CICCIO GRAZIANI E LA FEDE CRISTIANA
Ciccio Graziani a tutto campo, dalla fede alla politica, in una lunga e bella intervista per il Corriere della Sera. Lo storico attaccante di Torino, Fiorentina e Roma, campione del Mondo 1982 con l’Italia, ha affermato di credere “moltissimo” e in tanti ricordano il segno della croce prima di sbagliare il rigore decisivo (“però fu colpa mia”), ma non è solo devozione esteriore: “Tutto quello che succede è per volere del Signore. La mattina recito il Padre nostro, e poi dico sempre ‘sia fatta la tua volontà’. Certo, tu devi essere bravo a non fare danni”. Ciccio Graziani va in chiesa tutte le domeniche, perché non si può essere cattolici “solo quando fa comodo. Dico sempre che il mio rapporto con la Chiesa è come l’incontro con una bella donna che ti invita a cena. Che fai, rifiuti? Quei 50 minuti sono fondamentali per il mio equilibrio”.
Una grande forza anche nei momenti brutti, su tutti la morte di Gaetano Scirea, compagno di squadra ‘solo’ in Nazionale ma “il mio leader silenzioso. La persona migliore che si potesse incontrare, educata, gentile, rispettosa. Per me era più di un fratello”. Ciccio Graziani teme la morte, ma “solo perché mi piacerebbe godermi di più i nipoti”. Decisivo l’insegnamento della madre: “Ricordati che nella vita c’è un inizio e una fine”. Due figli e due nipoti, Ciccio Graziani come padre si definisce “forse troppo severo, temevo amicizie sbagliate”, una sorta di sergente ma affettuoso, mentre come figlio ricorda soprattutto il carattere forte della madre, da lui stesso ereditato.
CICCIO GRAZIANI, DALLA FAMIGLIA ALLA POLITICA
Tra i momenti invece più belli della vita di Ciccio Graziani c’è sicuramente il salvataggio di una bambina colpita da un malore in piscina nel 2014, anche se l’ex attaccante si schermisce: “Io sono stato solo un valido assistente, l’eroe è stato il bagnino”. Tra i giocatori di oggi, lo fa arrabbiare molto Rafa Leao, un campione che lo dimostra “solo a tratti”, mentre Gianluca Mancini dovrebbe essere “meno rissoso e stemperare la tensione”. L’iridato 1982 ricorda anche l’avventura in politica, candidato dalla neonata Forza Italia nel 1994 su espressa volontà di Silvio Berlusconi, che lo estasiò alla Convention di Milano. Alle ultime elezioni ha votato “Giorgia Meloni, perché sia all’opposizione sia al governo ha dimostrato il bene che vuole a questo Paese. Ma nei suoi pantaloni non ci vorrei stare neanche per 30 secondi, ha un compito troppo difficile”.
Il legame con Berlusconi passa anche dall’attività nelle reti Mediaset, naturalmente come opinionista sportivo ma anche come allenatore del Cervia nel reality Campioni: “Mettere il mio sapere al servizio di ragazzi dilettanti è stato bellissimo. Tante persone per strada me lo ricordano ancora”. Infine il rapporto con i soldi, che da ragazzino nato in una modesta famiglia ha saputo gestire (“col tempo ho investito nel mercato immobiliare e in azioni bancarie”) e un pensiero per Aldo Agroppi, recentemente scomparso: gli è stato vicino nei momenti di depressione, se potesse vorrebbe abbracciarlo ancora, “questa volta senza dirgli niente”.