«Ringrazio il Meeting per l’entusiasmo contagioso di tanti giovani. È un luogo pieno di energia positiva e di impegno e questo mi piace: lo sport mi ha insegnato che è necessario soffrire per ottenere risultati. Non è sportivo arrendersi, il futuro è nelle vostre mani, non mollate». Michele Uva, direttore generale della Figc e vicepresidente della Uefa, saluta il Meeting di Rimini, ricordando che il calcio non è solo un fenomeno di spettacolo. «Segnare un goal allo stadio è bellissimo, ma raggiungere un risultato richiede una grande responsabilità e rispetto per i compagni di squadra e per gli avversari». Il numero uno della Lega calcio racconta anche di come lo sport sia a disposizione della società come opportunità d’integrazione anche per tanti minorenni rifugiati, oggi ospitati negli Sprar. Michele Uva racconta poi di sé: «Sono papà di un bambino di sei anni, questo mi da un grande senso di responsabilità. Il prossimo anno, affronteremo il tema della famiglia, bisogna ricordare ai genitori che i figli crescono anche attraverso il gioco e che non devono diventare per forza campioni».
Quanto è importante la collaborazione con la Uefa per l’integrazione? «L’ex atleta Fiona May, è responsabile dei progetti di integrazione, essendo lei stessa un simbolo di questa possibilità. Fiona May rappresenta la Federazione italiana giuoco calcio con tutte le sue attività. A livello di Uefa stiamo cercando di coordinare i progetti di cinquantacinque Paesi». Che giudizio ha degli ottimi risultati raggiunti n egli ultimi anni dal calcio femminile? «Sul calcio femminile sono stato giudicato un matto tre anni fa, quando ho presentato un progetto specifico. Il calcio femminile è uno degli ambiti sportivi più importanti per la Federazione. Anche per un motivo semplicissimo: giocano a calcio un milione di uomini e ventimila donne, il nostro processo di possibile crescita sportiva e sociale passa dunque attraverso le donne».
Quanto sono importanti, a suo giudizio, luoghi educativi come il Mapei Sport Village qui al Meeting? «Lo sport al Meeting è una bellissima presenza. È un motivo di orgoglio e di responsabilità essere in questo luogo, possiamo svolgere un ruolo attivo nell’affrontare i mali della società». A che livello è la collaborazione tra lo sport e le scuola? «Abbiamo un’area specifica della Federazione chiamata Settore giovanile e scolastico. E che si occupa dell’integrazione di percorsi e progetti con la scuola. Con il Ministero abbiamo una convenzione, organizziamo i Giochi giovanili studenteschi, è una collaborazione fortissima e determinante. La scuola con lo sport può creare valore aggiunto».
(Davide Amata)