Se l’allenatore è calmo la squadra vince le partite, questo ci dice una ricerca scientifica pubblicata su Sports. Questa specifica che i tecnici non in grado di gestire le emozioni si trovano costretti a subire risultati decisamente peggiori. Sebbene i mister rimangano sempre a bordocampo sono fondamentali nella gestione delle emozioni dei calciatori una volta rientrati negli spogliatoi. Sono proprio questi che devono capire qual è la chiave per far dare la meglio ai giocatori poi pronti a rientrare in campo per la ripresa o per una nuova sfida. A condurre la ricerca sono stati gli studiosi del Karlsruher Institut fur Technologie (Kit), questi si sono interrogati sul possibile legame tra le sconfitte e le emozioni negative generate in seguito a una delusione. Sono stati sottoposti all’esperimento calciatori e allenatori di 18 squadre amatoriali giovanili. Derek Jekauc, dell’istituto di sport e scienze sportive del Kit, ha parlato: “Elementi come vittorie o sconfitte, ma anche la crescita di un atleta, sono seguiti da risposte di gioia, disperazione o rabbia che spesso sono evidenti sia fisicamente che come cambiamento nell’atteggiamento del tecnico”.
L’allenatore è calmo? La squadra vince: Allegri, Mourinho e Guardiola tre filosofie diverse
Proprio in merito allo studio sulle reazioni emotive di una squadra a vittoria e sconfitta è interessante andare ad analizzare tre dei guru del calcio mondiale: Pep Guardiola, Josè Mourinho e Massimiliano Allegri. Ovviamente non possiamo sapere come si comportano negli spogliatoi, ma i tre rappresentano tre filosofie diverse tutte vincenti. Guardiola è un allenatore molto calmo e tranquillo, in grado di comunicare con i suoi calciatori grazie a gestioni delle emozioni al di sopra della media. Totalmente diverso è invece il modo di fare di José Mourinho, in grado di mettere in riga i suoi grazie a personalità e un carattere al di sopra delle righe che spesso sfocia in espressioni verbali abbastanza palesi. Infine c’è Allegri che è un po’ il mix tra i due. Il tecnico bianconero è il prototipo dell’allenatore moderno che sa tenere la calma, alzando la voce quando c’è la necessità e la voglia di alzare l’asticella dell’attenzione. Tre modi diversi di fare che in questi ultimi venti anni hanno insegnato calcio a tutti.