New Moon – Il tourbillon non è ancora finito, è appena cominciato. Tutto ciò che in termini di delirio da fan e di battage mediatico ha comportato la venuta su questo pianeta dell’evento New Moon, Twilight, Eclipse, Breaking Dawn è solo in un apparente momento di pausa. Perché sotto sotto, invece, sta salendo spasmodicamente l’attesa (da parte di aficionados e critica) per l’uscita del film tratto dal secondo capitolo della saga letteraria milionaria della 36enne americana Stephenie Meyer (New Moon, appunto), in uscita mondiale il prossimo 20 novembre.
Data in cui tutto – le copertine, le interviste, i red carpet, i tour promozionali – riesploderà e non ci sarà più spazio per lucidi momenti di “analisi”. È questo il momento giusto per fermarsi un attimo a guardare in faccia al fenomeno che ha mobilitato migliaia di fans a tutte le latitudini, che ha riempito le sale cinematografiche di tutto il mondo, e che ha fatto girare un sacco di soldi (triplicato per New Moon il budget speso dai produttori per Twilight; e sicuramente i cachet dei protagonisti non saranno più gli stessi d’ora in poi).
E per chiedersi il perché di tutto questo. I primi beneficiari dell’attività onirica dalla signora Meyer (in seguito al sogno fatto di un ragazzo – vampiro – e una ragazza stesi in una radura erbosa scrisse di getto Twilight) sono senz’altro Robert Pattinson e Kristen Stewart, gli attori che hanno dato e daranno un volto sullo schermo ai protagonisti dei romanzi: il vampiro Edward Cullen e la sua goffa innamorata, Isabella (Bella) Swan. Lui di sé può proprio dire: “da zero (o quasi) a star”.
Prima di Twilight per il 23enne inglese di rimarcabile c’era stata solo la piccola parte di Cedric Diggory, il campione di quidditch, in Harry Potter e il calice di fuoco e in Harry Potter e l’ordine della Fenice. Ora è il divo del momento in quel di Hollywood. Status che gli è piombato addosso in una manciata di mesi (Twilight è uscito appena lo scorso novembre), incidenti collaterali compresi (pochi giorni fa sul set newyorchese del film che sta girando al fianco di Pierce Brosnan, Remember Me, per sfuggire all’inseguimento delle fans è finito sotto a un taxi; nulla di grave per lui, come si sono affrettati a dire sia il suo addetto stampa sia la collega Ashley Greene, sua “sorella” Alice sul grande schermo). Un primo gradino sul podio della celebrità consacrato un mese fa durante il Festival di Cannes quando, durante il consueto gala di beneficenza per la ricerca sull’Aids, la consueta madrina della serata Sharon Stone ha battuto all’asta in favore di una ricca e fortunata ragazza un bacio dato dal nostro eroe per 20 mila dollari (l’attore ha così anche idealmente raccolto il testimone de “il più sexy in circolazione” dal sempiterno George Clooney: l’anno scorso, su quel palco a dare quel bacio c’era lui).
Per l’oggetto del desiderio del momento ci sono già in circolazione biografie, siti Internet dedicati, gadgets di tutti i tipi e un posto assicurato sull’armadio di ogni teen ager del mondo sotto forma di poster. C’è da dire che con aplomb tutto anglosassone Pattinson pare non essersi montato troppo la testa e essere profondamente impegnato a convincerci che oltre a tutto questo è anche un bravo attore. In Remember Me è protagonista di una sofferta storia d’amore con Emilie de Ravin, la Claire del televisivo Lost; lo aspettano un western con Hugh Jackman e un adattamento del Bel Ami di Guy de Maupassant; e sull’onda del suo successo hanno buone probabilità di uscire anche alcuni suoi piccoli film pre-Twilight, come la commedia How to Be, in cui è un musicista capellone (l’attore suona davvero, pianoforte e chitarra, ha un suo gruppo, i Bad girls, e canta niente male, come si è potuto sentire dalle sue due canzoni inserite nella colonna sonora di Twilight), e soprattutto Little Ashes, in cui interpreta – con un po’ troppa veemenza, si è scritto Oltreoceano – nientemeno che Salvador Dalì.
Era un po’ più famosa del collega Kristen Stewart quando l’anno scorso sono iniziate le riprese di Twilight, ma di certo quello è stato il film che le ha regalato la fama mondiale. L’ambiente lo bazzicava già per famiglia (suo padre è un produttore televisivo, la madre una “script supervisor”). E vista la si era già vista in un certo numero di film (tra gli altri, Panic Room, in cui era la figlia di Jodie Foster; Zathura, commedia per tutta la famiglia; e soprattutto il bellissimo Into the Wild di Sean Penn, in cui non solo la si era vista, ma anche notata). Ma è stato quando, scelta per il ruolo di protagonista di Twilight, la benedizione dei fan della saga della Meyer è scesa copiosa su di lei, e l’attrice ha saputo ripagarli con un’interpretazione convincente, che è arrivato il successo planetario. Ora per tutti la Stewart “è” Bella, la 17enne che arriva dall’assolata Phoenix, Arizona (città natale della Meyer) a Forks, piovosa cittadina dello stato di Washington, per vivere col padre, il capo della polizia locale, e trovare in un vampiro l’amore (e il pericolo) della sua vita. Nonostante possa essere definita senza dubbio la regina del blockbuster del 2008, la sua indole rimane incline al film “piccolo”, possibilmente con una parte un po’ border line, senz’altro non convenzionale. Così tutte le ragazze che per somigliarle hanno portato per mesi capelli lunghi, vagamente boccolosi e di un castano con riflessi rossicci (la capigliatura di Bella), siano informate che attualmente la nostra ha tutt’altra pettinatura (uno sfrangiato molto eighties, nero corvino) perché è sul set di The Runaways, film sull’omonima band rock al femminile, meteora di successo agli inizi degli anni ’80.
Girerà poi il drammatico K-11 (esordio alla regia di mamma Jules Mann-Stewart) con Nikki Reed, già nella saga di Twilight (è la vampira bionda Rosalie), nonché, come dicono negli Usa, sua BFF (= “best friend forever”, miglior amica per sempre). Pattinson e Stewart, perfetti nei loro ruoli, perfetti anche come innamorati fuori dal set?
Lo vorrebbero tanto i twilighters di tutto il mondo, ma lei rimane legata al fidanzato di sempre, l’attore Michael Angarano.