Dopo un primo tempo avaro di emozioni Lazio-Parma si trasforma in una sfida avvincente risoltasi soltanto in pieno recupero grazie al gol del 3-2 di Candreva. Disastrose le prove delle due difese autrici di errori macroscopici. Tra i padroni di casa imbarazzante in occasione del 2-2 Marchetti in concorso di colpa con Ciani, beffato anche in occasione del vantaggio parmense. Male anche Cana e Mauri, praticamente inesistente quest’ultimo. Si salvano invece Lulic, autore di un gol e un assist, Keita e Candreva. Klose ha dimostrato di essere cinico segnando nell’unica occasione avuta. Passando al Parma da bollino rosso le prestazioni di Lucarelli, Cassani e Palladino il quale si è divorato il possibile 2-3 peccando di egoismo. Bene come al solito Cassano, autentico trascinatore degli uomini di Donadoni. Mirante ha effettuato parate importanti soprattutto nel finale. Resta la pecca del primo tempo: il mancato rosso a Cana che da dietro sotterra Cassano. Per il resto prende decisioni giuste e non sbaglia niente. Peccato, poteva starci un voto decisamente più alto.
Con la Juventus saldamente al comando del campionato e Roma e Napoli seconde forze del torneo, la Serie A vede almeno quattro squadre lottare per la sesta posizione, ultimo posto disponibile con vista Europa. Dietro a Fiorentina e Inter, è sfida aperta tra Parma, Atalanta, Lazio e Milan per agguantare il pass per l’Europa League. Lazio-Parma può quindi considerarsi un vero e proprio scontro diretto per il citato obiettivo. I biancocelesti sono a quota 42 mentre gli ospiti si trovano a 47 pur con una partita da recuperare. Reja sceglie il 4-2-3-1 per riscattare la pesante sconfitta di Genova con Marchetti di nuovo fra i pali a difendere la porta della squadra. Davanti a lui, linea a quattro con Konko, Novaretti, Biava e Radu. A centrocampo Onazi e Cana sono i due mediani a sostegno del trio Candreva, Lulic e un rilanciato Mauri di nuovo titolare dal primo minuto. In attacco l’unica punta è Miro Klose. Donadoni sceglie il 4-3-3 che ha consentito al “Parma dei miracoli” di far bella figura anche con squadre più attrezzate; Mirante in porta, Cassani, Lucarelli, Felipe e Gobbi in difesa (nella trasferta di Torino la linea arretrata era formata da tre elementi) mentre a centrocampo troviamo i soliti noti: Marchionni, Parolo e Acquah. Schelotto e Biabiany agiscono invece in posizione avanzata assieme a Cassano. L’inizio del match non è molto avvincente con le due formazioni che sembrano studiarsi a vicenda: delle due è però è logicamente la Lazio che deve fare qualcosa in più e gli uomini di Reja non si fanno pregare. Gli errori a raffica dei difensori del Parma, i quali a turno regalano palloni imbarazzanti ai capitolini, consentono ai biancocelesti di guadagnare metri pericolosissimi. Inizia Lucarelli (5) che si fa beffare da Lulic sulla trequarti, proseguono quindi Felipe (5,5), clamoroso il passaggio dell’ex Fiorentina a Mauri che dal limite calcia sul fondo, Gobbi (5,5) e Cassani (6). Alla fine la Lazio trova il meritato vantaggio. Siamo al 14′ quando Konko (6) mette in mezzo un traversone deviato dal piede di Mirante (5,5) su cui Lulic (6) si fionda e insacca per il più facile dei gol. Invece di cercare di controllare la partita magari arrotondando il risultato i locali si spengono lasciando campo al Parma trascinato dal leader Cassano (6,5). Proprio il barese vede e serve un intelligente inserimento di Acquah (6) che non trova l’impatto con la sfera; sul contrcross Biabiany (6,5) manda alto da buona posizione. Il pareggio è nell’aria e arriva al 25′ grazie allo stesso Biabiany. Cassano calcia dal limite trovando un’incerta respinta di Marchetti (5); sulla ribattuta il francese anticipa Ciani (5) e batte di testa l’estremo difensore avversario dopo averlo saltato con un sombrero. Difesa della Lazio in versione statua di sale. Poco prima già su un tiro di Schelotto (6) si è vista la pericolosità del Parma nei fraseggi al limite dell’area laziale. Alla vigilia c’erano tutte le premesse per aspettarsi una gara avvincente, ricca di gol e di emozioni forti ma i ritmi sono bassi ad eccesione di sporadiche fiammate. Le occasioni più nitide arrivano intorno al 30′. Qualche contrasato duro a centrocampo aggiunnnnnnge pepe a questa interessante sfida per l’Europa League. – In una squadra che in questa stagione ha avuto troppi alti e bassi ci si aspettava una reazione in un simile scontro diretto. Ad eccesione del gol di Lulic la squadra locale ha avuto un pessimo approccio alla partita con errori difensivi evidenti e poche idee in mezzo al campo. Si salva per il rotto della cuffia per aver segnato il gol che vale il pareggio ma anche lui non ha particolarmente brillato. Folta la schiera dei giocatori deludenti in questo primo tempo. Da Ciani a Cana noi scegliamo il trequartista; un tiraccio sul fondo da buona posizione poi il nulla ssoluto. Nonostante qualche defezione iniziale in difesa gli uomini di Donadoni hanno preso le misure agli avversari mettendoli in difficoltà con i suggeerimenti di Cassano per i vari inserimenti dei centrocampisti o estterni offensivi. Vero e proprio leader, mette lo zampino in tutte le occasioni create dalla sua formazione. Regala assist fantastici non sempre ben sfruttati. Che rischio in difesa. La retroguardia non gioca una buona partita regalando palloni banali ai giocatori della Lazio. Clamorosa una sua leggerezza in avvio che sarebbe potuta costare casissima. Gara che non regala troppi episodi dubbi. Giusti tutti i cartellini gialli. Unico appunto: l’intervento di Cana su Cassano a centrocampo poteva costare il rosso e non la semplice ammonizione. (Federico Giuliani)
Lazio
Gravissimo e inconcepibile quello che ha fatto in occasione dell’autorete di Ciani. Il difensore biancoceleste anticipa Cassano in modo goffo ma lui doveva intervenire sul pallone o quanto meno non rimanere fermo a guaradare la sfera infilarsi in rete. Il Mondiale ormai è un sogno destinato a restare tale.
