta Djordjevic e Kishna nel finale, dimostrando di avere piede caldo e idee chiare. E’ chiamato con Biglia proprio a questo tipo di invenzioni, nella ripresa
Non è mai pericoloso, sbatte contro Moras e Helander e sull’unica vera occasione che si crea, servito da Parolo, sbaglia l’aggancio/tiro da pochi metri (Luca Brivio)
Hellas Verona
La barriera che si apre e fa filtrare il pallone calciato da Parolo lo condanna, senza colpe specifiche. Qualche buon intervento, nessun miracolo.
Partita attenta, al pari del collega sull’altra fascia. Rimane in posizione da soldatino e pur trovandosi contro Felipe Anderson risponde presente.
Mezzo voto in meno perchè, purtroppo per lui e per il Verona, sul suo fallo nei minuti finali arriva il gol di Parolo. Aveva salvato in precedenza la porta almeno due volte.
Segna il suo primo gol in Serie A ma non è di certo una prova da applausi. Più volte vicino al fallo da rigore, viene salvato dalla grande prova di Moras. Almeno fino al 2-1.
Sempre preciso nelle coperture, si conferma un acquisto indovinato, anche se non si può chiedergli più del suo, ovvero una diligente prova da terzino “bloccato”.
Meglio nel primo tempo rispetto alla ripresa, non trova continuità – anche per impostazione di squadra – quanto a creazione di gioco. Ma è sempre la fonte dei pericoli per gli avversari, sui calci piazzati.
Troppo schiacciato indietro, non prova mai a sganciarsi e soffre il palleggio della Lazio.
Un intervento da cartellino arancione ed un match di lotta e grinta, al rientro dopo settimane di assenza.
Sarebbe sufficiente per vivacità e perchè è l’unico a provare qualche discesa sulla destra. Ma il fallo da rigore, che apre la rimonta della Lazio, è tutto suo.
Fatica tanto come prima punta e anche se entra nell’azione del gol è quasi più una colpa (sbaglia un gol fatto) che un merito. Poi esce infortunato.
Tra i migliori in assoluto ma è un pomeriggio da difensore, in marcatura su Basta. Lodevole, ma viste le caratteristiche non sarebbe meglio sfruttarlo per provare a segnare e mettere in difficoltà Marchetti?
Entra molto bene e provoca l’espulsione di Mauricio, peccato per i suoi che non abbia la capacità di concludere le azioni che costruisce in velocità.
Viene buttato nella mischia per rinforzare il muro gialloblu, che inizia a sgretolarsi. Non porta fortuna, un minuto dopo arriva il pari (anche se non per colpe sue)…
All.MANDORLINI 6: Stesso discorso fatto per la squadra nel suo complesso. Si potrebbe scendere di mezzo voto o anche di più, non convince l’atteggiamento troppo difensivo. Ma le assenze sono una giustificazione reale in questo caso.
Lazio
Qualche uscita alta di personalità ma davvero poco lavoro, l’Hellas tira in media una volta ogni 20 minuti.
Grande verve, agisce da attaccante aggiunto fin da inizio match. Duello apprezzabile con Jankovic.
Soffre fin troppo gli avversari, che lo costringono nei pochi casi in cui riescono a farsi vedere in avanti al doppio giallo e a terminare prima del tempo la sua partita.
Juanito Gomez lo sorprende solo sul calcio di punizione che porta al gol di Helander, anche grazie a un “blocco” di Jankovic. Poi non trema più di tanto.
Migliora nella ripresa e riesce a pareggiare Basta per sovrapposizioni e presenza offensiva. Sta crescendo partita dopo partita
Il fatto che i due gol arrivino dai due mediani è simbolico: il cuore della Lazio è tornato a battere.
Il migliore in campo, trova giustamente la soddisfazione personale dopo un pomeriggio da centrocampista totale.
Alti e bassi, sembra infortunato poi invece ritrova vivacità e rapidità. Quando parte non lo ferma nessuno, ma è ancora un po’ ingolfato…
Nel primo tempo si chiude da solo in spazi già angusti e risulta poco utile. Nel momento caldo della partita invece sale in cattedra e si prede palla e punizioni decisive, come quella del gol di Parolo.
Si limita a qualche cross tagliente e che Djordjevic non sfrutta. Le potenzialità sono interessanti.
Si potrebbe essere anche più severi. Una nota fuori dallo spartito, bisogna recuperarlo.
Accelera subito, appena entrato, trovando l’episodio che cambia il match. Pioli deve trovare il modo di sfruttarlo al meglio, a partita in corso e anche dal primo minuto.
Non partecipa alla rimonta, anzi spreca un paio di ottimi palloni calciando alto da posizione favorevole.
All.PIOLI 6,5: Indovina i cambi, anzi il cambio (Keita), anche per Mauri è abbastanza inguardabile. Si merita per il lavoro fatto di non essere messo in discussione, nonostante lo choc del preliminare perso.
(Luca Brivio)