Il derby di Roma si conclude col risultato di 2-1 per la Lazio, concreta e spietata contro una Roma per 80 minuti in dieci uomini. Il pomeriggio di questa domenica è tutto per lui, il derby della Capitale che oggi alle 15 viene finalmente sfornato dopo una settimana di polemiche e sussurri che hanno fatto lievitare l’attesa di questo big match. Le squadre arrivano alla stracittadina in condizioni opposte: i giallorossi tornano a calpestare l’amato prato dell’Olimpico dopo la domenica nera di Bergamo; gli aquilotti invece si accingono a giocare una partita carichi per la vittoria contro la Fiorentina che tiene la banda di Reja sempre al passo dell’Udinese per la conquista del fatidico terzo posto. Se il clima nei due spogliatoi pare differente, i bookmakers sembrano non accorgersene tanto è vero che le quote sono pressoché uguali sia per il risultato finale, sia per il primo marcatore del match dove Totti e Klose (ovviamente) sono entrambi dati a 5.60. Arriviamo al campo, anzi prima doverosa nota dolente che riguarda il “pizzicamento”, come si dice in gergo, di un tifoso della Lazio spedito d’urgenza all’ospedale. Le formazioni in campo vedono un 4-3-3 per la Roma con Totti supportato da Lamela (oggi ventenne) e dal pirata Borini, a centrocampo capitan futuro più Pjanic e Simplicio mentre a difendere Stekelemburg ci saranno Heinze, Juan, Josè Angel e Taddei. I biancocelesti in emergenza esterni, indisponibili Lulic, Konko e Radu, si schierano con un 4-2-3-1: Hernanes, Mauri, e Gonzales a supporto del killer Klose davanti; sulla mediana Matuzalem e Ledesma mentre in difesa agiranno Scaloni, Dias, Biava e Garrido.
CRONACA PRIMO TEMPO – Il match regala subito emozioni perchè dopo soli otto minuti viene espulso Stekelenburg, reo di aver atterrato Klose lanciato a rete. L’azione parte dal cerchio di centrocampo dove Ledesma intercetta la costruzione della manovra giallorossa, cede palla ad Hernanes che gioca subito in verticale per il bomber tedesco. La Roma, si sa, non è maestra nell’annullare i contropiedi avversari e il povero portiere olandese può solo fermare Klose prendendolo per le caviglie. Bergonzi esita un minuto, giusto per chiarirsi con i suoi assistenti, dopo di che manda l’estremo difensore giallorosso sotto la doccia e sancisce il sacrosanto rigore per gli avversari. Luis Enrique corre ai ripari, leva Lamela che, alquanto irritato, festeggia negli spogliatoi il suo ventesimo compleanno e manda tra i pali Lobont. Dall’altra parte si presenta sul dischetto il Profeta che indirizza la sfera a destra e il portiere a sinistra. Ora tutto sembra più facile, in curva nord si assapora già una domenica simile a quella dell’andata ma la Roma, con un uomo in meno e col morale a pezzi, non demorde e come se nulla fosse, incomincia la sua nuova partita nella stessa maniera di sempre: corsa e possesso palla. Tuttavia è da un lancio che nasce il successivo pareggio romanista, al 16′ infatti Borini viene atterrato da Scaloni che incredulo si becca l’ammonizione e permette a Totti di calciare da ottima posizione. Il “penalty” però viene murato ma la sfera resta sempre in possesso giallorosso, con Simplicio che mette in mezzo un pallone per Juan; il brasiliano non ci pensa due volte e calcia da posizione improbabile, colpisce la traversa e fa carambolare la palla su Borini che mette dentro per la gioia della Sud.
La Lazio accusa il colpo e per buona parte del primo tempo non riesce a far valere la superiorità numerica, i biancocelesti si limitano solo a commettere molti falli per spezzare la manovra avversaria. I restanti minuti vedono tutto sommato un sostanziale equilibrio sia nelle azioni create, tiri sporadici da entrambe le parti ma nessuna vera occasione clamorosa, sia nell’intensità di gioco, a tale proposito va fatto un applauso alla Roma che pur giocando in 10 non si fa mai sottomettere. Vedremo se nel secondo tempo gli uomini di Luis Enrique riusciranno a tenere il ritmo mostrato fino all’intervallo.