Il suo voto si alza poichè entra nell’azione dell’1-1 della Lazio. Buona discesa sul fondo e traversone insidioso respinto da Mirante. Per il resto soffre troppo Biabiany.
Cassano è la metà di lui eppure il difensorone laziale non riesce mai a fermarlo con un anticipo pulito. Il barese si gira con facilità e ogni volta che inventa un assist sono problemi per la retroguarda di Reja.
( In occasione del gol di Biabiany si fa anticipare dal francese gialloblu in modo troppo superficiale. Fa il bis in occasione dell’autorete a dieci minuti dal termine. Impatto devastante, in senso negativo, sulla partita).
Anche un veterano come lui ha sofferto le pene dell’inferno. Discese con il contagocce e troppe apprensioni in fase difensiva. Si segnala un suo tiro cross che per poco non diventa un assist per Keita nel finale.
Nel primo tempo è uno dei migliori, corre per due e non tira mai indietro la gamba. Una volta ammonito perde brillantezza e inizia a soffrire la moltitudine avversaria.
Brutta prova a centrocampo dell’albanese. È troppo lento e gli avversari spesso gli carpiscono palloni pericolosi. A rischio rosso un suo fallo da dietro su Cassano ( Fallisce almeno due occasioni nitide poi si riscatta regalando a Candreva il pallone del definitivo 3-2).
Fumoso fino al gesto che vale tre punti: una zampata da bomber vero su un cross insidioso proveniente dalla sinistra. Prima del 3-2 si impegna ma non impensierisce mai il Parma.
Torna titolare dietro le punte nell’amato ruolo di trequartista. Il problema è che non ne azzecca una e dopo il tiraccio terminato sul fondo nel primo tempo si capisce che non è giornata ().
Il migliore in campo in assoluto. Segna la prima rete del match poi regala il 2-1 a Klose con un assist perfetto. Avrebbe potuto essere altruista anche al 60’quando in un tre contro due preferisce cercare gloria personale impattando su Mirante.
Dategli una sola palla e lui ve la butterà dentro. Oggi è andata proprio così: un’unica palla gol a disposizione e un centro pesantissimo. Il panzer tedesco perde il pelo ma non il vizio.
Povero allenatore. Schiera la squadra migliore in un momento difficile per la Lazio. Da fiducia a Marchetti ma viene tradito, Novaretti si fa male ed è costretto a tirar dentro Ciani. Scelte che influiranno sulla partita ma non di certo per colpa sua. Bravo ad inserire Keita.
(Federico Giuliani)
Parma
Subisce tre gol ma ne evita almeno due. Poteva fare meglio in occasione del primo, incolpevole sul secondo e sulla zampata di Candreva. Bravo invece sia su Lulic che su Keita.
Prova macchiata da errori macroscopici, veri e propri orrori che si riveleranno carissimi: vedi la marcatura andata in fumo su Klose in occasione del 2-1 della Lazio. Per maggiori informazioni rivolgersi a Lucarelli.
Inizia perdendo un pallone sciagurato. Si ripete senza pudore poi si perde Klose. Una gara da dimenticare nel vero senso della parola.
Dietro è quello che balla meno ma anche lui non è del tutto esente da colpe. Fa i suoi errori.
Prestazione onesta anche se alla lunga scompare fino a diventare inutile. Sostituito poi nel finale per presunti problemi fisici ().
Ha dei polmoti infiniti, capace e abile ad inserirsi e pure generoso con i compagni. Pecca di lucidità sotto porta ( Fallisce un gol clamoroso spedendo a lato di testa un cross che bastava spingere in porta con il pensiero).
Lento e poco ispirato. Perde troppi palloni e alla lunga viene spazzato via dall’impeto laziale soprattutto nel finale.
Lontano parente del giocatore duttile ammirato nelle ultime sfide. Pochi inserimenti, troppi errori.
Ci prova con un paio di conclusioni senza trovare fortuna. Si inserisce ma è troppo anarchico in alcune circostanze ( Si divora una colossale palla gol peccando di egoismo).
Insacca di astuzia il momentaneo 1-1 e potrebbe raddoppiare se Palladino lo servisse a porta sguarnita. Lui il suo lo fa eccome.
Sempre nel vivo della manovra, offre palloni interessanti e mette in apprensione la difesa rivale. Pedina fondamentale per lo schieramento di Donadoni.
Incredulo quando i suoi fanno a gara a chi si divora il gol più grande così come in occasione degli errori in marcatura della sua traballante difesa. La squadra è ottima ma come il collega viene tradito da alcuni fedelissimi.
(Federico Giuliani)