La Juventus batte il Napoli nel big match dell’ottava giornata di serie A, e si stacca in classifica. Finisce 2-0 con i gol segnati nel finale; partita in generale equilibrata, ma il Napoli è stato troppo leggero davanti (un tiro in porta) e ha giustamente pagato nella cura dei dettagli. I bianconeri prendono tre punti di vantaggio e costringono così il Napoli a un bagno di umiltà e alla prima sconfitta stagionale. Vediamo ora le pagelle dei giocatori e i voti alle squadre.
Mezzo voto in meno solo perchè le conclusioni non sono state tantissime; ma il ritmo si è mantenuto sempre alto, le due squadre non si sono nascoste mai e hanno sempre provato a giocarsela per i tre punti, ognuna a suo modo. Ne è venuta fuori una partita piacevole, come era lecito attendersi da un big match con formazioni che sanno giocare bene a calcio.
La legge della grande squadra: fa la partita nel primo tempo ma non sfonda, contiene i tentativi del Napoli senza andare troppo in affanno, ha una giusta dose di fortuna quando Cavani centra l’incrocio, poi come se nulla fosse si rimette a giocare. Nel finale spiega a tutta Italia perchè è ancora la più forte: sfrutta due errori della difesa partenopea e pianta lì un destro-sinistro da stendere chiunque. E scappa a +3.
Nel complesso è sufficiente, certo. Scende a Torino e se la gioca, naturalmente aspetta la Juventus ma rispetto allo scorso anno è più propositivo, attacca di più la porta, ma paga la scarsa vena degli attaccanti. Ha due limiti: tirare troppo poco in porta (cioè mai, a parte la punizione di Cavani) e subire due gol in due minuti, il primo dei quali da un’incomprensione su un calcio d’angolo. Un po’ di umiltà non guasterà, la squadra c’è.
Paradossalmente il primo gol della Juventus nasce da un fallo (più ammonizione) di Behrami su Marchisio che l’arbitro converte invece in angolo. Nel complesso evita che la partita si surriscaldi troppo, sbaglia un paio di decisioni ma mai quelle importanti. Ci potevano stare un paio di gialli in più, ma ha superato la prova.
Inoperoso, si vede solo con un paio di uscite e una parata facile su tiro smorzato. L’incrocio lo grazia sulla punizione di Cavani.
Non sbaglia un intervento, rimane sempre concentrato senza mai lasciarsi andare a proteste, tiene a bada sia Cavani che Pandev con grande autorevolezza. Era in calo, si è ripreso alla grandissima.
Altra prova da guerriero, sempre più leader del reparto. Si fa male nei primi 20 minuti ma resta in campo, sembra soffrire e invece cresce con il passare dei minuti: non sbaglia un intervento.
Anche lui contiene benissimo gli attacchi del Napoli, rimanendo sempre calmo e concentrato. La tempra non manca mai, si prende un giallo evitabile come unica pecca della partita.
Macina chilometri su chilometri e chiude varchi su varchi, ma non è quello esplosivo della scorsa stagione. Dovrebbe rifiatare, ma evidentemente nelle grandi partite Conte si fida di lui.
Dov’è finito il Vidal dei tempi migliori? Quello dello scorso anno non è questo, che ci mette sempre il cuore ma arranca, sbaglia i tocchi e non azzecca quasi nulla. Giustamente sostituito, e se Pogba è questo…
( Appunto: entra e in 6 minuti confeziona il 2-0 con un tiro che ancor prima che bello è una perla di coraggio da parte di un ragazzo di 18 anni. Ha ragione Conte a tenerlo in altissima considerazione)
Doveva marcarlo Hamsik e invece Hamsik non lo prende se non sporadicamente. Così ha tempo e spazio per disegnare lanci col compasso (splendido uno per Matri), poi mette sulla testa di Caceres il pallone dell’1-0. Le partite che contano le sbaglia raramente.
Non lo vedi, eppure è lì che martella per novanta minuti. Capisce che non è serata per gli inserimenti, e allora fa il medianaccio vecchio stampo. Risultato? Corre per tre e salva alla Beckenbauer su Pandev lanciato a rete.
