Undicesima giornata di campionato, all’Adriatico va in scena Pescara-Parma. Una delle squadre più in forma del campionato, che arriva da tre vittorie consecutive, e quella più in crisi, a cui manca non solo la vittoria ma perfino il gol da ben quattro partite. Un allenatore sugli allori, in una posizione di classifica che a questo punto in pochi si sarebbero aspettati, l’altro sull’orlo del baratro, la cui sorte è legata inevitabilmente, nonostante le smentite, all’esito delle prossime gare. Quanto prossime, se un paio, qualcosa in più o addirittura qualcosa in meno, dipende solo dalla pazienza del presidente. Squadra in forma contro squadra in crisi, ma anche peggior attacco e terza peggior difesa contro un attacco che ha segnato più del doppio dei suoi gol. L’esito di questa partita sembra scontato. Ed è proprio in questi momenti che il calcio ha in serbo le più piacevoli (o spiacevoli, dipende dai punti di vista) sorprese. Il primo tempo tra Pescara e Parma si chiude a reti inviolate. Non una bella prima frazione di gara, con poche occasioni da gol e decisamente troppi errori, soprattutto a centrocampo, soprattutto da parte dei padroni di casa. I delfini non riescono a costruire una manovra degna di essere chiamata tale, e si rendono pericolosi solo su calci piazzati: una punizione di Quintero dai venticinque metri larga non di molto alla destra del palo, una conclusione di Capuano da pochi passi dalla porta avversaria che finisce alta sopra la traversa. Poco altro creato dai biancocelesti. Non che gli ospiti abbiano fatto gran che in più, salvo costruire e sprecare l’occasione più ghiotta del match con Biabiany che, saltato Perin grazie a un rimpallo su un’uscita non proprio azzeccata, si fa respingere il proprio tiro sulla linea di porta da Cosic, molto bravo a compiere un salvataggio che vale un gol, anche se i suoi meriti vanno divisi coi demeriti dell’attaccante francese del Parma che da dentro l’area senza più il portiere in porta non può permettersi di sbagliare. I gialloblu si rendono pericolosi con altri due tiri dalla distanza del colombiano Pabon, senza però riuscire a capitalizzare. Migliore in campo finora il regista del Parma Valdes, che dopo un avvio difficile, dispensa palloni a destra e a manca con lanci millimetrici degni di un campione. Inizio furioso di ripresa da parte del Pescara, che al 3′ sblocca la partita con Abbruscato, complice anche un errore grossolano di Paletta che, nel tentativo di appoggiare di testa indietro al portiere, regala un assist all’attaccante avversario, che ringrazia e insacca. I delfini non allentano il forcing fino alla mezz’ora, quando il Parma sale in cattedra e comincia un assedio che dura fino ai minuti di recupero. La squadra di Stroppa si chiude dietro e spazza lontano non appena intercetta i cross che piovono in area da destra e da sinistra. Proprio su un cross intercettato, nasce il contropiede micidiale che, passando da un colpo di tacco geniale di Quintero, permette al giovane slovacco Weiss di involarsi verso la porta, bruciare in velocità Paletta e trafiggere Mirante sul suo palo, sigillando il risultato e i tre punti che tengono in piedi Stroppa. Le statistiche riflettono una partita in cui il Parma per una buona ora fa il gioco senza però riuscire a rendersi veramente pericoloso, mentre il Pescara gioca di rimessa e punisce gli avversari in due delle poche occasioni create. Infatti, il Parma domina il possesso palla, 59% a 41%, la supremazia territoriale, 13′ a 6′ (più del doppio), e i tiri totali verso la porta, 19 a 10. Tuttavia, perde in termini di attacco alla porta, 42% a 39%, e di pericolosità, 43% a 38%, entrambi indici di concretezza rispetto a quanto prodotto nel corso della gara.
La prima rete del Pescara è messa a segno da Abbruscato, che sfrutta un errore in disimpegno di Paletta, che gli regala il pallone nel tentativo di appoggiarlo di testa all’indietro al portiere, e insacca all’angolino con un piatto sinistro piazzato (1-0). Rete molto importante per i padroni di casa, anche dal punto di vista psicologico. Il secondo gol è il sigillo del giovane più talentuoso dell’attacco abruzzese, lo slovacco Weiss, che trafigge Mirante con un destro preciso dopo un contropiede fulminante iniziato da un geniale colpo di tacco di Quintero. La palla tocca il palo e balla sulla linea, ma poi si infila in rete (2-0).
– Al termine della gara tra Pescara e Parma, l’allenatore degli abruzzesi Stroppa, per il quale i tre punti sono stati una boccata di ossigeno fondamentale, ha dichiarato: “Vittoria importante, servivano questi tre punti. Devo fare i complimenti ai miei ragazzi. Ho lavorato per vincere questa partita, vedremo che accadrà. Mi fanno piacere i complimenti dei dirigenti. Sapevo che allenare il Pescara voleva dire cercare di salvarci verso l’ultima giornata magari per la gente non è così e dispiace che si sia creata questa situazione, io però vado avanti. Noi possiamo vincere con tutti, nelle ultime tre gare siamo stati condannati grazie ad alcuni episodi. I ragazzi mi seguono se no me ne sarei andato. I cori della curva? Ero troppo concentrato e non li ho sentiti“. L’allenatore dei vinti, Roberto Donandoni, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Abbiamo giocato una gara sottotono, abbiamo dato la sensazione di essere appagati e questo l’abbiamo pagato caro. Il Pescara ha vinto la gara pur non avendo fatto nulla di che. Ci serva da lezione per la prossima volta. Stroppa? È un amico, ma avrei preferito vincere, erano tre punti possibili, adesso dobbiamo rimboccarci le maniche. L’attacco? Non avere determinati giocatori influice sulla gara, ma resta il fatto che abbiamo sprecato un’occasione per colpa nostra. Pabon? Deve crescere ha bisogno di tempo e giocare con continuità“.