Carmen Llera Moravia a tutto campo nell’ultima intervista concessa al quotidiano “la Verità”: la 68enne scrittrice spagnola, ma naturalizzata italiana, vedova di Alberto Moravia (sono stati sposati dal 1986 al 1990) parla di MeToo, discriminazioni tra uomini e donne, ma anche del suo privato con uno sguardo sul mondo della cultura italiana contemporanea. “Siccome trattiamo argomenti sui quali le strumentalizzazioni e le mistificazioni si sprecano, voglio dire che parlo da donna occidentale, cresciuta in una famiglia in cui non c’è mai stata alcuna differenza tra uomini e donne” esordisce la Llera rivendicando la sua autonomia di donna che si è fetta da sola. E dopo aver difeso Barbara Palombelli, protagonista di una polemica sui femminicidi per via di alcune frasi infelici pronunciate di recente, racconta di come sono le sue giornate.
“Conduco una vita frugale? Diciamo che sono una persona disciplinata. Ho una casa minimalista, con le poche cose che piacciono a me, e tanti spazi liberi perché sono claustrofobica” spiega la scrittrice iberica spiegando che detesta alcune situazioni mondane e aggiungendo anzi di non aver mai ricercato i piaceri della carne: “Se succede, succede. Disapprovo le dipendenze, sia dalle persone che dagli oggetti” aggiunge precisando di essere molto rigida e castigata in merito a qualsiasi forma di dipendenza, fatta eccezione per i libri, il cinema e le chiacchierate con gli amici, segnatamente Luca Barbareschi ed Enrico Mentana. E la tv? “Mi annoia. I talk show non li ho mai guardati, non per questo sono fuori dall’informazione” taglia corto, bocciando anche la lunga serialità proposta dal piccolo schermo (“Le serie non fanno per me perché sono impaziente. Meglio una storia che inizia e finisce in due ore. Amo il rito del cinema, la sala, il grande schermo”) che a suo dire non la diverte.
CARMEN LLERA MORAVIA, “MAI CERCATO I PIACERI DELLA CARNE: ODIO LE DIPENDENZE E…”
Nel corso dell’intervista, l’ex compagna di Moravia spiega che a riempire le sue giornate, oltre alle passioni poc’anzi menzionate, c’è l’attività della Fondazione intitolata allo scrittore italiano: e in concomitanza con i 31 anni della sua scomparsa c’è tanto da fare tra opere da tradurre e la gestione dei suoi diritti. “Personalmente, non divido il mondo in uomini e donne né in categorie sessuali” aggiunge a proposito della sopra menzionata polemica sulla Palombelli, spiegando che per lei si tratta solamente di vedere se le persone sono sensibili e intelligenti o meno. E alla domanda se servano più donne in politica risponde: “Ho declinato più volte l’invito a candidarmi al Parlamento europeo. (…) Non è questione di destra o sinistra, voglio essere libera di esprimere quello che penso in ogni momento. Per questo non ho mai preso tessere di partito” dice, esprimendo la sua solidarietà a quelle politiche come Maria Elena Boschi o Giorgia Meloni criticate per “un chilo di troppo”.
Successivamente, dopo aver dribblato senza rispondere davvero alla domanda del giornalista che voleva suggerire come le donne a suo dire siano ‘tutte immacolate’ nella narrazione dei media, la Llera lancia una stoccata al movimento del MeToo, ironizzando sul fatto se esista ancora: “Perché, è finita? Continuo a sentire persone che raccontano di esser state violentate 30 o 40 anni fa. Forse sono una delle poche a cui non è capitato. Non dico molestata: c’è differenza” spiega, raccontando un episodio accaduto tra le rovine di Palmira, quando scappò da un pastore che la insidiava e ribadendo che “le rivelazioni 20 o 30 anni dopo mi convincono poco”. Tuttavia la Llera stupisce poi il suo intervistatore ammettendo che, pur non essendo una fan del femminismo e del tema del gender, il ddl Zan lo voterebbe tranquillamente in Parlamento, pur riservandosi il diritto di leggerlo meglio. La chiusa è invece dedicata all’antico amore: “Cosa mi manca più di Alberto? La sua intelligenza, il suo non conformismo e la complicità che c’era tra noi”.