Paga dazio alla sfortuna quando esce per una botta, ma mettiamola così: gli subentra Caceres che sblocca la gara. E’ il migliore: corre e punta sempre Maggio che va in crisi, a un certo punto spacca la difesa con una grande progressione, copre tutti i varchi. E giocherebbe anche fuori ruolo.
( Ci mette quattro minuti: entra, recupera palla, va a staccare su un angolo e segna. Gol uguale a quello contro l’Inter dello scorso anno: segna solo reti pesanti, e ancora una volta fa sapere a Conte che è più di una riserva)
Di testa le prende tutte lui, ma la sostanza che rimane è poca cosa. Fa tanta fatica a girarsi, gioca troppo lontano dalla porta, è poco incisivo. Un’altra occasione persa?
( Anche lui si sbatte molto, ma la difesa del Napoli è sempre attenta. Solo una volta se ne libera, ma non aggancia il regalo di Pirlo)
Primo tempo d’autore: gioca alla Vucinic, prendendo palla largo e puntando sempre. Maggio e Behrami non lo vedono mai, scalda subito i guanti a De Sanctis. Cala nella ripresa, ma entra nell’azione del 2-0.
Qualunque allenatore sogna di far entrare due uomini che in 6 minuti chiudono la partita. Ad Alessio è successo: in panchina c’era lui, i cambi li ha decisi insieme a Conte, e infatti gli ha “dedicato” il 2-0 di Pogba. E la Juventus ha dimostrato che è ancora più forte del Napoli.
Bravo su Giovinco in avvio, per il resto deve lavorare poco. Incolpevole su Caceres, forse parte in ritardo sul sinistro di Pogba.
Partita semi-impeccabile fino all’80’, in cui chiude varchi e si propone sempre come centrocampista aggiunto. Giovinco gli prende il tempo un paio di volte, e nel finale è suo l’errore che spegne del tutto le speranze del Napoli. Troppo nervoso, si fa ammonire per niente.
Spazza tutto quello che può spazzare, a volte in affanno ma sempre in maniera efficace. La domanda resta: di chi era Caceres? Entra nell’errore generale.
Idem come sopra, ma anche lui ha giocato davvero una gran bella partita, risolvendo spesso situazioni intricate e non concedendo mai molto a Quagliarella. Però quell’angolo…
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Triturato a più riprese da Asamoah che lo irride appena può, ma un intervento sul ghanese lanciato a rete è da premio Oscar. in avanti dà sempre il suo contributo pur senza strafare.
Corre, lotta, si sbatte, per liu primo minuto o ottantesimo non cambia. Però spesso si fa saltare, e se doveva contenere Pirlo nella sua metacampo ha fallito l’obiettivo.
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Lucido in regia, dà una mano anche a fare legna in mezzo al campo. Lo accusano di essere lento, e invece stasera ha dato via palla con tempi e modi giusti. Peccato gli altri avessero le polveri bagnate.
Altro maratoneta, sulla fascia sinistra prova a dettare legge costringendo Lichtsteiner a ripiegare, ma spesso è lui a dover fare passi indietro. Però ha sempre dedizione, voglia e piedi buoni per reggere il confronto.
Nel primo tempo non la becca mai, e su Pirlo non mette pressione. Cresce nella ripresa, ma senza mai dare troppo fastidio ai difensori della Juventus. Ci si aspettava da lui il cambio di passo.
Di solito vede la Juve e si esalta. Non stavolta: sbaglia tutto quello che può sbagliare, gioca a 25 metri dalla porta, non tira mai e quando vola in due contro uno serve Insigne come nemmeno ai Primi Calci si vede fare.
D’accordo, era stanchissimo per la trasvolata e la coincidenza persa; d’accordo, ha tirato una volta e ha centrato l’incrocio dei pali interno; ma da uno come Cavani ci aspettavamo che mettesse più in crisi la retroguardia della Juventus. Invece è stato poco coinvolto e lui si è fatto cercare ancor meno.
All. MAZZARRI 5.5 – Forse di più non poteva fare: ha messo in campo i migliori. Però, arrivati al 70′ sullo 0-0 e totalmente in partita, avrebbe potuto provare a fare il colpo grosso. E poi resta il dato del campo: è venuto a Torino con gli stessi punti della Juve e ha preso due gol in due minuti. E ora è a meno tre.
(Claudio Franceschini)