CRONACA SECONDO TEMPO – Nella ripresa si riparte a squadre invariate ma la Roma è costretta dopo pochi minuti ad operare un altro cambio forzato: Pjanic colpito duro esce per forti dolori alla coscia sinistra ed entra la suo posto l’arrembante Marquinho. Tatticamente non cambia nulla, la “Maggica” continua a giocare prevalentemente su Borini che fa sempre un movimento verso l’esterno per poi trovare centralmente l’appoggio di Totti o l’inserimento di un centrocampista. Azione simile si verifica al 60′ quando il capitano riceve palla dal giovane connazionale e dalla distanza scarica un missile che spaventa Marchetti. La Lazio riparte ma non sembra essere capace di costruire un’azione fluida che possa riportarla in vantaggio ed infatti è da un calcio piazzato che trova il secondo gol. La punizione di Ledesma, calciata verticalmente in mezzo all’area, trova, al minuto 62′, la spaccata di Mauri che, lasciato troppo libero di coordinarsi, riporta i suoi compagni davanti. Ora la partita si fa veramente difficile per Luis Enrique ed i suoi uomini che, più con la forza di volontà che con idee precise, tentano con scarsi risultati di rimettere a posto le cose. La Lazio, scaltra, inizia a chiudersi nella propria metà campo per aspettare l’errore fatale degli avversari ed infierire, in contropiede, il colpo del KO. L’occasione della vita passa tra i piedi di Hernanes al 65′ proprio grazie ad un errore di impostazione di Simplicio; il profeta però invece si siglare la sua prima doppietta contro i cugini si addormenta sul più bello e davanti a Lobont viene scippato del possibile 3-1 da Juan.
Sulle ginocchia la Roma deve fare i conti con una sfortuna che non lascia scampo a nessuno, a dieci minuti scarsi dal termine si arrende pure Juan (tra i migliori) costringendo l’allenatore asturiano a tentare il tutto per tutto: De Rossi a supporto di Heinze in difesa e Bojan ad alimentare gli arrembaggi offensivi insieme a Totti e Borini. La mossa sembra quella giusta perché i guizzi del piccolo spagnolo tengono la Lazio sempre nella propria metà campo mentre la Roma con orgoglio spera nella zampata miracolosa. Nei minuti finali il pareggio passa prima sulla testa di Totti, poi su quella di Borini, oggi in versione Forrest Gump per l’inarrestabile corsa e generosità. Non serve a nulla la giusta espulsione di Scaloni, che a tre minuti dal termine affossa Bojan beccandosi il secondo giallo; dopo quattro minuti di recupero Bergonzi chiude il derby dando alla Lazio una vittoria forse troppo facile da ottenere contro una Roma che per demeriti e sfortuna ha giocato solo per brevi intervalli alla pari. Reja può ritenersi soddisfatto: i suoi hanno giocato una gara cinica; non belli ma concreti, qualità che sicuramente deve avere una formazione che punta alla Champions League. Sull’altra sponda del Tevere giace una Roma ferita dalla delusione e dai tanti infortuni che non ha ancora chiaro quale sarà il suo destino perchè, a differenza dei rivali, risulta bella e temeraria, ma solo quando le pare: così non si va lontano ed i tifosi giallorossi questo l’hanno capito.
(primo tempo 1-1)
: Hernanes su rig. al 7’, Borini al 16’ p.t., Mauri al 16’ s.t.
Stekelenburg; Taddei, Juan (dal 30’ s.t. Bojan), Heinze, J. Angel; Simplicio, De Rossi, Pjanic (dall’11’ Marquinho); Totti; Lamela (dal 7’ p.t. Lobont), Borini. (Rosi, Kjaer, Greco, Piscitella). All. Luis Enrique.
Marchetti; Scaloni, Biava, Dias, Garrido; Ledesma, Matuzalem; Gonzalez, Hernanes (dal 39’ s.t. Diakité), Mauri (al 38’ s.t. Alfaro); Klose. (Bizzarri, Diakité, Sbraga, Zampa, Candreva, Kozak). All. Reja.
Bergonzi di Genova.
Espulsi Stekelenburg e Scaloni (doppia ammonizione). Ammoniti Matuzalem, Biava, Heinze, Borini per gioco scorretto, Mauri e Bojan per simulazione, Diakité per c.n.r., Totti per proteste. Recuperi: 2’ nel p.t., 4’ nel s.t.
Stekelenburg 5: cerca di mettere una pezza all’ennesimo contropiede che si vede davanti: stende Klose e, di conseguenza, lascia i suoi in 10.
