I due alpinisti spagnoli soccorsi ieri sulle tre Cime di Lavaredo non vogliono pagare il conto, salatissimo, di circa 8/10 mila euro a testa derivante dal loro recupero. Lo ha ribadito ai microfoni dell’agenzia Ansa, dopo averlo già spiegato in mattinata, David Crespo Martinez. “Noi non abbiamo chiamato nessuno, non paghiamo”, questo in sintesi è il pensiero dello spagnolo e della sua compagna, in vacanza ancora per qualche giorno sulle Dolomiti. “Non siamo assicurati – aggiunge – ma nessuno ha richiesto l’intervento, quindi il caso è chiuso. Quello che ho letto in queste ore non è accurato: non abbiamo chiamato i soccorsi. Non c’era nessuna emergenza. Eravamo fermi per il maltempo, avevamo creato un bivacco e stavamo scendendo, con i nostri tempi, senza panico. E purtroppo non c’era copertura telefonica per avvertire mia madre”. Nelle ultime ore si è scritto di ogni sui due alpinisti soccorsi, a cominciare dal fatto che i due avessero preso troppo alla leggera la scalata, ma David Crespo Martinez ci tiene a precisare una cosa: “Ma non siamo degli sprovveduti, come ci hanno dipinto, ma alpinisti esperti”. Si risolverà a parole il contenzioso? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALPINISTI SOCCORSI SULLE CIME DI LAVAREDO
Non sembrano intenzionati a pagare il conto i due alpinisti spagnoli recuperati nelle scorse ore sulla cima ovest di Lavaredo. Ad ammetterlo è David Crespo Martinez, preso in salvo lunedì pomeriggio assieme alla compagna, Susana Delhom Viana: “Non abbiamo mai chiesto i soccorsi – afferma l’ex taxista di Barcellona ai microfoni del Gazzettino – non pago il conto”. I due dovrebbero versare una cifra compresa fra i 10 e i 22 mila euro, a seconda delle fonti, ma stando allo stesso alpinista iberico, ci sarebbe stato solo un errore di comunicazione, un malinteso a causa della lingua straniera, e non è vero che lo stesso avrebbe rifiutato gli aiuti per ben 3 volte. Inoltre, pare che ad allertare i soccorsi sia stata la mamma dello stesso Martinez, che non vedendolo tornare ha iniziato a chiamare mezzo mondo chiedendo un aiuto che però non era necessario. «Ho visto diverse volte l’elicottero – spiega – ma non pensavo certo fosse lì per noi. Eravamo tranquilli, nessuno aveva avuto crisi di panico, stavamo solo attendendo che il meteo cambiasse». Diversa la versione dei soccorritori: «Una cosa del genere? Non mi era mai capitata – ha spiegato Giovanni Cipollotti, primario del 118 di Pieve – credo si possa parlare solo di stupidità e incoscienza». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ALPINISTI SALVATI SULLE CIME DI LAVAREDO: CONTO SALATO
Avevano rifiutato i soccorsi per ben due volte, convinti di essere vicini alla cima, cosa che peraltro nelle ultime ore ha fatto nascere qualche polemica, e solo in seguito erano stati salvati i due turisti spagnoli originari di Barcellona e protagonisti di una disavventura sulle Tre Cime di Lavaredo. E tuttavia le operazioni di salvataggio da parte del Suem saranno a carico loro: è infatti notizia di oggi che, in attesa che lo stesso Suem 118 di Pieve di Cadore determini la cifra esatta, i due alpinisti pagheranno una somma compresa tra gli 8 e i 10mila euro per il salvataggio in elicottero di ieri. Insomma un conto salato che, come spiegato da Giovanni Cipollotti, primario del 118 di Pieve, “sarà sicuramente a carico loro perché rientra nei casi in cui agli illesi è chiesto il ritorno totale delle somme dell’intervento”. Infatti il costo al minuto per il soccorso dei cittadini stranieri è calcolato in 120 euro al minuto… (agg. di R. G. Flore)
AVEVANO RIFIUTATO PER DUE VOLTE I SOCCORSI…
Sono rimasti attaccati per tre giorni ad una parete delle Tre Cime di Lavaredo, per due volte gli elicotteri del Soccorso alpino hanno offerto loro aiuto, ma lo hanno rifiutato. I due alpinisti spagnoli (45 anni lui, 36 lei) che non volevano scendere per proseguire la scalata da soli sono stati salvati. Alle 16 l’elicottero si è avvicinato per la terza volta, quindi i due si sono spostati in un punto più agevole per essere soccorsi. Così è terminata l’odissea della coppia di alpinisti di Barcellona convinti di poter proseguire autonomamente la scalata, nonostante le cattive condizioni meteorologiche. Come riportato dal Corriere della Sera, hanno poi spiegato ai soccorritori che il rifiuto nasceva dalla convinzione di essere arrivati in cima. Ora però rischiano di pagare un costo molto salato. Nel frattempo la madre dell’alpinista, che aspettava al rifugio Auronzo, ha avuto un malore non vedendoli tornare. I due sono stati quindi trasportati al Rifugio Auronzo dove li aspettava la madre.
SALVATI ALPINISTI SPAGNOLI CHE AVEVANO RIFIUTATO DUE VOLTE I SOCCORSI
La coppia spagnola era in ferie sulle Tre Cime di Lavaredo da una settimana. E già erano stati recuperati una volta. Martedì 27 agosto avevano provato a scalare una delle vette e pure in quell’occasione avevano dovuto chiedere aiuto ai soccorritori. In realtà l’allarme era scattato alle 20.40 per altri due alpinisti di Bolzano in difficoltà sulle doppie di rientro dalla normale alla Grande delle Tre Cime di Lavaredo. Mentre scendevano si erano ritrovati a 2.750 metri di quota, al buio e senza frontali, con nebbia persistente e corde incastrate nella roccia. Due squadre del Soccorso alpini avevano appreso che stavano per essere raggiunti dalla “famosa” coppia spagnola. Dopo essersi uniti ai due spagnoli, che hanno messo a disposizione le loro corde, i quattro avevano cominciato a scendere. Nonostante l’avviso dei soccorritori, si erano calati troppi, restando bloccati. A quel punto, come ricostruito dal Corriere della Sera, una squadra li aveva raggiunti e riportati sul percorso corretto, aiutandoli a calarsi fino alla base.