Va tutto secondo i piani spagnoli la sfida fra le Furie Rosse di Del Bosque e l’Irlanda di Trapattoni. I campioni d’Europa in carica asfaltano letteralmente i rivali concludendo la sfida con il risultato di 4 a 0. Un risultato che condanna la nazionale del Trap e che porta in testa al girone, al fianco della Croazia, la nazionale iberica. Ed ora, il rischio del “biscotto” per l’Italia è dietro l’angolo…
Dopo 45 minuti di gioco Spagna-Irlanda si chiude sul punteggio di 1-0 a favore delle furie rosse. Gli spagnoli passano in vantaggio dopo soli 4 minuti, con un gran destro di Torres da posizione leggermente defilata all’interno dell’area di rigore che si infila nel sette sibilando sopra la testa di un immobile Given. L’incipit lascerebbe presagire una goleada degli uomini di Del Bosque, che però non si concretizza sia per la tenace difesa irlandese sia per una discreta dose di sfortuna. Il primo tempo è sintetizzabile in poche parole: ti-tic e ti-tac. A questo ritmo gli spagnoli hanno palleggiato e fraseggiato, costantemente nella metà campo avversaria, per tutta la prima frazione, diretti come un’orchestra dai piedi fatati di Xavi Hernandez e di Andrès Iniesta. In più occasioni hanno tentato l’affondo per trovare il raddoppio, con conclusioni dal limite di Pique, Iniesta e Xavi, con un colpo di testa di Silva e una buona opportunità non sfruttata al meglio da Torres. Gran parte del merito che il vantaggio spagnolo sia solo di misura va comunque riconosciuto a O’Shea e compagni che, come un muro verde davanti a Given, hanno continuamente respinto il tiro al bersaglio avversario. Ma il Trap deve inventarsi qualcosa se vuole tentare di cambiare l’inerzia della partita e restare aggrappato a questo europeo. E intanto sugli spalti i tifosi irlandesi, mai scoraggiati, cantano a gran voce sulle note del celebre “The fields of Athenray”
La seconda frazione di gioco porta a compimento quanto nella prima era stato soltanto annunciato. Quella goleada tanto attesa ma non arrivata nei primi 45 minuti, non ha trovato ostacoli nei secondi 45. Gli irlandesi erano sulle gambe, dopo aver passato un tempo a correre dietro alla palla senza mai toccarla. E quando la difesa ha finito l’ossigeno, quello è stato il momento in cui gli spagnoli hanno deciso di affondare il colpo, dimostrando di essere una grande squadra non solo per la tecnica sopraffina dei propri interpreti, ma anche per la maturità acquista col tempo di colpire quando l’avversario non ne ha più per resistere, dopo averlo stremato in una snervante ma inutile corsa dietro al pallone. Ad aprire le danze è David Silva che, dopo una serie d conclusioni murate, si ritrova il pallone fra i piedi sul dischetto del rigore. Finta, controfinta: gli avversari abboccano entrambe le volte. La palla non si muove: è una danza sopra il pallone, che prova gioia per aver trovato qualcuno in grado di trattarlo con la grazia che merita. Dopo la seconda finta, appoggia di giustezza all’angolino basso alla destra di Given, che si distende ma non può arrivarci. Il terzo gol è firmato da Torres, che realizza così una doppietta, premiando la coraggiosa scelta del suo mister di schierarlo dal primo minuto nonostante una pessima prestazione contro l’Italia. Il Niño, lanciato a rete dal solito Silva, aspetta che il difensore lo recuperi ed il portiere si faccia sotto per bruciare quest’ultimo sul suo palo con una conclusione millimetrica a mezz’altezza. Il poker è calato dal grande escluso dai giochi, Cesc Fabregas, che realizza una rete capolavoro, esultando poi con rabbia, sintomo di voglia di giocare sempre più che di polemica verso il mister. Addomestica col tacco e l’esterno destro un corner teso a mezz’altezza di Xavi e, da posizione molto defilata, lascia partire un missile che colpisce il palo e si infila alle spalle di Given. La festa è servita. Il toro è “matado”. E non ci è voluto nemmeno un grande sforzo. Dispiace per il Trap, anche se il regalo più bello questa sera lo ricevono proprio il Trap e i suoi ragazzi dai tifosi irlandesi, i quali, dopo averne prese tre con la Croazia e quattro con la Spagna ed essere stati eliminati dall’europeo con un turno di anticipo, cantano ancor più forte dei tifosi spagnoli i loro magnifici cori, e strappano lacrime di commozione a tanti veri appassionati di calcio, anche di altri paesi, che non sono abituati a vedere dimostrazioni di un così grande amore per il calcio e per i propri giocatori, indipendentemente da come vada. Grandiosi!
