“Cannibal Holocaust” e “Ballad in Blood” sono soltanto alcuni dei titoli dei film di successo del regista Ruggero Deodato, morto all’età di 83 anni. Indubbiamente, “Cannibal Holocaust” è la pellicola che più ha fatto scalpore, in quanto ha mostrato scene di cannibalismo per la prima volta sui grandi schermi d’Italia. I filmati di cannibalismo e le fucilazioni che si vedono all’inizio del lungometraggio, infatti, sono in parte vere (si tratta di esecuzioni avvenute in Nigeria) e una delle scene più note è quella della ragazza indigena violentata e impalata: come raccontato in seguito, la giovane fu fatta sedere su un sellino legato al palo e le fu messo un paletto appuntito sulla bocca, per dare l’impressione che il legno le avesse trapassato il corpo.
A seguito della denuncia di un cittadino nei confronti di “Cannibal Holocaust”, Ruggero Deodato, lo sceneggiatore Gianfranco Clerici, i produttori e il distributore della pellicola furono condannati a quattro mesi di reclusione, 400mila lire di multa e un mese di arresto, con la condizionale. Il film fu poi riammesso nelle sale tempo dopo, ma con numerose censure e tagli. Nel cast figurano Luca Barbareschi, Francesca Ciardi e Robert Kerman.
NON SOLO “CANNIBAL HOLOCAUST”: LA TRAMA DI “BALLAD IN BLOOD” DI RUGGERO DEODATO
Molto più recente rispetto a “Cannibal Holocaust” è “Ballad in Blood” (2016), opera ispirata alla vera storia dell’omicidio della studentessa Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1 novembre 2007. Ruggero Deodato, per le riprese, ha messo insieme un cast che include Gabriele Rossi, Carlotta Morelli, Noemi Smorra, Edward Williams (II) ed Ernesto Mahieux.
La trama di “Ballad in Blood” è la seguente: è la mattina del primo novembre e quattro ragazzi si risvegliano in un appartamento dove sono sparsi cd, libri, vestiti, candele profumate, bottiglie vuote e posacenere stracolmi di mozziconi. I presenti si chiamano Rodolfo (un ragazzo di colore), Fabio (giovane remissivo), Francesco (studente di psicologia) e Judith (ragazza americana). I protagonisti scoprono che nell’appartamento è stata uccisa una ragazza: è ancora lì a terra, mezza nuda e in un lago di sangue. La carotide recisa. Si chiama Emily, è inglese ed era la compagna d’appartamento di Judith. Chi l’ha assassinata? Questo il dubbio che il regista di “Cannibal Holocaust” instilla nelle menti degli spettatori…