Nella lite fra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton merita di essere sottolineata una frase del pilota inglese della Mercedes, che nel caldissimo dopo gara di Baku, al termine di un Gran Premio d’Azerbaijan di Formula 1 nel quale è davvero successo di tutto, ha risposto così a chi gli chiedeva cosa avrebbe fatto se Vettel gli avesse telefonato: “Tanto non ha il mio numero”. Frase indicativa, perché illustra molto bene il fatto che fra i due principali protagonisti del Mondiale i rapporti siano davvero ridotti ai minimi termini, se realmente uno non ha nemmeno il numero di telefono dell’altro. D’altronde, solo pochi giorni fa Vettel aveva parlato così in una lunga intervista esclusiva per La Gazzetta dello Sport: “Ci sono tante cose, nel modo di vivere di Lewis, che io non farei. Ma probabilmente lui direbbe lo stesso di me”. Da una parte Vettel, il tranquillo padre di famiglia che fuori dalla Formula 1 vuole apparire il meno possibile, dall’altra Hamilton, la rock-star del Circus che spesso fa notizia anche lontano dal circuito. Chissà se è vero che non si sono nemmeno scambiati i numeri di telefono, di certo il duello adesso si fa sempre più incandescente… (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
La lite fra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton che ha infiammato il Gp Azerbaigian 2017 di Formula 1 sia in pista sia al termine della gara ci consegna un curioso dato statistico: a Baku per la prima volta nessuno dei due è salito sul podio nella stagione in corso. Evento decisamente raro, una gara che non veda fra i primi tre né il tedesco della Ferrari né l’inglese della Mercedes: l’anno scorso ad esempio era successo una sola volta, a Sepang, ma nel corso di quel Gran Premio sia Vettel sia Hamilton furono costretti al ritiro. In precedenza, bisogna tornare alla gara di Spa 2014, con Vettel quinto ed Hamilton ritirato. L’ultima volta senza podio ma con entrambi al traguardo risale dunque addirittura al Gran Premio di Spagna 2013, quattro anni fa: questo rende bene l’idea di quanto sia raro un evento del genere, favorito dalla tensione eccessiva che si è creata fra i due, con la frenata eccessiva da parte di Hamilton e la reazione senza dubbio esagerata da parte di Vettel. Una lezione che entrambi dovranno imparare… (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
La lite fra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton ha reso rovente il Gran Premio d’Azerbaigian di Formula 1. A Baku è successo di tutto fra i due contendenti per il titolo iridato e ovviamente le scintille partite da Vettel ed Hamilton si sono diffuse anche ai rispettivi team. Ecco ad esempio l’autorevole commento di Niki Lauda, tre volte campione del Mondo con la Ferrari ma oggi presidente non esecutivo della Mercedes: “Lewis ha ragione perché chi è davanti fa l’andatura e decide la velocità, chi tampona ha torto. La manovra di Vettel è più grave. Su questo si deve indagare”, aveva affermato ancora prima che arrivasse la penalità per Vettel. Forse anche questo dettaglio ha indispettito Maurizio Arrivabene; il team principal della Ferrari ha infatti replicato così a Lauda: “Può dire quello che vuole. Noi stiamo zitti, lavoriamo e lo lasciamo parlare. Ci rivediamo in Austria”. (Agg. di Mauro Mantegazza)
La lite tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton è proseguita anche nel post gara. Dopo il tamponamento in pista in regime di safety car causato da una brusca frenata del pilota della Mercedes, quello della Ferrari ha reagito polemicamente, finendo però per spintonare l’avversario. Ad essere punito, però, con uno “stop and go” di dieci secondi è stato solo il tedesco. «Hamilton ha frenato un paio di volte, non si fa così, è pericoloso per chi sta dietro. Non so perché io ho avuto la penalità e lui no. Lui ha danneggiato la mia ala, non si fa così», ha dichiarato Vettel ai microfoni di Sky. Hamilton ha respinto al mittente le accuse: «Quello che è successo è evidente. Quella non è la condotta che ci si aspetta da un quattro volte campione del mondo, ma è andata così. Non è vero che ho frenato improvvisamente, probabilmente lui non mi ha visto». Al veleno anche Maurizio Arrivabene, team principale Ferrari: «Recriminare non è nel nostro stile, ma vedendo gli episodi di Bottas e Raikkonen e quello di Vettel con Hamilton mi chiedo se siamo in Formula 1 o al Colosseo». Quando gli viene chiesto se c’è stata disparità di trattamento risponde: «Diciamo che nel dubbio non si dà ragione alla Ferrari». (agg. di Silvana Palazzo)
A Baku succede l’imponderabile tra Vettel e Hamilton che si stanno combattendo in seconda e prima posizione nella Gp di Formula dell’Azerbaijan 2017. In una gara finora dominata dalla Safety Car per i tanti contatti e incidenti in piena pista, si arriva all’ultimo giro in regime di “tutti in fila dietro alla Safety” con Hamilton che improvvisamente dopo una curva a destra frena improvvisamente in pratica provocando il tamponamento del vicino Vettel. Il “break test” probabile del pilota inglese genera l’arrabbiatura del tedesco che in preda al caos scatta a lato della Mercedes e stacca le mani dal volante per inveire contro Hamilton. A quel punto però la sua Ferrari dà una sorta di “ruotata” alla monoposto rivale, prima di ripartire tutti con la Safety che si toglie dalla pista.
Poco dopo per i tropi detriti in pista arriva bandiera rossa (alle 18.15 si riparte in griglia con Hamilton davanti a Vettel) il problema è che la direzione gara ha dato informazione dell’investigazione sia per il ferrarista che per il pilota Mercedes proprio per quel doppio “episodio”. Se vogliamo capire bene con un “paragone sportivo” quanto successo si può riassumere così: Lewis compie un gesto eccessivo e la reazione di Vettel è ancora più veemente. Rischiano entrambi, a breve si saprà cosa avrà deciso la direzione corse in un infuocato sempre di più Gran Premio di Baku 2017