Lo sbarco di Thomas DiBenedetto ha fatto molto rumore. Oltre a mobilitare decine di giornalisti e fotografi che di buon mattino si sono messi in viaggio verso l’aeroporto “Leonardo Da Vinci”, l’imprenditore italoamericano ha acceso gli entusiasmi di una città intera che ora attende trepidante la chiusura dell’affare. Mentre DiBenedetto è a colloquio con i vertici di Unicredit a due passi da Villa Borghese per limare i dettagli e concludere l’accordo, ecco il tam tam di opinioni intorno a quello che può essere definito il primo vero esperimento straniero nel mondo del pallone italiano.
“L’arrivo di Thomas DiBenedetto dimostra l’attrattività del calcio italiano”, si sbilancia Jean-Claude Blanc, amministratore delegato della Juventus. Nonostante la serie A stia attraversando una crisi di immagine e risultati, il dirigente bianconero benedice “il primo esempio di un investitore straniero in una piazza molto importante come quella di Roma”. Sul fronte del sì, batte un colpo anche Flavio Briatore, imprenditore attivo anche nel mondo dello sport. “E’ sempre importante che ci siano stranieri pronti ad investire”, dice il proprietario del Billionaire al Gr Parlamento. “Se questo signore pensa di far bene per il calcio italiano ben venga”.
Scettico, per non dire contrario, è Ignazio Larussa, ministro della Difesa nonché inossidabile tifoso nerazzurro. “La Roma agli americani? Mi è venuto in mente il film di Totò quando gli vendevano la fontana di Trevi”. L’ex colonnello di Alleanza Nazionale se la cava con un battuta per poi spiegare la sua posizione in merito all”arrivo di DiBenedetto. “Non mi è piaciuto molto – confessa La Russa – non è un bel segnale, spero rimanga un fatto unico”. Dai palazzi della politica a quelli del pallone. Il numero uno della Federcalcio Giancarlo Abete sottolinea che “l’auspicio di DiBenedetto è quello di portare il club fra i primi al mondo. Sarebbe un fatto importante, vedremo quale sarà la capacità di intervenire nella società per dare stabilità al progetto e prospettive”.
Ringraziando la famiglia Sensi “per quello che ha fatto a Roma”, Abete ribadisce: “è importante che affluiscano capitali di altri paesi in Italia”. Entusiasmo e ottimismo trapelano dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. “Siamo molto contenti che finalmente sia terminata questa vicenda – dichiara il primo cittadino – il gruppo imprenditoriale ha una forte caratura internazionale e sarà in grado di trainare la Roma in una dimensione non solo nazionale, ma in tutto il mondo”. Dal giornalismo economico si leva poi la voce di Gianni Dragoni, in forza al Sole 24 Ore. “C’è poca trasparenza sulla cordata DiBenedetto che non è mai chiaro da chi sia veramente composta – dichiara il giornalista a Centro Suono Sport – sono degli sconosciuti nel mondo economico americano”. A Roma però, il nome di DiBenedetto è già un cult.
(Marco Fattorini)