Spagna (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Pique’, Sergio Ramos, Jordi Alba; Xabi Alonso (Dal 65′ Javi Martinez), Xavi, Busquets; Iniesta (Dal 79′ Cazorla), Silva, Torres (Dal 73′ Fabregas). All. Del Bosque.
Irlanda (4-4-1-1): Given; O’Shea, St.Ledger, Dunne, Ward; Duff (Dal 76′ McClean), Whelan (Dal 80′ Green), Andrews, Mc Geady; Cox (Dal 45′ Walters), Keane. All. Trapattoni.
Marcatori: 4′ e 70′ Torres (ESP), 49′ Silva (ESP), 83′ Fabregas (ESP)
Ammoniti: 36′ Keane (IRL), 45′ Whelan (IRL), 54′ Xabi Alonso (ESP), 76′ Javi Martinez (ESP), St.Ledger (IRL)
Espulsi: –
Casillas, voto 6,5: chiamato un causa in un paio di occasioni, risponde presente
Arbeloa, voto 7,5: per Del Bosque i terzini sono punte aggiunte, e stasera lo hanno dimostrato. Sempre in propensione offensiva, rifornisce di continuo i compagni di cross e assist al bacio
Pique, voto 7: pressoché non disturbato in fase difensiva, si fa vedere un paio di volte in avanti con progressioni palla al piede, andando vicino al gol in un occasione su tiro dalla distanza
Sergio Ramos, voto 6,5: poco impegnato, spettatore per quasi 90’. Sul finale, concede un sinistro da dentro l’area a Keane
Jordi Alba 7: come Arbeloa dalla parte opposta, spinge moltissimo e dispensa cross: pendolino instancabile
Xabi Alonso, voto 6: dovrebbe arginare le ripartenze avversarie, ma manca la materia prima: gli avversari non ripartono. Si limita perciò a costituire un ingranaggio dell’infallibile meccanismo ispanico ti-tic e ti-tac Javi Martinez, s.v.: subentrato a Xabi Alonso al 20’ della ripresa
Sergio Busquets, voto 7: fa vedere buone cose nel palleggio, e più volte si inserisce negli spazi dettando il passaggio
Silva, voto 8,5: nel corso della stagione Roberto Mancini lo ha definito un fuoriclasse, uno di quelli “che rispetto agli altri sono di più”. Non è stata una svista. Quest’inizio di Europeo sta solo confermando le doti tecniche di questo straordinario giocatore. Dopo l’assist a Fabregas nella partita contro l’Italia, stasera firma il gol del 2-0 con una giocata d’autore, palla appoggiata di misura all’angolino dopo una danza funambolica sul pallone, e serve l’assist a Torres per il gol del 3-0. Senza contare l’infinità di palloni giocati
Xavi, voto 7,5: come al solito, è il direttore d’orchestra. Ha in mano le chiavi del centrocampo, e da lui passa ogni singolo pallone. Con lui e Iniesta in campo, una buona squadra diventa la squadra più forte del mondo
Iniesta, voto 7,5: al ritmo di ti-tic e ti-tac, fraseggia con il pallone da vero artista. Se Xavi è il ti-tic, lui è senz’altro il ti-tac. E l’armonia raggiunge il suo apice Cazorla, s.v.: subentrato a Iniesta al 35’ della ripresa
Torres, voto 9: è il migliore in campo, non soltanto per la qualità della splendida doppietta realizzata, ma soprattutto per il momento in cui lo ha fatto. Dopo un pessimo avvio di Europeo nella partita contro l’Italia, Del Bosque non demorde e lo schiera dal primo minuto lasciando in panchina un certo signor Fabregas, e lui lo premia così
