Christian Di Martino, poliziotto che è stato aggredito settimane fa a Milano, e che ha rischiato la vita dopo essere stato ferito gravemente, è stato intervistato ieri sera dal programma di Rete 4 Dritto e Rovescio: “Come va? Meglio, sto migliorando, ci vorrà ancora un po’ di tempo per la guarigione completa ma sto meglio, sono contento di essere qui e questo pubblico che mi applaude mi da molto incoraggiamento”. Del Debbio replica: “Ti abbiamo invitato qui per dimostrarti tutta la nostra solidarietà e ammirazione”.
Ma cosa si ricorda Di Martino della sera dell’8 maggio? “Mi ricordo tutto, sono stato avvisato dalla centrale operativa che c’era un soggetto che lanciava pietre contro passanti e treni alla stazione di Lambrate, io ero munito di taser, una volta giunti lì lui ci ha lanciato delle pietre, alcuni colleghi sono stati colpiti, poi l’ho colpito col taser ma senza avere gli effetti desiderati, e ne è nata una collutazione e ho preso tre fendenti alla schiena. Lui poi è riuscito a scappare e sono arrivati tre colleghi che l’hanno bloccato”.
CHRISTIAN DI MARTINO: “LA PRIMA PERSONA CHE HO VISTO È STATA PAPÀ”
“Quando l’ho fatto cadere – ha continuato il poliziotto Di Martino – avevo già preso i colpi, forse avevo dentro di me ancora l’adrenalina in corpo, dentro di me è nata quella voglia di fermarmi, anche se dovevo morire lo dovevo fermare. Non mi ero accorto del coltello poi era tutto buio, lui l’aveva nascosto e poi l’ha estratto, era bello lungo”. Il soggetto aveva dei precedenti: “Si me l’hanno detto che era un soggetto pregiudicato”, aggiunge il poliziotto.
Quando si è svegliato ha detto che la sua azione l’ha fatto per Milano: “E’ il mio compito, proteggere i cittadini e lavorando a Milano l’ho fatto per tutta la città. Fare poliziotto era la mia passione e l’ho ereditata da mio padre, anche lui era poliziotto e io l’ho portata avanti”. E ancora: “Appena mi hanno colpito ho pensato alle mie persone care, alla mia famiglia, alla mia ragazza, ho detto che non dovevo morire. Sono andato al Niguarda sveglio, i ragazzi dell’ambulanza sono stati fantastici e i medici hanno fatto un lavoro eccezionale e molto difficile e li ringrazio perchè mi hanno salvato la vita”.
CHRISTIAN DI MARTINO: “LA PRIMA PERSONA CHE HO VISTO È STATA PAPÀ”
La prima persona che il poliziotto ha visto è stato il papà: “Mi sono scusato perchè l’avevo fatto preoccupare e lui mi ha detto di stare tranquillo che il leone non muore mai”. Christian Di Martino ha raccontato anche di avere una “parentela” importante: “La sorella della mia ragazza è sposata con Di Marco, il calciatore dell’Inter e mi ha regalato questa maglia e io sono tifoso dell’Inter”.
Del Debbio ha quindi chiesto se rifarebbe ciò che ha fatto: “Lo rifarei ancora oggi”, ha risposto senza pensarci. “Non ho mai dubitato, ero tranquillo, sono interventi che faccio spesso e questa volta è andata un po’ male. Io sono rimasto lo stesso di prima, ho perso un rene, me la porterà sempre dietro questa esperienza, dovrò stare più attento sull’alimentazione ma non ho pensieri negativi. Mi è rimasto dentro l’affetto che ho ricevuto da tantissimi persone, anche colleghi”, ha concluso.