Camilla Canepa, studentessa 18enne morta dopo vaccino Covid: 10 aprile la decisione del giudice sul processo per cinque medici
Si terrà il 10 aprile l’udienza per la decisione sull’eventuale processo per 5 medici dell’ospedale di Lavagna indagati per la morte di Camilla Canepa, deceduta nel giugno di quattro anni fa dopo la somministrazione del vaccino anti Covid di Astrazeneca. La procura di Genova ha chiesto il giudizio, ritenendo che i sanitari non abbiano seguito le linee guida ministeriali in merito ai rischi legati al vaccino, quindi li accusano di omicidio colposo e di falso, visto che nessuno avrebbe riportato nella cartella clinica l’informazione sul vaccino anti Covid.
La novità è emersa in seguito all’udienza preliminare che si è tenuta e durante la quale è stata respinta la tesi dei difensori, secondo cui sarebbe stato leso il diritto alla difesa, visto che i medici sarebbero stati sentiti testimoni anche se gli inquirenti sapevano che poi li avrebbero messi sotto accusa.
CAMILLA CANEPA, 5 MEDICI A RISCHIO PROCESSO
Il giudice deve valutare sei medici avrebbero potuto evitare la morte della studentessa 18enne di Sestri Levante, stroncata da una trombosi sopraggiunta dopo essere stata vaccinata. La ragazza si rivolse all’ospedale di Lavagna lamentando mal di testa e segnalando di essere stata vaccinata, ma venne dimessa. I sintomi però si aggravano, per cui due giorni dopo tornò in ospedale, ma le sue condizioni erano ormai critiche.
LEGALE FAMIGLIA: “POTEVA ESSERE SALVATA”
L’accusa ritiene che i medici non abbiano svolto alcuni esami che avrebbero potuto aiutarli nel fare una giusta diagnosi. Una tesi condivisa dall’avvocato Jacopo Macrì, legale della famiglia di Camilla Canepa, secondo cui la ragazza “si poteva salvare“. I medici dovrebbero essere rinviati a giudizio secondo il legale, perché avevano le conoscenze scientifiche necessarie per arrivare a una diagnosi corretta e seguire un percorso terapeutico differente.
Pur riconoscendo la complessità della vicenda, l’auspicio della famiglia è che i medici vadano a processo. La decisione spetta al giudice, che ha rinviato proprio per decidere. Il legale ha sottolineato, come riportato da Tgr Liguria, che l’udienza è stata pacata e che c’è stato un confronto con i difensori dei medici per rappresentare le varie posizioni.