Fabregas, voto 8,5: subentra a Torres alla mezz’ora della ripresa. Il voto rispecchia non tanto quello che ha fatto nell’ultimo quarto d’ora di gioco, ma la strepitosa rete del 4-0 realizzata dopo aver addomesticato la palla in modo sopraffino, quasi che fosse un topolino all’udire il suono del pifferaio magico. Un capolavoro degno del suo talento
All. Del Bosque, voto 9: è lui il vero man of the match, perché la rischia schierando Torres dal primo minuto e viene ripagato alla grande. Poi butta nella mischia Fabregas, che a sua volta gli regala un gol. Quando si dice che le scelte dell’allenatore fanno la differenza…
Given, voto 6,5: alterna miracoli strepitosi ad interventi che lasciano abbastanza perplessi. Due su tutti, il primo gol di Torres, e l’ultimo di Fabregas, entrambi subiti sul suo palo, seppur entrambi fossero conclusioni molto violente
O’Shea, voto 7: un premio alla tenacia. Finché dura l’ossigeno, non demorde. Poi, è costretto anche lui a mollare. Ma solo dopo aver degnamente combattuto
St. Ledger, voto 6: è sempre una questione di ossigeno. Finché dura, riesce ad arginare, almeno in parte, le incursioni dei fenomeni spagnoli. Quando non ne ha più, non riesce più a star dietro all’uomo e vede infilarsi giocatori avversari in area da tutte le parti
Dunne, voto 6: lotta fino alla fine, fino a che ne ha. Poi lotta ancora, ma senza forze, e la difesa irlandese viene bucata come un colabrodo
Ward, voto 5: dovrebbe occuparsi delle discese di Arbeloa. Dovrebbe…
Duff, voto 6,5: è l’unico che tenta di suonare la carica, almeno nel paio di occasioni avute dall’Irlanda in fase offensiva. Mette in mezzo un paio di cross, di cui uno, mal calibrato, rischia di sorprendere Casillas
Mc Clean, s.v.: subentrato a Duff al 32’ della ripresa
Whelan, voto 5: sta a guardare la palla che si muove dai piedi di Xavi a quelli di Iniesta, di Silva e di Busquets. Corre dietro il pallone finché ha fiato, senza mai toccarlo
Green, s.v.: subentrato a Whelan al 36’ della ripresa Andrews, voto 5: come i compagni di centrocampo, guarda i fraseggi degli spagnoli senza riuscire in alcun modo a interferirvi
Mc Geady, voto 5: spettatore non pagante
Cox, voto 4,5: non ha toccato un pallone, il Trap lo toglie all’intervallo
Walters, voto 5: subentrato a Cox nell’intervallo, non fa nulla più del compagno. Perciò, in sostanza, non combina niente
Keane, voto 7: è il migliore dei suoi insieme a O’Shea. Sono i due senatori, e lui su tutti è la bandiera della nazione irlandese. Stasera è l’unico a rendersi pericoloso dei suoi, o quantomeno a costringere a stendersi a terra per intervenire
All. Trapattoni, voto 9: non importa se la squadra ha preso sette gol in due partite segnandone solo uno, non importa se la squadra è uscita dall’Europeo con un turno di anticipo, non importa se la squadra stasera abbia tenuto la palla per poco più di due minuti e sia arrivata al tiro in porta una sola volta. Non importa, perché lui è il Trap, e nessuno potrà mai criticarlo. Chi lo dice? I suoi tifosi. Ala termine della gara, si sentivano solo i cori degli irlandesi che, sulle note di “The fields of Athenray”, sostenevano i propri colori, i propri ragazzi, il proprio mister. Come on Trap!