Che in Bahrain la situazione non fosse molto tranquilla, era cosa nota da tempo. Stamattina però se ne ha avuta la conferma definitiva, anche se a dir la verità l’episodio ha ben poco a che fare con il Gran Premio che si disputerà domenica (clicca qui per vedere tutte le informazioni e gli orari di prove e gara). Su una strada tra il circuito di Sakhir e la capitale Manama è esplosa una bomba molotov: episodio certamente non piacevole, ma che non avrebbe fatto notizia se non fosse per il fatto che in quel momento stava passando un camion della Force India. L’automezzo (che stava rientrando in città proveniente dal circuito) era bloccato nel traffico ed è praticamente certo che non fosse l’obiettivo di questo attacco, ma è bastata la presenza sul luogo di qualcuno riconducibile al mondo della Formula 1 ad attirare l’attenzione di tutto il mondo. Proprio questo può essere il problema principale del fine-settimana: ogni minimo episodio “fuori dall’ordinario” riceverà risonanza mondiale, e questo potrebbe istigare ad agire anche contestatori isolati, che ovviamente sono più difficili da controllare dei movimenti di protesta organizzati e delle organizzazioni anti-governative. Se queste ultime hanno infatti annunciato tre giorni di manifestazioni e proteste ma senza violenza, è ovvio che l’obiettivo di gruppuscoli terroristici o di singoli individui potrebbe essere diverso. Ricordiamo che il motivo di tutte queste proteste – scoppiate ormai da più di un anno come in tutta la “Primavera araba” e che l’anno scorso portarono alla cancellazione del Gran Premio – sono le rivolte della maggioranza della popolazione di religione musulmana sciita contro i musulmani sunniti che – pur essendo una minoranza della popolazione – detengono il potere politico: la famiglia reale è infatti sunnita. Le richieste degli sciiti sono di riforme e maggiore uguaglianza sociale. Shaikh Al Khalifa, membro della famiglia reale, aveva detto che per questa edizione del Gran Premio “non ci sono rischi, che i problemi sono soprattutto nei villaggi, e che saranno anche accettate forme di protesta civile, come l’esposizione di cartelli nel circuito”. Il rischio è però appunto quello di incappare in piccoli “incidenti di percorso”, che però possono avere conseguenze ugualmente drammatiche.
Nell’esplosione di oggi nessun membro dell’equipaggio della Force India è rimasto ferito, né ha fatto richiesta di rientrare in patria dopo l’accaduto: ma non è il modo migliore di avvicinarsi al Gran Premio. Rischiano di passare in secondo piano gli elementi di interesse tecnico, dalla crescita della Mercedes alla costanza della McLaren, dal calo della Red Bull alle difficoltà della Ferrari: comunque vada, questo Gran Premio entrerà nella storia della Formula 1 per motivi extra-sportivi, sperando che la scelta di venire comunque a correre in Bahrain risulti alla fine corretta.
(Mauro Mantegazza)