A Un giorno in pretura il caso di Caterina D’Andrea: la 72enne uccisa nel 2022 dal marito Pietro Bergantino con due colpi di pistola
La puntata in onda oggi – domenica 19 ottobre 2025 – della trasmissione “Un giorno in pretura” ripercorrerà per filo e per segno tutto il caso dell’omicidio della 73enne Caterina D’Andrea che risale al 2022 e che solamente qualche mese fa è giunto alla sua conclusione processuale: proprio sul caso giudiziario si concentrerà – com’è noto – la trasmissione, cercando di capire perché il primo grado si arrivò all’ergastolo e in secondo a un importante sconto di pena.
Al di là del caso giudiziario – del quale troverete i dettagli in un altro articolo tra queste pagine -, qui vogliamo concentrarci più su quanto affettivamente accaduto a Caterina D’Andrea: la donna – all’epoca dei fatti 72enne, ex assicuratrice – da quasi mezzo secolo viveva con il marito Pietro Bergantino – lui 76enne, a sua volta ex assicuratore – senza che nessuno, tra i vicini e familiari, avesse mai notato alcun campanello d’allarme su eventuali problemi coniugali.
Omicidio di Caterina D’Andrea: il marito Pietro Bergantino sostenne di aver sparto per sbaglio
Pur in assenza di problemi, però, la notte di domenica 19 giugno 2022 – dopo aver trascorso una giornata al mare a Ostia – Pietro Bergantino sparò due colpi di pistola contro Caterina D’Andrea uccidendola sul colpo: fu lo stesso uomo a lanciare l’allarme, dopo aver aspettato – però – circa 24 ore ed essersi recato prima dal suo avvocato che l’ha convinto (come poi effettivamente ha fatto) a confessare l’accaduto alle autorità.
L’uomo fu immediatamente arrestato e interrogato dalle autorità, raccontando – sia agli inquirenti, che al PM il giorno successivo – che l’omicidio di Caterina D’Andrea sarebbe stato un tragico errore: quella sera, infatti, stava maneggiando la sua pistola (legalmente detenuta) e sarebbe partito un colpo che ha attinto alla moglie e il secondo colpo sarebbe stato volontario per – spiegò – “non farla soffrire“.
La tesi di Bergantino sulla morte di Caterina D’Andrea, però, non ha mai convinto veramente gli inquirenti che hanno scelto di procedere con l’ipotesi di reato di omicidio volontario, ottenendo – in primo grado – una condanna all’ergastolo; mentre in secondo grado – data soprattutto l’età dell’uomo – la pena fu ridotta a 24 anni di carcere.