Roma batte Verona 3-1: per la prima volta dopo 12 giornate di campionato i giallorossi recuperano punti sulla Juventus e si portano a 6 lunghezze dalla vetta. Bella partita che si decide nella ripresa: il Verona resta a quota 32 punti perdendo la terza partita consecutiva. ci si aspettava molto da due squadre abili nel gioco veloce e qualitativo. Invece la partita, per tutto il primo tempo e per gran parte del secondo, è tatticamente bloccata. Le due squadre si temono, il Verona non vuole concedere spazi e quindi non si schioda dal guscio difensivo, la Roma non vuole concedere profondità e quindi non attacca con convinzione. Ne esce una partita piuttosto bloccata, risolta da due invenzioni di Gervinho, che appena ha spazio è devastante, un tiro da fuori e un rigore, peraltro dubbio. Abbiamo visto di meglio. pensa prima di tutto a difendere. Si vede già nella scelta di Donati anzichè Cirigliano come sostituto di Jorginho. In effetti, l’Hellas non rischia nulla, ma è incapace di unire centrocampo e attacco. Risultato: Toni solissimo, Iturbe a sprazzi, e ripartenze stile Mandorlini assenti. non la miglior Roma della stagione, anzi. Fatica a trovare spazi, anche perchè si ostina a passare dal centro, dove è tutto intasato. La sbloccano infatti due invenzioni di Gervinho, migliore per distacco. Molto bene la difesa, che ammutolisce i ruggiti del leone Toni, messo in gabbia da Castan e Benatia. Così così i terzini, mentre il centrocampo sente l’assenza di Pjanic. buona partita, fino all’episodio del rigore. Dubbio, molto dubbio; tuttavia, si era già sul 2-1, e per tutta la gara la direzione era stata impeccabile: non ci sentiamo per questo di bocciare del tutto Mazzoleni.
Il Verona per dimenticare Jorginho, alimentare il sogno europeo e mettere pressione all’Inter; la Roma per approfittare dello scivolone della Juventus e ricacciare indietro il Napoli. Diverse, ma ugualmente importanti, le ambizioni delle due squadre che si affrontano nell’anticipo pomeridiano. A Verona ci si aspetta un grande match, nonostante entrambe le squadre siano prive dei giocatori chiave: mancano infatti i due centrocampisti con le chiavi della squadra in mano, Jorginho, appena trasferitosi al Napoli, e Pjanic, non ancora al top della forma. Mandorlini semplicemente sostituisce il brasiliano con Donati, nella speranza di dare più copertura alla squadra; Garcia inserisce Nainggolan, rinunciando a Totti per Destro. Il primo tempo, differentemente dalle aspettative, è lento e noioso: l’Hellas fa un’ottima copertura, chiudendo ogni varco in modo preciso, ma non riesce a ripartire con efficacia, almeno nella prima parte; la Roma, invece, gestisce il possesso palla, ma fatica a trovare la chiave di volta per scardinare l’impalcatura difensiva gialloblu. La prima occasione, se così si può chiamare,, arriva al nono, con Destro che in area riceve e con uno scatto felino si gira e tira, troppo debolmente però nelle mani di Rafael. tra il 21′ e il 24′ Ljajic prova a bucare Rafael con l’unica arma possibile, il tiro da fuori, ma la difesa scaligera si salva in qualche modo. Il Verona, che rinunciando praticamente ad attaccare è impermeabile ma sterile, perde però il capitano Maietta per infortunio: al suo posto entra Donadel. Pochi minuti dopo, a recupero appena cominciato, ecco l’azione decisiva. Gervinho, in velocità, innesca un contrpiede micidiale, bucando la difesa veronese. E se pochi minuti prima, in un’azione fotocopia, aveva servito Destro che, in area, aveva malamente tirato alto, stavolta serve Ljajic, che invece non sbaglia, correggendo di giustezza e gonfiando la rete. Giusto in tempo per tornare negli spogliatoi in vantaggio, e impostare una ripresa da gestire in modo sapiente: una vittoria oggi potrebbe ridare un senso al campionato. ottima fase difensiva, quasi nulla quella offensiva. La squadra non gira a centrocampo, e così le micidiali ripartenze sono rare. qualità e raziocinio anche nelle situazioni più complicate, non brilla come al solito ma è il migliore dei suoi. fatica a trovare la soluzione giusta e perde qualche pallone di troppo. massimo risultato col minimo sforzo. Confusione davanti. la sua velocità è l’unica arma per scardinare la difesa veronese. latita dal gioco, non aiuta la manovra.
