Un appuntamento importante quello che vedrà l’Italia del rugby sfidare l’Inghilterra allo Stadio Olimpico di Roma, oggi 11 febbraio 2012, alle 17,00. Gli azzurri sono reduci dalla sconfitta di Parigi contro la Francia e vogliono riscattarsi contro il XV della Tre Rose. Ma non sarà un match facile, perché l’Inghilterra ha giocato bene e vinto in Scozia e sembra improbabile che l’Italia riesca a vincere questo incontro. Ci vorrebbe una prova straordinaria, come quella dello scorso “6 Nazioni” che ci portò a sconfiggere la Francia. Ci vorrebbe lo spirito giusto per disputare un match perfetto. Certo, il fascino dello stadio Olimpico potrebbe dare la carica giusta alla squadra allenata da Brunel. Ma dovremmo, forse, anche sperare in una partita sottotono da parte dell’Inghilterra. Per presentare questo match e analizzare i motivi di questo 6 Nazioni abbiamo fatto due chiacchiere Vittorio Munari, uno dei personaggi più famosi che il rugby azzurro ha avuto nella sua storia. Eccolo in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.
Munari, Italia-Inghilterra è una sfida di grande fascino. Sulla carta partiamo battuti…
Sulla carta l’Inghilterra è di molto superiore. Ma noi dobbiamo scendere in campo per fare risultato, per cercare di vincere. Questa è la mentalità giusta con cui si deve affrontare ogni partita di rugby. E proprio con questa mentalità si possono ottenere dei grandi risultati, come nel match vinto lo scorso “6 Nazioni”, contro la Francia.
L’Inghilterra le è piaciuta in Scozia?
L’Inghilterra mi ha fatto una buona impressione in Scozia. Ha giocato bene. Nonostante questo bisogna riconoscere che è una nazionale in fase di ricostruzione e manca di un punto di riferimento in squadra. Deve crescere ancora per diventare una grande squadra.
Il Galles intanto ha vinto in Irlanda.
Buon risultato che dimostra la validità di questa nazionale, dovuto però anche al fatto che l’Irlanda è l’eterna incompiuta del rugby mondiale: in 10 anni ha ottenuto solo un Grande Slam.
Favoriti i gallesi per la vittoria in questo “6 Nazioni”?
No: favorita la Francia, perché contro Inghilterra e Irlanda giocherà in casa.
Noi a Parigi non abbiamo demeritato.
Già, ma il problema della partita con la Francia è che non abbiamo effettuato dei placcaggi buoni. Siamo stati carenti in questa fase di gioco.
Brunel come sta lavorando?
E’ un tecnico competente, ma il lavoro di una nazionale non si giudica solo da un allenatore.
Cosa ci vuole?
E’ indispensabile avere una basa ampia di giocatori di buona qualità.
I migliori dell’Italia chi sono?
A livello internazionale mettereri solo Parisse e Castrogiovanni; poi ci sono tanti buoni giocatori, come Zanni e Ghirardini.
Cosa bisognerebbe fare per aumentare il numero di giocatori competitivi a livello internazionale?
Bisognerebbe avere degli insegnanti di rugby migliori. Magari bisognerebbe anche avere una maggiore possibilità di reclutamento di ragazzi nel rugby. Purtroppo in questo senso il rapporto tra sport e scuola non è certo ideale in Italia, come in tutte le discipline agonistiche. Questa è una carenza del nostro Paese, a differenza di nazioni come Spagna, Francia o i Paesi anglosassoni.
Non bastano neanche tutti gli spettatori che riempiranno lo stadio Olimpico?
Sono persone che vanno allo stadio per un appuntamento sportivo molto significativo, come era stato per gli All Blacks a San Siro, e come sarebbe per un concerto degli U2 o di un altro gruppo rock. Serve qualcosa di più. Non basterebbe neanche che l’Italia ospitasse la Coppa del Mondo. Probabilmente sarebbe molto più utile che ci fosse un campionato competitivo.
Quindi le cose non vanno?
Bisogna che il rugby italiano faccia un salto di qualità. Ci potrebbero essere anche delle conseguenze negative in futuro. Con il riconoscimento del rugby a sport olimpico altri Paesi potrebbero avere interesse verso questo sport e ci potrebbero superare nella classifica delle migliori nazionali europee.
(Franco Vittadini)