I fenomeni paranormali sono reali oppure sono alimentati dal cervello? Un interrogativo attorno al quale uomo e scienza si arrovellano da tempo e che non ha ancora condotto a una risposta certa. L’argomento è stato approfondito sulle colonne del “Daily Beast”, su cui campeggiano le dichiarazioni di Brian Laythe, direttore dell’Istituto per lo studio dell’esperienza religiosa e anomala e membro della Parapsychological Association: “Ci sono dati e ricerche più che sufficienti a questo punto per affermare in modo affidabile che le stranezze della scienza tradizionale, in effetti, si verificano. La questione su cui non c’è accordo è il significato e l’interpretazione dei risultati, che in gran parte sono guidati dalla teologia e dalla filosofia, in contrasto con le questioni della scienza analitica”.
Tuttavia, la scienza ritiene che i metodi della parapsicologia non sono in linea con gli standard scientifici e non ci sono teorie valide a sostegno dei fenomeni paranormali rilevati. È il punto di vista di Susan Blackmore, professoressa di psicologia all’Università di Plymouth e parapsicologa: “Abbiamo bisogno di parapsicologia perché se esistessero veramente telepatia, chiaroveggenza, psicocinesi, precognizione, fantasmi, o una qualsiasi di queste cose, allora la scienza dovrebbe essere radicalmente rovesciata. Sono contenta che ci siano altre persone che lo fanno. E poi, ovviamente, non sono terribilmente sorpresa. Non trovano riscontri affidabili. Non hanno alcuna teoria che funzioni. Non hanno risultati che contribuiscano a nessun tipo di progresso teorico. Quindi fanno sempre la stessa domanda”.
FENOMENI PARANORMALI: REALI O PROVOCATI DAL CERVELLO?
Michiel Van Elk, professore di psicologia cognitiva all’Università di Leiden, nei Paesi Bassi, a proposito dei fenomeni paranormali al “Daily Beast” ha chiarito: “Abbiamo identificato che chi crede nel paranormale ha un pregiudizio di autoattribuzione più forte: immaginando di dover indovinare un certo numero di carte, chi crede nel paranormale si prenderà il merito di risultati in realtà casuali più spesso dello scettico. Questi risultati si adattano alla visione più ampia secondo cui chi crede nel paranormale è incline a una serie di pregiudizi cognitivi”. Gli ha fatto eco Christine Simmonds-Moore, parapsicologa dell’Università della Georgia occidentale, secondo la quale tra la gente vi è una propensione alle esperienze paranormali, ma questo non esclude l’esistenza di anomalie.
Ad esempio, “la ricerca parapsicologica ha dimostrato che il concetto di transliminalità, una sottile struttura di confine tra il conscio, l’inconscio e l’ambiente, è un forte predittore di esperienze inquietanti perché consente alle persone di accedere a esperienze paranormali. Ci sono alcune prove che le persone che vivono più fenomeni paranormali hanno una maggiore comunicazione tra gli emisferi del cervello. C’è più permeabilità tra le aree della mente, tra le persone e l’ambiente e gli altri esseri sociali e tra le informazioni potenzialmente paranormali”.