Il quotidiano genovese il Corriere Mercantile ha realizzato un’intervista all’amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta. Il dirigente bianconero ha parlato anche della sua ex squadra, la Sampdoria, rispondendo alla precedente dichiarazione del pariruolo blucerchiato, Pasquale Sensibile. Il quale aveva rivelato una certa difficoltà di rapporto con la Juventus, relativamente ad alcune vicende recenti di calciomercato. In particolare Sensibile faceva riferimento agli affari Gastaldello e Poli, giocatori trattati dalla Juventus nelle ultime campagne acquisti estive. Da parte sua Marotta ha replicato esprimendo il suo disaccordo: “Ho letto, non voglio scendere in polemica, ma mi preme chiarire che sono rimasto stupito da queste dichiarazioni che giudico inopportune e poco veritiere“. In casa Sampdoria inoltre è si è appena conclusa la telenovela Palombo: l’ex capitano ha rinnovato il contratto e si rimetterà a disposizione di Ciro Ferrara. Per un commento su queste vicende abbiamo contattato in esclusiva Stefano Rissetto, collega del Corriere Mercantile vicino alla Sampdoria, che ha seguito il dibattito tra Sensibile e Marotta. Ecco le sue impressioni:
Lo scontro verbale tra Sensibile e Marotta fa riferimento a qualche altro retroscena di mercato? No. Sensibile si riferiva all’offerta della Juventus per Gastaldello, che arrivò all’ultimo giorno di mercato di due anni fa. I bianconeri si erano mossi all’ultimo momento sperando di prenderlo per poco.
Di che offerta si trattava? Era un prestito oneroso a cinquecentomila euro. Invece quest’anno c’è stata la trattativa di calciomercato per Poli, che in realtà non era mai decollata ufficialmente, almeno stando alle parole di Sensibile. La versione di Marotta l’avete letta stamattina: c’è stata qualche discrasia interpretativa, però le operazioni cui si riferiva Sensibile erano queste due.
A proposito: si pensava che Poli dovesse restare all’Inter… Si è creata una situazione particolare. L’Inter non l’ha riscattato perchè sperava, facendo leva sulla volontà del giocatore, di rinegoziare l’affare in termini più convenienti. La Juventus sarebbe stata la soluzione preferita del giocatore, però non c’è mai stata una trattativa formale.
Questo botta e risposta potrà influire sui rapporti tra Sampdoria e Juventus? No, è stata una puntualizzazione. Sono dissapori che poi si riassorbono, alla prossima trattativa queste cose saranno archiviate in un amen. Non penso ci saranno strascichi, anche perchè a livello di massimi dirigenti i rapporti tra le due squadre sono molto buoni.
Palombo ha rinnovato e resterà: è la soluzione migliore per tutti? Il punto di partenza è la volontà ferma del giocatore di riconquistare lo spazio che ha perduto lo scorso anno, quando ci fu un’assunzione di responsabilità esagerata da parte sua, che è andata oltre i suoi demeriti personali.
In che senso? C’è stata un’immedesimazione assoluta in Palombo di una situazione, quella che ha portato alla retrocessione, che invece ha avuto delle dimensioni collettive. Lui ha sofferto la retrocessione come fosse stata solo colpa sua, e ha vissuto una stagione molto difficile.
Cosa è cambiato? Palombo è stato l’uomo simbolo della Sampdoria, oltrechè capitano dal dicembre 2002 e molto ben visto dai tifosi. Ha ritenuto che non fosse il caso di concludere così questa esperienza: ha ricevuto buone offerte ma non ne ha fatto una questione di soldi. La sua vicenda mi fa tornare in mente un precedente.
Quale?
Quello di Francesco Flachi. Nel 2003 era la quinta punta, dietro Bazzani, Yanagisawa, Marazzina e Colombo: la società gli diede segnali di rottura, ma alla fine è rimasto alla Sampdoria, e ci sarebbe rimasto anche più a lungo senza i problemi extrasportivi che sappiamo.
Eppure la società è stata chiara anche stavolta: Palombo parte come nono centrocampista… Le gerarchie sono chiare ma va detto che lui ha dato un segno di buona volontà, rimodulando il peso del suo ingaggio su più anni. Quello che avrebbe guadagnato in tre stagioni lo percepirà in sei: questo è stato apprezzato. Non escludo che possa riguadagnarsi un posto in campo, anche perchè c’è un fattore tattico che potrebbe aiutarlo.
Quale? Con Novellino Palombo è stato utilizzato anche da difensore centrale, rivelando una duttilità sorprendente. Potrebbe ripercorrere le orme di Mihajlovic, che arrivò a Genova come ala sinistra molto quotata, poi capì che dietro si correva meno e diventò un signor difensore. Per Palombo può essere una prospettiva, ma come si suol dire lo si scoprirà vivendo.
(Carlo Necchi)