Da oggi al 20 maggio prenderà il via la tappa veneziana delle World Series dell’America’s Cup, con le prime regate nel tratto di mare al largo del Lido. Questi i team presenti: Artemis Racing, Bar, China Team, Emirates Team New Zealand, Energy Team, Luna Rossa Challenge 2013, Oracle Team Usa, Team Korea. Si comincerà con i quarti di finale del Match Racing Championship nel campo di di regata 1: 3 regate di flotta e 5 di match race. Da venerdì i 9 catamarani si trasferiranno sul campo di regata 2, quello interno alla Laguna, che si chiude in bacino di San Marco per proseguire i quarti di finale con 2 regate di flotta e da 4 a 8 match race. Sabato ci saranno 2 regate di flotta e da 6 a 9 regate di match race, per le semifinali e le finali. Domenica la chiusura con le speed trial e la regata di flotta finale del Fleet Racing Championship. Dopo il successo della tappa di Napoli, dove l’imbarcazione italiana di Luna Rossa si è imposta, si attende un altro successo di pubblico di una manifestazione, quella delle World Series, che sta affascinando appassionati – e non – di vela del nostro Paese. Certo manca ancora tanto tempo alle finali dell’America’s Cup che si svolgeranno a San Francisco nel settembre 2013, ma l’interesse per questa competizione sportiva sembra veramente fortissima. Per parlare quindi di questa tappa di Venezia delle World Series abbiamo sentito uno degli esperti maggiori di vela in Italia, Michele Tognozzi, direttore di Farevela.net. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net.
Come giudica queste World Series di Venezia?
Sono un grande successo, sono state organizzate in modo perfetto con una grande presenza di pubblico. Lo testimoniano le migliaia di persone che sono andate a visitare L’Arsenale di Venezia.
Si può dire che venga salvaguardato l’aspetto tecnico in queste regate?
Diciamo che dal punto di vista strettamente tecnico per quanto riguarda i velisti, i veri cultori di questo sport, le World Series non rappresentano l’esatta espressione di questa disciplina. Diciamo che sono più consone a ciò che chiede e vuole il grande pubblico. Le World Series del resto sono state pensate per un pubblico televisivo e gli utenti di You Tube. A Napoli noi addetti ai lavori abbiamo certamente compreso di più tutti gli aspetti tecnici delle World Series, mentre il pubblico ha fatto più fatica a capirne tutti questi risvolti pur apprezzandole fino in fondo e rimanendo estasiato dalla velocità delle barche.
Quindi le World Series sono soprattutto state pensate come un fatto spettacolare e d’immagine?
Sì, certamente. Sono state studiate come un’operazione di marketing e non rappresentano certo la vera America’s Cup. Alle finali dell’America’s Cup a settembre del 2013 a San Francisco ci saranno gli AC 72 e le quattro barche presenti alle finali la svedese Artemis, New Zealand, Luna Rossa e Oracle daranno luogo a una gara del tutto diversa da quelle delle World Series.
Venezia è il palcoscenico ideale per ospitare questa tappa delle World Series italiane?
Un palcoscenico affascinante, visto che le regate si svolgono in una città fantastica. Da queste parti del nord – est italiano c’è una grande tradizione marinara. Sarà stupendo domenica quando la regata terminerà davanti a Piazza San Marco, per una gara spettacolare in tutti in sensi.
E quale bilancio si può fare della tappa di Napoli?
Napoli rispetto a Venezia ha visto forse più passionalità, un maggiore coinvolgimento del pubblico, che si è affollato a vedere queste regate in grande numero ed è stata un successo straordinario delle World Series in questa città. Poi il fatto che Luna Rossa abbia vinto questa tappa delle World Series ha acceso ancora di più l’entusiasmo e l’interesse della gente verso questa competizione.
Tra l’altro crede che Luna Rossa sia competitiva per le finali dell’America’s Cup?
Credo proprio che Luna Rossa potrà giocarsi tutte le sue chances di vittoria a San Francisco. In una speciale classifica metto prima i detentori di Oracle, poi New Zealand e Luna Rossa, e infine gli svedesi di Artemis.
Pensa che il fatto che le World Series abbiano fatto tappe in tante città giovi all’America’s Cup?
E’ stata, come dicevo prima un’operazione di marketing. In alcune tappe c’è stato interesse per le World Series, in altre meno. A Cascais in Portogallo, non c’è stata molta attenzione per le Word Series. A Plymouth in Inghilterra c’è stato particolare interesse, considerata la tradizione velistica di questo paese. Mentre a San Diego c’è stata di nuovo poca attenzione attorno alle World Series.
Cambierebbe qualcosa nella formula dell’America’s Cup?
L’America’s Cup è la più antica manifestazione sportiva del mondo: è nata nel 1851. Ha un suo regolamento che fa parte anche del fascino, della storia di questa competizione. Il fatto che i vincitori dell’ultima edizione dell’America’s Cup (Oracle in questo caso) possano scegliere le regole con cui disputare le varie regate di finali di San Francisco nel settembre del 2013 fa parte dello stesso regolamento di questa manifestazione velistica. Modificarle sarebbe andare contro lo spirito, l’essenza dell’America’s Cup. Quindi, accettiamo le regole imposte da Oracle.
Le tappe di Napoli e Venezia saranno un investimento per la vela italiana?
Sicuramente l’attenzione per le World Series di questa America’s Cup in Italia nelle tappe di Napoli e Venezia è stata grande. Ed è stata un grande investimento per la vela italiana, con molti nuovi appassionati di questo sport. Si può quindi tranquillamente affermare che l’America’s Cup è una manifestazione sportiva che piace molto nel nostro paese.
(Franco Vittadini)