L'appello del cardinale Sako 11 anni dopo la cacciata dalla Piana di Ninive: “proteggere i cristiani ancora oggi perseguitati. Restano saldi nella fede”
2014-2025, LA NOTTE TRA 6 E 7 AGOSTO CONSACRA IL TENTATO ECCIDIO DEI CRISTIANI NELLA PIANA DI NINIVE. IL RICORDO DEL PATRIARCA CALDEO
Sono passati 11 anni da quella tragica notte tra il 6 e il 7 agosto 2014 in Iraq, quella tristemente nota come la cacciata dei cristiani dalla Piana di Ninive: svegliati in piena notte, torturati e cacciati letteralmente dalle loro case e comunità per mano degli jihadisti dell’Isis che stavano costituendo lo Stato Islamico nel cuore del Medio Oriente. Scalzi, denutriti e impauriti, circa 120mila cristiani tra uomini, donne e bambini sono stati mandati forzatamente verso il Kurdistan, nell’allora pressoché immobilismo internazionale.
Alcuni in fuga da Mosul, altri da Erbil, alcuni altri da Qaraqosh: la cacciata da Ninive rappresenta un punto di non ritorno delle traumatiche persecuzioni contro i cristiani in Medio Oriente, tra l’altro dando origine in quegli anni a molte delle tensioni sociali e religiose presenti ancora oggi nell’intera area panaraba. La persecuzione c’era 11 anni fa e purtroppo non è troppo calata oggi, pur in un Iraq al momento “fuori” ufficialmente dallo scontro tra Israele e gli alleati dell’Iran sciita.

Come racconta all’agenzia FIDES il patriarca della Chiesa Caldea in Iraq, il cardinale Louis Raphael Sako – che già undici anni fa rappresentò un punto di aiuto e sostegno per la popolazione cristiana cacciata da Ninive – racconta come il dolore e l’orrore permane pur 11 anni dopo, con incendi e saccheggi di case e chiese che costrinsero il popolo cristiano ad una effettiva fuga per rimanere in vita.
Secondo il porporato, di recente tornato a Roma per il Conclave di Papa Leone XIV e ora nuovamente residente e operante in Iraq, ancora oggi «l’ansia di cristiani è presente assieme all’ossessione per la migrazione», viste anche le gravi mancanze di misure efficaci nel nuovo Governo nazionale che possano proteggere i diritti della popolazione cristiana.
L’APPELLO DEL CARDINALE SAKO: DALL’ISIS AGLI ORRORI JIHADISTI CHE NON FINISCONO
Le varie città oggi nella Piana di Ninive sono al momento sotto controllo di gruppi armati jihadisti tutt’altro che permissivi sulla presenza cristiana nell’area, pur essendo passato così tanto tempo: per il Card. Sako, in questa piana si praticano ogni giorno «intimidazioni, estorsioni e anche molestie», così come la costante occupazione dei seggi parlamentari e delle aree di lavoro che impegnerebbero i cristiani caldei e cattolici.

Nonostante il dolore e il dramma di una persecuzione che prosegue tanto fisicamente quanto psicologicamente, i cristiani iracheni – e dell’intera area in Medio Oriente – continuano a subire ogni giorno attacchi e nuove intimidazioni: quella lettera rossa che veniva marchiata a fondo sulle loro porte (la “N” per indicare la loro cristianità, ndr) è dura da dimenticare, specie per quanto ancora oggi viene prodotto tra usurpazioni, attacchi e persecuzioni islamiste.
Eppure, conclude il cardinale Sako sempre alla FIDES, quello che deve colpire è la grande fede rimasta salda in questi cristiani nonostante le enormi sfide e tribolazioni che hanno dovuto passare: «la comunità cristiana merita sicurezza e giustizia. Va garantita la permanenza dei cristiani nella propria terra», sotto il segno di concordia, rispetto e fraternità, le stesse qualità richieste da Papa Leone XIV nei costanti richiami ad una pacificazione in Terra Santa.
L’appello del Patriarca caldeo a 11 anni dalla fuga da Ninive permane a tutte le autorità dell’Iraq, e non solo: chiede che i cristiani possano essere protetti nei loro diritti come semplici cittadini iracheni, una salvaguardia di libertà che rispetti «tutte le minoranze che hanno uguali diritti in quanto popolazioni autoctone».
