L’ottimismo che la presenza del fondo di investimenti americano ha infuso sul closing dell’operazione di cessione del Milan nelle mani dell’investitore cinese Li Yonghong, pare ben motivato: a dirlo sono le ultime rivelazioni del giornalista di Sky Sport Peppe Di Stefano. Secondo gli ultimi aggiornamenti infatti pare che il passaggio di proprietà tra Fininvest e Silvio Berlusconi e il dirigente cinese, sostenuto finanziarmene dalla Elliott Management, atteso per il 14 aprile, sia già cosa fatta: mancherebbero quindi solo gli ultimi dettagli e l’ordine del giorno dell’assemblea dei soci fissata per aprile sarebbe già stilata in ogni particolare. Secondo il giornalista inoltre: “si stanno sistemando gli ultimi dettagli, come per esempio quello che riguarda le spese per la stagione in corso: si è parlato sempre di 70 milioni nelle scorse settimane, ma, essendo passato un mese in più visto che non si è chiuso a marzo, ora le spese sono di circa 80 milioni di euro”.
Le ultime novità riguardanti il closing del contratto di cessione del Milan dalle mano di Silvio Berlusconi e Fininvest in quelle dell’investitore cinese Li Yonghong, finanziato dal fondo di investimenti statunitense Elliott Management hanno scosso non poco tifosi e non solo, che ora guardano con maggiore serenità al prossimo 14 aprile, data ufficiale della chiusura. Antonio Marchesi, ex collaboratore di Barbara Berlusconi la Milan è stato intervistato dai microfoni di Sky sport 24 e lì ha dichiarato che: “Un’idea generale me la sono fatta e vorrei capire, da tifoso, come la nuova proprietà farà sinergia con il Milan. Suning ha usato l’Inter per farsi l’immagine in Europa. La presenza puramente finanziaria nell’azionariato, vorrei capire come gestirà il club”. Riprendendo le preoccupazioni dei tifosi rossoneri ha poi aggiunto: “L’importante è che il Milan torni ad essere quello che è stato e trovi la strada, attraverso la spinta dei mercati esteri o iniziative come uno stadio, per recuperare terreno. Sono ottimista, il cambiamento deve portare novità positive”.
Come già annunciato la data del closing della cessione del Milan è stata fissata per il 14 aprile, in concomitanza con l’assemblea dei soci del club di via Aldo Rossi, dove sarà presente anche in rappresentante della Elliott Management, il fondo di investimenti americano che ha finanziato l’imprenditore cinese Li Yonghong unico rimasto della primitiva cordata cinese, a tutela degli interessi della società statunitense. Come già annunciato nell’odg dell’assemblea, dove nella previsione verrà annunciato il closing della cessione del Milan, è prevista anche la modifica contestuale di alcuni articoli dello statuto del club rossonero, cambiamenti non di poco conto, anticipati dall’edizione mattutina dal quotidiano Repubblica. Secondo il quotidiano romano il nuovo statuto avrebbe nelle intenzioni un’impronta meno “Berlusconiana”, per svecchiare norma ormai fissate 31 anni fa per proiettare la società in un contesto più “contemporaneo”. Un esempio? D’articolo 16 che stabilisce un automatismo tra Presidente del Milan e titolare della Proprietà: non sarà più così e le speculazioni sul chi sarà il prossimo presidente del club rossonero a closing avvenuto si sprecano. L’ipotesi più scontata è che sia Li Yonghong a ricoprire questa carica, ma l’ingresso degli americani del fondo Elliott potrebbero mescolare le carte in tavola. Sta infatti prendendo piede la voce per cui Paolo Scaroni, ex presidente dell’Eni e vice presidente di Rothschild e advisor del gruppo cinese potrebbe presto sedersi in consiglio di amministrazione.
Finalmente giunge qualche notizia rassicurante per i tifosi del Milan, preoccupati dal prolungarsi della vicenda del closing del contratto di cessione della società rossonera nelle mani di Li Yonghong, dopo il defilarsi degli altri investitoti presenti in Ses. L’ingresso nell’affare del fondo di investimenti statunitense Elliott Management ha infatti non solo accelerato il processo di compravendita del club di Fininvest-Berlusconi e fissato per il 14 aprile la data del closing, ma ha anche imposto alcune garanzie che vanno ben d’accordo con l’animo della tifoseria rossonera, che da mesi teme che la nuova dirigenza cinese potesse svendere i proprio giocatori più quotati. Secondo quanto riporta l’edizione mattutina del Corriere della Sera infatti Elliott ha voluto come garanzia che tutta la rosa non subisca alcuna svalutazione di mercato, fissando paletti molto rigidi nel contratto con Li Yonghong. In pratica il Milan non potrà, per coprire i propri debiti, svendere i propri giocatori,ma si dovranno assicurare acquisti di pari o superiore valore in caso di cessione, per manetenere il valore complessivo della rosa. Questo chiaramente non comporta alcuna intromissione da parte degli statunitensi nelle scelte di mercato. Si tratta invece di una garanzia ulteriore per tifosi e fondo di investimenti, affinché ciò che andrà nelle mani dell’investitore cinese non perda valore “di proposito”. Un vero sollievo per i fan del Milan, ammaliati dai grandi risultati ottenuti in questa stagione dal tecnico Montella e timorosa che i tanti giovani di talento presenti ora in rosa possano andare via.
Si avvicina il 14 aprile, data per cui sarebbe previsto il closing del contratto di cessione del Milan da Fininvest a quello che è rimasto della Ses, ovvero solo l’investitore cinese Li Yonghong e le novità in casa rossonera dopo settimane di silenzio non mancano. Il merito è dell’ingresso del fondo di investimento americano Elliott Management nell’affare, che di fatto ha fornito al principale investitore cinese i fondi sufficienti per chiudere il contratto di cessione, faccenda che ha tenuto e continua a tenere tutti con fiato sospeso ormai da quasi un anno: sono infatti ben 303 milioni di euro la cifra prestata Li Yonghong, con la quale spera di finalizzare l’acquisto del club, entro la fatidica data del 14 aprile. Secondo quanto si apprende dal comunicato di convocazione ufficiale del Cda Del Milan e riportato da spotmediaset.it, in programma per il 14 aprile alle 14.30 a Casa Milan, oltre al rinnovo delle cariche dirigenziale all’interno del club, operazione già prevista anche per le precedenti convocazioni per il closing, sono state inserite nell’ordine del giorno due novità di grande peso. Il primo punto sarà la presenza all’interno dell’assemblea di un rappresentare del fondo di investimenti statunitense: elemento certo nuovo ma che non desta particolare scalpore, vista la situazione economica vincolata dell’acquirente. Il secondo elemento di novità sarà la prevista modifica di ben 6 articoli dello statuto del AC Milan: modifiche che erano già tate messe in previsione dalla nuova dirigenza, ma che non erano state citate nell’ordine del giorno delle assemblee convocate (senza successo per il closing) a dicembre e a marzo. Gli articoli che verranno modificati riguardano la composizione e il funzionamento del Cda oltre che la nomina del presidente.