Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis in vista della canonizzazione del figlio, ricorda alcuni momenti importanti vissuti prima della scomparsa
Antonia Salzano, la mamma di Carlo Acutis che verrà proclamato santo il prossimo 27 aprile, ha ricordato alcuni momenti importanti della vita di suo figlio in un’intervista al quotidiano Avvenire, nella quale ha raccontato in particolare il profilo basso che il ragazzo manteneva, nonostante le possibilità economiche che la famiglia offriva, Il padre ed il nonno infatti sono rispettivamente il presidente ed il proprietario di Vittoria Assicurazioni. Per questo molto spesso riceveva in regalo soldi che poi spendeva per aiutare i poveri del quartiere che incontrava in strada.
“Li chiamava per nome” dice la madre che lo accompagnava in questi gesti quotidiani di carità, aggiungendo: “Portava loro sacchi a pelo e coperte ed anche pasti caldi“. L’essenzialità era la parola chiave della vita di Carlo, anche per quanto riguarda i beni materiali, come ad esempio vestiti e scarpe nuove, che era costretta ad acquistare di nascosto perchè lui non voleva, così come la bicicletta rotta con la quale andava in giro, senza parlare mai di sè e senza mai che ci fosse bisogno di una sgridata.
Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis: “L’anno che è morto mi confidò che voleva farsi prete”
La mamma di Carlo Acutis, in vista della prossima canonizzazione, ha ricordato anche il particolare rapporto con la fede che il figlio aveva già da piccolo, e che nell’età dell’adolescenza lo aveva portato ad isolarsi un po’ rispetto ai coetanei: “Si sentiva solo” spiega, aggiungendo che era un ragazzo come tutti gli altri, con molti hobby e la passione per lo sport, tuttavia le sue insicurezze lo rendevano fragile e il rapporto con i compagni a volte era più difficile, specialmente nella comunicazione perchè “faticava a parlare con i suoi amichetti“.
La sua attitudine ed il suo grande impegno per la preghiera però avevano un senso ed erano diventati un vero e proprio progetto, e questo lo aveva capito anche lei quando un giorno Carlo le confidò di avere intenzione di farsi prete chiedendole cosa ne pensasse. “Era l’anno in cui è morto” racconta la donna, precisando: “Gli dissi che se quella era la strada che voleva percorrere sarei stata contenta“. Oggi, alla luce di quanto accaduto, dopo la scomparsa avvenuta quasi 20 anni fa, Antonia afferma: “Credo che il Signore stia facendo di Carlo un suo strumento“, e conclude: “Non è stata una fine, ma solo una separazione, mio figlio mi ha insegnato a credere nell’Eucarestia che ancora mi guida“.