Rafael, 6: sicuro nelle respinte e nelle uscite, non può nulla in nessuno dei gol.
A. Gonzalez, 6: bene da terzino, quando copre alla perfezione Gervinho; un po’ peggio da centrale, ma non è il suo ruolo naturale.
Marques, 5.5: fatica a tenere Destro, molto mobile e che non dà punti di riferimento.
Maietta, 6.5: finchè c’è lui, la Roma non fiata. Appena esce per infortunio, ecco il vantaggio giallorosso: un caso?
Cacciatore, 5: malino. Non spinge per nulla, nonostante sia importante per tenere basso Ljajic. Restando in difesa, subisce la fantasia del serbo, che svaria a tuttocampo.
Romulo, 5.5: benissimo in avvio, con la sua solita reattività. Ma quando è costretto a scalare terzino, emergono tutte le lacune che avevano inorridito Firenze: si perde alla grande Gervinho nel primo gol, e concede altre sfuriate all’ivoriano.
M. Donati, 5.5: fa legna davanti alla difesa, ma il centrocampo della Roma è difficile da arginare.
Hallfredsson, 6.5: il migliore dei suoi. Oltre al gran gol, tanta qualità in impostazione e nello sbrogliare le situazioni più difficili.
Iturbe, 5.5: alterno, spesso cocciuto. Vuole risolvere tutto da solo, ma oggi serviva giocare più con e per la squadra.
Toni, 5: isolatissimo, può fare poco. Ma quel poco, lo fa male, non tenendo un pallone.
Juanito Gomez, 5: malissimo, non si capisce cosa faccia in campo, quale sia il suo ruolo.
Martinho, 5.5: entra nel finale, senza apportare nulla di particolare alla causa dei suoi.
Longo, 5: ha diversi minuti a disposizione, ma non tocca nemmeno un pallone.
All. Mandorlini, 5.5: squadra ben messa in fase difensiva, fatica a costruire. Servirà assorbire la partenza di Jorginho. magari però Cirigliano avrebbe aiutato maggiormente. Di certo, non ha aiutato l’infortunio di Maietta, ennesimo difensore infortunato. Nonostante tutto, resta una dignitosa prestazione ed un’ottima stagione.
De Sanctis, 6: praticamente inoperoso, l’unica palla che passa dalle sue parti è il missile imprendibile di Halfredsson.
Maicon, 6: spinta abbastanza costante ma mai realmente incisiva.
Benatia, 6.5: fa a sportellate con Toni, e vince lui. E non è facile.
Castan, 6.5: anch’egli come Benatia, tiene bene la fisicità di Toni oltre ad essere preciso in tutti gli altri interventi.
Torosidis, 6: come Maicon, si limita al compitino. Avrebbe potuto osare di più, considerato che nell’unica vera incursione, causa il dubbio rigore.
Nainggolan, 5.5: poco incisivo a centrocampo, non crea spazi e rallenta la circolazione.
De Rossi, 6: la regia del capitano non è veloce, nè particolarmente brillante. Diversi lanci fuori misura.
Strootman, 6.5: centrocampista con licenza di offendere, tra i tre è quello col miglior tasso tecnico. Lo fa valere, con tocchi di prima che velocizzano la manovra, ma anche lui non è nella sua migliore giornata.
Ljajic, 7: gol importantissimo, oltre a tanto movimento su tutto il fronte offensivo. Ottima prestazione.
Destro, 6.5: si muove bene, porta fuori la difesa scaligera e fa girare la squadra. Sbaglia un gol fatto, ma ci pensano i suoi compagni a metterla dentro.
Gervinho, 7.5: migliore in campo per distacco, la sua velocità è l’unica arma che mette in difficoltà gli scaligeri. Un assist fondamentale e un gol bellissimo per confermare ancora una volta di essere forse il miglior acquisto di questa Roma.
Totti, 6.5: entra bene, un siluro fuori di poco e un gol dal dischetto, la sua specialità.
Pjanic, s.v.
Florenzi, s.v.
All. Garcia, 6.5: la squadra ottiene il massimo risultato col minimo sforzo. Non male, se si considera che la Juventus è due punti più vicina, e il Napoli due più lontani. Ora una settimana di riposo, per tornare a mostrare il bel gioco che caratterizza la sua squadra, e che oggi, forse per la coppa Italia settimanale, non si è visto.