La società Fenice di Chiara Ferragni pronta a ripartire con un aumento di capitale da 6,4 milioni, l'influencer copre debiti dopo lo scandalo pandoro
Chiara Ferragni, via alla ricapitalizzazione della sua società Fenice, in arrivo 6,4 miliardi dai soci per evitare il fallimento causato da un buco di 10 milioni di debiti, accumulati dopo gli scandali pandoro e uova di pasqua e la mancanza di ricavi che hanno provocato ulteriori perdite pari quasi ad altri due milioni. Per cercare di compensare quindi è stata messa ai voti la decisione di ricostituire il capitale durante l’assemblea, alla quale hanno partecipato l’amministratore unico Claudio Calabi, subentrato dopo le dimissioni della stessa imprenditrice, e le due altre holding Sisterhood e Alchimia, alle quali fanno capo Marina Di Guardo la mamma di Chiara e Paolo Barletta.
Secondo le prime indiscrezioni riportate da alcuni quotidiani, la riunione sembrerebbe essere stata particolarmente burrascosa, soprattutto per la mancanza di Pasquale Morgese, azionista al 27,5% e contrario all’operazione di salvataggio già da tempo, quando in occasione del primo annuncio di crisi societaria dato a fine ottobre 2024, aveva accusato gli altri soci di non aver portato avanti alcuna azione per cercare di risollevare la sorte dell’azienda nonostante la perdita di numerosi azionisti che si erano tirati indietro proprio dopo la vicenda giudiziaria legata alle sponsorizzazioni con la Balocco.
Chiara Ferragni pronta a pagare 6,4 milioni per salvare la sua società Fenice: “Proseguiremo le attività con successo”
La società di Chiara Ferragni è in perdita da più di due anni, la mancanza di ricavi iniziata subito dopo il “pandoro-gate” ha poi proseguito facendo letteralmente crollare le vendite e provocando un buco di bilancio che nel 2024 è arrivato a quasi 2 milioni. Da qui la decisione di evitare un fallimento con un aumento di capitale, che anche se non sarà sottoscritto da tutti i soci, verrà comunque garantito direttamente dalla stessa influencer, che si è impegnata tramite la Sisterhood, che possiede il 32,5% delle quote a versare quanto dovuto per compensare le perdite e ripartire con l’attività.
In un comunicato diffuso dopo l’assemblea infatti si legge che la holding “è pronta a sottoscrivere l’aumento sia per la propria parte che eventualmente per quella dei soci che non saranno disposti a partecipare”, probabilmente riferendosi proprio alle contestazioni di Morgese, contrario alla ristrutturazione. Nella stessa seduta, come conferma Sky Tg 24, gli azionisti avrebbero approvato anche il bilancio, che in due anni è andato in rosso fino a raggiungere i 10 milioni.