Lobont (dall’ 8′) 6: entra a freddo, si scalda con modeste parate durante il match, sul gol può farci poco.
Taddei 6: Mauri o Gonzales sono poca roba sull’esterno, non ha particolari difficoltà. Tende a spingere poco per via dell’inferiorità numerica.
Juan 7: partita perfetta dal minuto 8′ in poi. Prima è anche per colpa sua che la Lazio parte in contropiede, poi si rifà in numerose occasioni come sul recupero di Hernanes. Esce per infortunio.
Heinze 6: guerriero fatto e finito, non lo ferma nessuno; nei minuti finale spinge anche lui.
Josè Angel 5.5: i suoi compagni scelgono di giocare prevalentemente sulla sua corsia ma lui non riesce quasi mai a mettere palloni in mezzo anche per merito delle chiusure avversarie.
De Rossi 6: con l’uomo in meno pensa più a coprire che a pungere, imposta il gioco ma spesso deve fare i conti con i mastini di Reja.
Simplicio 5: poca cosa, impacciato e fuori dal gioco in molti tratti del match.
Pjanic 5.5: non dà quel qualcosa in più che ha permesso, altre volte, alla sua squadra di sopraffare gli avvesari. Anche lui esce per infortunio.
Lamela s.v.: compleanno rovinato.
Borini 7.5: altro gol, altra prestazione da incorniciare. Questo ragazzo non tradisce le aspettative pre-derby giocando una partita generosa dal primo all’ultimo minuto; peccato la sua squadra giocasse con un uomo in meno.
Totti 6: subisce una vagonata di falli, lui resta tranquillo giocando più per la squadra che per sé stesso. Ha la palla “maggica” del possibile 2-2 ma di testa non è mai stato buono.
Marquinho (dal 56′) 5.5: entra in una partita complicata, ci mette del suo ma è troppo poco.
Bojan (dal 77′) 5.5: forse troppi pochi i 15′ minuti concessi, lui prova a mettere vivacità in un attacco che funziona ad intermittenza ma non incide mai.
ALL. Luis Enrique 6: troppo facile criticare un allenatore che gioca per 80′ minuti in dieci un derby decisivo. Arrivato in Italia per portare delle novità a un calcio di tradizioni opposte, oggi gli va riconosciuto di aver iniettato nella sua squadra un atteggiamento sempre offensivo e generoso. Non è questa la domenica per colpevolizzarlo.
Marchetti 6: mai impegnato in parate straordinarie, gioca un derby tendenzialmente tranquillo anche grazie al filtro dei suoi compagni.
Scaloni 5: preferisce la gamba alla palla, finisce per essere espulso ma è troppo tardi per creare danni ai suoi.
Dias 6: falloso ma concreto, questa è la sua partita come di tutta la Lazio. Se gli scappa l’uomo non ci pensa due volte a rischiare di subire gol.
Biava 6: anche lui spesso non sfrutta la sua esperienza e atterra o sgambetta gli avversari anche quando non ce ne bisogno; almeno però fa passare una domenica tranquilla al suo portiere.
Garrido 5: spinge poco, si vede poco, fa fatica a contenere Borini.
Matuzalem 6: con Ledesma fa un impressionante lavoro di copertura, poi appena può dà palla a Hernanes per far ripartire l’azione.
Ledesma 6.5: “prima di tutto la Roma non deve passare per via centrale” così gli avrà detto Reja e a partita finita il compito sembra riuscito bene. Mezzo voto in più per aver calciato una punizoione perfetta per il gol di Mauri.
Mauri 6: viene collocato sull’esterno, non è la sua posizione ideale. Più pericoloso quando si accentra. Gol molto bello.
Gonzales 5: salta solo una volta l’uomo, i suoi cross sono più sbilenchi che altro. Ci mette corsa e volontà, poco altro.
Hernanes 6: voto strettino per aver sbagliato il colpo del KO, lui non può fallire queste occasioni. Per il resto partita giocata sempre da protagonista.
Klose 6.5: un vero giocatore, modello per i giovani attaccanti. Ha pochi palloni giocabili ed allora si mette a fare un pressing asfissiante molto fastidioso per i difensori giallorossi, abituati a costruire la manovra. L’unica vera palla la sfrutta al massimo: rigore più espulsione di Stekelenburg.
ALL. Reja 7: ha creato una squadra di giocatori che pensano prima di tutto al risultato. Secondo derby vinto, terzo posto in classifica tutto meritato.
(Giorgio Davico)